XXXV. Zelosus

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Canzoni per il capitolo:

Passenger  - Let her go

Jason Walker - Echo

«Ah ecco dov'eri finito» l'eco della voce di Louis rimbombò tra le quattro mura dell'enorme palestra riscuotendomi dal mio sonno. 

Aprii lentamente gli occhi, cominciando mettere a fuoco l'ambiente che mi circondava e solo in quel momento mi resi conto di essere steso su uno di quei materassini che in palestra usavano come appoggio durante il salto con l'asta. Dopo essermi fumato quella canna dovevo aver preso sonno.

Respirai a fondo e alzai di poco il busto, restando appoggiato con un gomito dietro la schiena, mentre con la mano dell'altro braccio mi stropicciai gli occhi ancora appesantiti dal sonno.

«E' da tre ore che ti sto cercando per tutta la scuola» brontolò Louis tendendomi una mano per aiutarmi ad alzarmi. 

Non esitai ad accettare il suo aiuto e allungai il braccio verso di lui che dopo aver afferrato la mia mano in una stretta ben salda, mi sollevò da terra.         

Sentivo il corpo leggero come una piuma, la testa aveva smesso di pulsare e mi stavo finalmente godendo quella sensazione di pace che per due giorni mi era mancata  «Ero... ero qui» ammisi con fare un po' frastornato.

Certo la testa non mi faceva più male, ma mi sentivo maledettamente confuso e stordito: la terra era sotto i miei piedi eppure mi sembrava di non riuscire a percepirla.

Louis inarcò un sopracciglio «Si, lo vedo che sei qui idiota»

«Già... sono... sono qui» ripetei cominciando di nuovo a stropicciarmi gli occhi che proprio non volevano saperne di rimanere aperti.

«E' una mia impressione o oggi mi sembri più rincoglionito del solito?» mi domandò ancora il bruno continuando a guardarmi con un espressione stranita.

«Scusa Louis e che....» ma quando tolsi le mani dagli occhi, invece di mettere a fuoco l'immagine di Louis, mi ritrovai davanti mia madre che con le braccia conserte mi guardava confusa «Mamma!?!» esclamai sgranando gli occhi «E tu... tu cosa ci fai qui??» le domandai sbattendo le palpebre più volte per accettarmi che davvero fosse lì e che non si trattasse solo di un allucinazione.

«Harry che diav....» ma non finì la frase che in un istante la sua espressione passò da confusa ad accigliata «Hai fumato di nuovo quella roba vero??» mi domandò mia madre, che ora aveva tutta l'aria di essere infuriata, o... forse era Louis? Vedevo il volto di mia madre però sentivo la voce di Louis, non ci stavo capendo più niente. Con chi diavolo stavo parlando??

«No ma...mamma, ma che...che d..dici» farfugliai ancora incerto sull'identità del mio interlocutore.

«Dico che sei davvero una grandissima testa di cazzo»

Era Louis. Ora non avevo più dubbi. La finezza con cui si era espresso non poteva appartenere ad altri che a lui «Coraggio vieni con me» disse prima di prendermi per il braccio e trascinarmi negli spogliatoi maschili.

Una volta nei bagni, Louis riempì uno dei tre lavandini, quasi fino all'orlo, e anche prima che potessi accorgermene, mi prese per i capelli e in un istante mi ritrovai con la testa completamente immersa nell'acqua gelida.

Per un cinque secondi rimasi così, in apnea quasi, completamente rilassato, finché Louis non mi tirò fuori per riprendere fiato. Dopo essersi accertato che respirassi ancora, mi ributtò di nuovo con la testa sott'acqua, ma stavolta mi fece rimanere qualche secondo in più, e io glielo lasciai fare. Era una sensazione meravigliosa.

Deep Green ➳ HESWhere stories live. Discover now