CAPITOLO 8

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DUE SETTIMANE DOPO

"Allora sorellina, con questa cosa puoi andare ovunque" Ares porse a Glaphyra una cosa che lui
chiamava "Carta d'identità".

"Ah, ok" rispose Glaphyra prendendola dalla mano di Ares.

"Oggi devi andare a scuola..." continuò Ares.

"Scuola?"

"L'abbiamo studiato Glaphyra..."

"Ah, scuola... Edificio dove i ragazzi vanno per studiare e la odiano. Ma perchè tu non ci vai?"
chiese Glaphyra.

"Perchè io lavoro..." disse Ares.

"E che lavoro fai?"

"Lavoro con le macchine" rispose lui.

"Ah" Glaphyra aprì un cassetto della biancheria di Ares e afferrò un paio di boxer.

"Glaphyra non puoi mettere i miei! Quante volte devo dirtelo?" chiese Ares guardandola.

Aveva appena finito di farsi la doccia nel bagno del bilocale e adesso era nella stanza avvolta da un asciugamano bianco che le arrivava fino a sopra le ginocchia, ormai era abituato a vederla così e lei non se ne vergognava.

"Ma le mie fanno schifo!" sbuffò Glaphyra.

"Ma queste sono da maschio!" continuò Ares.

"E allora? Tutti i vestiti da maschio sono più comodi!"

"Ma a scuola devi andarci vestita da femmina!"

"E io non voglio!" Ares vide che a Glaphyra iniziavano a sollevarsi gli occhiali come succedeva
quando era arrabbiata, era bastata una volta a sperimentare come era Glaphyra arrabbiata con i suoi nuovi poteri.

"Glaphyra questi sono i miei vestiti!" sbraitò il dio della guerra.

"Sono comodi quindi li metto pure io" incrociò le braccia la dea dai poteri sconosciuti.

"Ho detto di no!" urlò quasi Ares.
A Glaphyra si alzarono gli occhiali.

"Oh, e non fare l'arrabbiata con me!" disse Ares.

Poi si sentì uno scoppio. Ares si girò, erano in cucina e sul tavolo c'erano delle candele. Si erano
accese di colpo...

Un altro scoppio, una sedia aveva preso fuoco. Ma che diavolo?

Ares guardò Glaphyra che aveva gli occhi arancioni... Sembrava stesse bruciando...

Da quel momento si era promesso di non farla arrabbiare e di aiutarla a controllare questa cosa...

Glaphyra, la dea del fuoco.

"Glaphyra ti riporto da..."

"Ok, mi metto le robe da femmina" disse Glaphyra all'istante.

Aprì il secondo cassetto e mise un paio di mutande bianche e un reggiseno blu di pizzo. Non si
vergognava a farsi vedere nuda da Ares.

Prese dalla seconda anta dell'armadio un maglione con delle renne rosse sopra e mise un paio di jeans sotto.

"Metti dei leggins che stai meglio!" disse Ares.

"I che?" chiese Glaphyra fissandolo.

"Quelli neri appesi nell'armadio, si chiamano leggins..." si era stufato di dovergli spiegare ogni cosa del mondo degli umani.

"Ma sono scomodi! Basta guardarli per capirlo! Non è che mi presti i tuoi?" lo guardò
supplichevole la dea.

"No, ne abbiamo già discusso e sennò sai..."

La Figlia Degli InferiDonde viven las historias. Descúbrelo ahora