XIX. Amitto Memoriam

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Harry's POV

Ancora steso sul letto e con Kendall pigramente appoggiata sul petto, scossi l'ultima cenere della sigaretta che stavo fumando, feci un ultimo tiro e poi spensi il mozzicone nel posacenere sul comodino accanto al letto.

"E' stato fantastico" affermò Kendall compiaciuta disegnando con l'indice dei cerchi immaginari sul mio petto.

Io non la guardai nemmeno perché per me era stata solo una notte di sesso e nient'altro. Di solito mi sentivo appagato quando riuscivo a scoparmi una bella ragazza, ma stavolta non era stato così, anzi, mi sentivo più vuoto che mai e le parole di Chanel continuavano a torturarmi. 

Non eravamo mai arrivati a litigare fino al punto di lasciarci, e anche malgrado qualche battibecco lei era sempre ritornata da me. Ma non capivo perché, stavolta sentivo che non sarebbe stato così.

Quando le prime luci dell'alba fecero capolino nella stanza, spostai Kendall dal mio petto e mi alzai dal letto.

"Già vai via?" mi domandò alzando il busto mentre si manteneva il lenzuolo all'altezza del seno

Io mi infilai velocemente i boxer "Ho da fare" risposi freddo senza darle altre spiegazioni.

Erano le quasi le 6 e dovevo ritornare a casa prima che mio padre si accorgesse di Louis. Avevo provato a chiamarlo una volta arrivato a casa di Kendall per dirgli che avrei fatto un po' più tardi, ma lui doveva aver preso sonno perché non mi rispondeva, così alla fine me l'ero presa con tutta calma. Credevo che dopo una notte di sesso sarei riuscita a dimenticare gli occhi cristallini di Chanel che mi guardavano pieni di delusione, invece mi sentivo anche peggio. 

Quando mi sedetti sul letto per infilarmi le scarpe, sentii le mani di Kendall percorrermi la schiena e una volta arrivata all'altezza del collo cominciò a baciarmelo "Quando... ci vediamo... adesso?" mi domandò tra un bacio e l'altro.

"Non lo so Kendall" dissi rimettendomi all'in piedi per scostarmi dalla sua fastidiosa presa "Ti chiamo io" le dissi e senza neanche aspettare che mi rispondesse, dopo aver preso il giubbotto di pelle e le chiavi, uscii dalla sua casa.

Le gocce di rugiada portate dalla pioggia facevano luccicare la Range Rover. Mi misi il giubbotto che avevo ancora in mano, aprii lo sportello dell'auto e non appena misi in moto, inserii immediatamente la quarta. Non capii perché, ma diversamente dal solito, feci il giro più lungo dell'isolato e passai fuori la casa di Chanel.

Non appena superai l'abitazione, un flashback di quello che era successo la sera prima mi attraversò la mente. La pioggia, le sue lacrime e il suo dolore nel pronunciare quelle parole. Tutto si ripeté, il cuore cominciò a far male e il vuoto cominciò ad allargarsi....





CHANEL POV'S

Da quando mi era salita la febbre, mia madre mi aveva messo in quarantena e non potevo fare un passo fuori dalla mia stanza. La febbre era cominciata a calare verso martedì, ma la mamma per evitare che prendessi una ricaduta, anche a causa delle brutte giornate di pioggia che stavano facendo, aveva insistito che rimanessi a casa almeno per qualche altro giorno. 

Non avevo toccato cibo in quei giorni, ma mi si era chiuso lo stomaco, non solo a causa della febbre. Non vedevo Harry da quel sabato sera e non avevo fatto altro che pensare a lui per tutto quel tempo. In quei giorni non l'avevo ne visto, ne sentito, ma infondo era meglio così. 

Deep Green ➳ HESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora