04. Silent Treatment - Klaus

4.4K 189 14
                                    

Hai iniziato a fissare Klaus dall'altra parte del tavolo da pranzo, il tuo fastidio e la tua rabbia praticamente percepibili. Lui se n'è accorto nel momento stesso in cui ti ha guardato, ma non volevi che fosse così palese, doveva rendersene conto da solo del perché ce l'avevi con lui. Hai colpito il cibo nel tuo piatto con la forchetta.

«Amore, distruggerai la pasta che ho fatto per te e da venti minuti mi stai guardando in cagnesco».

Tu non hai risposto, hai guardo in basso i resti della cena e hai lasciato cadere la forchetta, lasciandola sbattere contro il lato del piatto, producendo un rumore acuto.

«Ho capito», sospirò, piegandosi in avanti con i gomiti.  

«Mi hai ingannato!», sei finalmente esplosa, profilandoti in avanti anche tu con la sedia.  

«Ingannato è una parola dura», commentò in risposta, alzandosi in piedi. 

«Mi hai usata e poi hai agito alle mie spalle per farti dare i paletti dai miei amici, perciò posso proprio dire che "ingannato" è la parola giusta che dovrei usare, non è vero?»  

«Amore,» ti interruppe, avvicinandosi a dov'eri seduta, « avevo bisogno di quei paletti e questo era l'unico modo per farmeli dare».

«Potevi chiederlo a me!», hai risposto, fronteggiandolo, la sedia che cadde dietro di te.

«E metterti in quel tipo di posizione con i tuoi amici?» 

«In quale tipo di posizione pensi di avermi messo in ogni caso, Klaus?»

«Ora non c'è bisogno di essere melodrammatica».

Volevi colpirlo. Volevi urlargli contro a pieni polmoni. Era stato così egoista e completamente malato di potere e odiavi il fatto che non potevi fare a meno di amarlo. Così, nonostante tutto quello che avessi voluto fargli, rimanevi ferma. Quello che aveva fatto era incredibilmente ingiusto, fare tutto ciò dietro le tue spalle per attuare il piano con Rebekah e riprendere possesso dei paletti di quercia bianca che Damon e Stefan, i tuoi amici, avevano nascosto. Lui aveva mantenuto il segreto, lo hai scoperto solo quella mattina quando Damon era venuto a irrompere nella casa, urlando che tu lo avevi tradito, o qualcosa del genere.

Così quando non lo hai colpito, detto qualcosa o fatto nulla, ti sei sedata di nuovo.

Ti guardò con occhi stanchi come hai sollevato il bicchiere e hai bevuto lentamente. Non lo guardavi, ma con la coda dell'occhio lo hai visto sospirare.

«Quindi mi stai sottoponendo al trattamento del silenzio ora?» chiese, incrociando le braccia e appoggiandosi contro il muro. Tu non hai risposto, hai continuato a bere.

«Senti, tesoro, mi dispiace».

Hai sollevato un sopracciglio, senza lasciarti scappare una menzione al fatto che ti ha sorpreso parecchio, considerando che non sapevi conoscesse anche il termine "mi dispiace" che non aveva mai usato nella sua vita, almeno non con te.

«Va bene, non potrei aver detto mi di-», si corresse, notando la tua espressione tagliente prima di staccarsi dal muro e camminare verso di te. «Ma questa è la prima e ultima volta che sentirai questo, però ho sbagliato, *tuo nome*».

Hai continuato a stare in silenzio, ma non potevi evitare di sentire una fitta di simpatia che ti partiva dal petto mentre parlava. La sua mano trovò il tuo viso, le sue dita ruvide ti sollevarono delicatamente il mento in modo tale che potesse guardarti negli occhi. Lo stavi guardando quasi con aria di sfida mentre ti parlava.

«Non avevo intenzione di metterti in questa posizione, amore. Vorrei averti detto tutto, ma pensavo che tenerti lontano da questo volesse dire che avrei potuto evitare di discutere, però ovviamente non è andata così».

Ha trascinato il pollice verso il tuo labbro come tu hai provato a guardarlo truce: provato è la parola giusta perché non appena ti toccò dimenticasti tutto ciò che avresti voluto dire.

«Di' qualcosa, *tuo nome*»,  ha sussurrato, alzando il sopracciglio. La sua faccia era cupa, ma tu hai riconosciuto da qualche parte nei suoi occhi del divertimento.

«Ti odio», hai sussurrato, anche se si sentiva la netta mancanza di veleno nella tua voce.

«Lo so, tesoro».





The Originals - Raccolta OsWhere stories live. Discover now