Eleven

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Londra, 11 Gennaio

Caro Jared,
Grazie tante per aver rovinato il mio appuntamento con Ryan.
Quell'enorme descrizione del mio pessimo carattere di merda, come l'hai definito tu, potevi davvero risparmiartela.
Nonostante la tua schifosissima tentazione di mettermi in cattiva luce sotto gli occhi di Ryan, la serata si è conclusa in modo abbastanza piacevole.
Dopo la nostra litigata nel parcheggio, Ryan mi ha accompagnata in un campo completamente deserto. Ha parcheggiato con la sua jeep metallizzata, e mi ha fatta scendere.
Dice che il campo appartiene a suo zio, chissà. Comunque sia, gli lascio il beneficio del dubbio.
Inizialmente credevo volesse infilare la mano sotto la mia gonna, ma mi sono dovuta ricredere quando ha tirato fuori dal cofano della macchina un paio di birre.
Una birra era l'unica cosa che mi serviva in quel momento.
Sei riuscito a rovinare il mio umore- già pessimo- un'ennesima volta.
In certi istanti mi chiedo come io abbia fatto ad essere la tua migliore amica, negli ultimi dieci anni.
"Non posso berla." Gli ho detto, forzando un piccolo sorriso.
"Sei astemia?" Mi ha domandato interessato, sedendosi sul paraurti della sua macchina.
Ho scosso lievemente la testa.
"E' una storia lunga" Ho tagliato corto, non volendo rispondere. "Ma comunque sia, non posso bere alcolici."
"Non mi dirai il perché, vero?"
"Sei un ragazzo perspicace."
Abbiamo riso entrambi, poi io mi sono seduta accanto a lui.
"Dimmi qualcosa di te, Page. Praticamente non ti conosco." Si è sdraiato sul paraurti, e io ho timidamente imitato le sue azioni.
"Cosa vuoi sapere, di preciso?"
"Non lo so. Hobby, passioni, assurdi feticci." Ha scrollato le spalle, facendomi un bellissimo sorriso.
Io sono scoppiata a ridere.
"Assurdi feticci?"
Ryan si è messo a ridere, e una tenerissima fossetta gli è comparsa sulla guancia sinistra.
Ha le fossette, maledizione. Quel ragazzo è perfetto.
"Che ne dici di venti domande?" Mi ha chiesto, bevendo poi un sorso della sua birra.
Non volevo giocare, Jared. Quello era il nostro gioco.
Poi ho realizzato che non c'è nessun noi, e quindi ho annuito.
"Okay, inizio io. Quando compi gli anni?" Mi ha domandato, girando la testa verso di me.
Ha gli occhi azzurri.
"Sedici ottobre."
"Quindi mi sono perso il tuo compleanno? Maledizione!" Ha esclamato facendomi sorridere.
"Puoi fare una sola domanda alla volta, Ryan."
"D'accordo, come ti pare. Ma le mie regole sono più divertenti." Ha detto imbronciato, e io sono scoppiata a ridere. Ancora.
Non ridevo così tanto da due mesi, Jared, ed è stata una sensazione a dir poco bellissima.
"Fratelli o sorelle?" Gli ho chiesto, giocherellando con il braccialetto al polso.
Ero nervosa, lo ammetto, ma a poco a poco Ryan stava riuscendo a farmi mettere a mio agio.
"Una sorella più piccola, Isabelle. E' il mio orgoglio." Gli si sono illuminati gli occhi.
"Dovete essere molto legati."
Trovavo tenerissimo che volesse tanto bene a sua sorella.
"Una sola domanda per volta, Page." Mi ha rimproverato in tono scherzoso.
"La mia era una costatazione." Ho ribattuto, facendolo ridere.
"Siamo una persona sola, nonostante lei sia più piccola di due anni. Tu, invece? Hai qualche mostriciattolo di cui occuparti?"
"Mia sorella Sarah, una vera vipera. E mia madre."
Ryan ha riso di nuovo.
"Tua madre? E' un mostro?" Il suo tono è diventato leggermente più serio.
"E' una donna complessa. Credo di aver ereditato da lei il mio pessimo carattere." Ho detto, alludendo alle tue parole.
Ryan si è avvicinato a me, e la sua fronte quasi toccava la mia.
Quella vicinanza mi faceva stare bene.
"Non hai un pessimo carattere. E, se posso permettermi, Tunner è un idiota."
"Puoi permetterti."
Abbiamo sorriso entrambi.
"Tuo padre, invece? E' da lui che hai preso la bellezza?" Ha detto, cercando di farmi un complimento.
Quella domanda però mi ha irritata.
Come ben tu sai, odio parlare di mio padre.
"Lui ci ha lasciate per farsi una nuova vita." Ho sussurrato gelidamente.
Ryan ha sgranato gli occhi, boccheggiando per qualche secondo.
"Non lo sapevo. Mi spiace."
Ho scrollato le spalle.
"Non importa. Non è di certo il mio problema principale."
"Ti riferisci a Jared?"
"Dovrei?"
Il gioco aveva perso senso. In qualche modo, stavamo avendo una vera e propria conversazione.
"Sembravate molto uniti." Ha osservato Ryan, puntando quei suoi occhi azzurri nei miei.
"Lo eravamo. Insomma, era il mio migliore amico. Ma ora io sono solo una...com'è che ha detto? Ah sì, stupida troietta senza cuore, e con un carattere di merda."
Sei un vero stronzo Jared, un dannatissimo stronzo.
"Perché avete litigato?"
"Perché ci tieni tanto a saperlo?"
Ryan si è stretto nelle spalle.
"Sono solo curioso."
"Okay. Be', non lo so esattamente nemmeno io. Un giorno si è alzato, e ha deciso di odiarmi."
"E' un vero coglione."
"E io sono una stupida." Sentivo le lacrime salirmi agli occhi.
"Non sei stupida." Ha constatato lui, fermamente convinto delle sue parole.
L'ho trovato dolce.
Ho scosso la testa, mentre un paio di lacrime cadevano dai miei occhi.
Improvvisamente mi sono sentita molto stanca, e un brivido di freddo mi ha attraversato le ossa.
Ho dovuto chiudere gli occhi e prendere un profondo respiro.
Ho sentito l'aria mancarmi, e volevo soltanto riscaldarmi.
Non avrei dovuto strafare, la mamma aveva ragione.
"Page, è tutto okay?" Mi ha chiesto Ryan, avvicinandosi ancora un po', e mettendo una mano sulla mia guancia.
Avevo brividi ovunque.
"Io...non mi sento per niente bene."
"Ei, guardami."
Ho aperto gli occhi, e ho incontrato i suoi, colmi di preoccupazione.
"Vuoi andare a casa?" Mi ha chiesto, e io ho annuito.
"Mi spiace, Ryan, ma..."
"Non scusarti. E' stata la più bella serata che abbia mai trascorso insieme ad una ragazza. E ora scendi da qui, ti riaccompagno a casa."

Perché ti ho raccontato tutto questo? Perché, come anche tu puoi ben vedere, nonostante i tuoi continui commenti e discorsi su di me per rovinarmi la vita, ci sono persone che ci tengono veramente, a questa stronza.
E vedi, Ryan è un ragazzo fantastico.
Mi dispiace solo non avere abbastanza tempo a disposizione da trascorrere con lui.
Ora devo andare a dormire, sono veramente distrutta.
Domani te ne dico quattro fatte per bene, almeno capisci una volta per tutte di dovermi stare alla larga.
Con quell'infinito amore che nonostante tutto non se ne andrà mai,

La tua insulsa Troietta.

Spazio Autrice

Scusate per eventuali errori, grammaticali o di battitura.
Pubblico questo capitolo perché è già pronto, ma sto lavorando anche sull'altra storia.
Il problema è che devo studiare quattro bei lunghi capitoli per venerdì, dato che ho una verifica di storia, e non so quando riuscirò a pubblicare il nuovo capitolo.
Vi adoro, lasciate un commento se vi va:)❤




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