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12.

Il profumo del Natale cominciava ad allietare le fredde giornate invernali. Quei giorni erano stati peggiori di quelli passati. Non aveva comprato niente, gli unici regali che era riuscito a fare erano quelli per i suoi amici, ci aveva messo un pomeriggio intero, ed il peggio non era ancora arrivato. Grandioso! Come se non bastasse il Natale incalzava e sarebbe stato sempre più difficile continuare la ricerca senza rischiare di essere assalito da mandrie di ragazze infervorate. Sbuffò.

Non sapendo più dove sbattere la testa decise che infondo la proposta che gli aveva fatto la psicopatica non poteva peggiorare la già estremamente critica situazione.

Tentennò davanti alla sua porta, non avrebbe mai immaginato di ritrovarsi nel davanzale di quella casa con l'intenzione di andare da lei, di dover chiedere il suo aiuto. L'idea di trascorrere un intero pomeriggio insieme non lo preoccupava quanto la certezza del bisogno di lei. La necessità del suo ed unico aiuto, non perché si era proposta, ma perché stava cominciando a capire, senza ancora imparare a convincersi, che quella psicopatica riusciva, senza saperlo, oltre che a creare e anche se non sempre, risolvere i suoi problemi, a regalare una svolta inaspettata e divertente alle sue giornate, tralasciando quello strano ed insensato desiderio che ogni volta lo spingeva ad inseguirla, a cercarla, a volerla. Dovette abbracciare, riluttante, la verità che voleva  quell'aiuto da lei. Quella era la cosa che più lo terrorizzava.

Quando la psicopatica in questione aprì la porta, dopo averlo accolto con un' espressione di evidente sorpresa che la paralizzò per qualche secondo, con una mano gli fece cenno di entrare e di aspettare.

Tutto si sarebbe aspettata tranne lui, ma le parole di quell'imbecille dietro la cornetta riportarono la sua attenzione sul discorso.

Era al telefono. Chissà con chi...ah ma perché se lo domandava?

- Scusi...cosa la fa tanto ridere? – sentì dire – Prego? – aia, si stava alterando, ormai la sua rabbia la riconosceva a fiuto – Bene, la ringrazio comunque, buona giornata e buon Natale! Pezzo di cretino – ma le ultime parole le pronunciò solo dopo aver attaccato il telefono – Come mai sei qui? – chiese questa volta rivolta a lui.

- Con chi eri al telefono? – accidenti gli era uscita male, ma fortunatamente lei era talmente presa dalla situazione che non ci badò.

- Un operatore della Apple, il mio Ipod è defunto, o almeno la batteria non si ricarica più. Ho telefonato per sapere se potevo cambiarla, ma quell'imbecille si è messo a ridere e ha detto che il mio è un " cimelio vintage" – spiegò mimando con le mani le virgolette, Harry la osservava attonito andare su e giù per la cucina mentre quel fiume di parole lo travolgeva - Che non è più in commercio da anni, e se la rideva di gusto anche! – continuò agitando nervosamente le braccia, ghignò al pensiero di quanto fosse buffa – Ha detto che se vado di persona in un paesino sperduto della California, forse e sottolineo forse, possono trovare qualcosa di compatibile. Secondo te mi stava prendendo in giro vero? – si limitò ad  annuire, e lei per tutta risposta gli lanciò un'occhiata fulminante, gli sembrava quasi di vedere il fumo uscire dalle orecchie. Soffocò velocemente una risata, era proprio buffa quando si arrabbiava.

- Che Ipod hai? – chiese e quando lei glielo mostrò, non riuscì a trattenersi piegando la testa all'indietro dalle risate.

- Si può sapere cosa ci trovi da ridere? – sibilò con aria minacciosa, corrugando la fronte e alzando un sopracciglio. Mancava solo lui a prenderla in giro! Ancora non le aveva detto perché era li!

- Ma questo è uno dei primi usciti in commercio! – esclamò stupito - Ci credo che non trovano più i pezzi! Da quanto ce l'hai? –

- Mmm – sembrò rifletterci - Occhio e croce...una diecina d'anni –

VERTIGO || Harry Styles Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora