XXIV. Cogitationes

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Camminavo a passo lento lungo i corridoi della Wedrinton, ma la mia mente sembrava completamente disconnessa dal mondo reale. 

Una miriade di pensieri tormentavano la mia mente da quando Justin mi aveva lasciata fuori scuola quella mattina. Mi aveva dato tempo fino a sera per prendere una decisione e io non sapevo davvero cosa fare. 

Se si fosse trattato solo di me, non ci avrei pensato più di due volte a rifiutare la sua offerta, ma questa volta c'era in ballo anche il ragazzo di cui ero innamorata.  

Mi trovavo in bilico sull'orlo di un burrone: non volevo essere nella maniera più assoluta la ragazza di Justin ma non potevo neanche permettere che Harry finisse in prigione. Una sciocchezza come quella poteva costargli gli anni del college dietro le sbarre, senza contare che l'avrebbero sicuramente espulso dalla scuola.

Tuttavia non riuscivo ancora a comprendere il motivo che lo avesse spinto a rubare quegli i-mac. Con la madre avvocato e il padre proprietario di una concessionaria, i soldi non gli mancavano di certo, non aveva bisogno di rubare degli stupidi computer per procurarseli. C'era qualcosa che mi stava sfuggendo, perché i conti non tornavano. 

E se Justin stava mentendo? Insomma, ormai sapevo che quell'essere era capace di qualsiasi cosa, eppure quelle fotografie che mi aveva mostrato sembravano così reali... L'unico modo per saperlo era parlarne con il diretto interessato. Dovevo avere la conferma effettiva che Harry avesse davvero preso quegli i-mac.

Mi sistemai meglio lo zaino in spalla e uscii dall'ingresso principale della scuola.

Una volta fuori dall'edificio notai subito nel parcheggio la range rover nera di Harry che spiccava sotto il sole lucente. Il riccio quando mi vide scese dalla macchina e non appena mi venne incontro, il mio cuore cominciò ad accelerare i battiti e strinsi di più la manica dello zaino intorno alla mia spalla.  

Indossava una t-shirt a strisce nere e gialle con le maniche corte che lasciavano intravedere la sua moltitudine di tatuaggi sulle braccia, e i suoi immancabili pantaloni neri strappati sulle ginocchia.

Adoravo quei pantaloni

"Cos'è, ti sei vestito da ape maia oggi?" lo presi in giro

"Perché non ti piaccio?" domandò allargando le braccia e facendo un giro su stesso.

"Beh... non ti nascondo che forse ti preferisco in versione corvo" continuai a scherzare

"Ma sono ugualmente sexy" disse e a quel punto mi mise una mano dietro la schiena e mi avvicinò di più a lui per stamparmi un tenero bacio sulle labbra. 

Inalai il suo buonissimo one million e la sensazione del suo corpo stretto al mio, provocò una scia di brividi lungo tutta la spina dorsale. 

Lo guardavo negli occhi verdi e non potevo fare a meno di pensare a quanto fosse ingiusto la vita. Adesso che finalmente Harry stava cominciando a rendersi conto di quanto ci tenessi a lui, ecco che il destino ritornava a dividerci. Sembrava esserci continuamente qualcosa a sbarrare la nostre strade e che di conseguenza ci costringeva a prendere direzioni diverse.    

"Harry io..." abbassai lo sguardo incerta "devo chiederti una cosa"

"Che hai piccola?" mi domandò subito preoccupato.

"Ecco..." ma non cominciai neanche a parlare che il telefono di Harry che aveva nella tasca dei pantaloni prese a squillare.

"E adesso che diamine vuole" sbuffò il riccio non appena vide a chi apparteneva il numero sullo schermo per poi portarsi il cellulare vicino all'orecchio "Zayn spero per te che mi abbia chiamato per un motivo intelligente" sbottò seccato cominciando a dare calci ad alcuni sassolini che erano ai suoi piedi.

Deep Green ➳ HESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora