15. Adopted into Family - Klaus

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Salve, vampiretti!
Mi scuso per il mostruoso arco di tempo che ho impiegato per aggiornare, ma detto francamente non trovavo proprio la voglia di sedermi al pc per tradurre qualcosa 😅 poi, il caldo che c'è stato negli ultimi giorni mi ha portato una pigrizia assurda!
Comunque sia, questo non è l'ultimo capitolo di oggi, proverò a tradurre qualcos'altro 😌.
-Ale

Ps. Non fate caso agli errori e alla mancanza di gif, sono dall'iPad perché il pc ha deciso di portare avanti una crociata contro di me 😤 

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Era difficile ammettere che tu non fossi gelosa o addirittura che i tuoi sentimenti non fossero completamente fondati. Erano passati anni da quando Niklaus, che era una specie di padre adottivo, ti aveva presa con sé; eri appena diventata orfana che già ti aveva portata via. L'intera famiglia ti amava e tu ricambiavi l'affetto. Eri a conoscenza di quello che le persone dicevano sui Mikaelson, che se non avessi avuto il tuo sangue non saresti stata niente per loro. E tu non credevi alle storie delle persone morse che diventavano nemici della famiglia. Almeno fino ad ora.

Nik aveva messo incinta una ragazza lupo mannaro, una cosa che tu non avresti mai ritenuto possibile, che nessuno avrebbe mai ritenuto possibile. Eppure il bambino c'era, cresceva e ormai stava diventando difficile nascondere quanto ti sentissi ferita. Amavi Hope ed essere gelosa di una bambina era orribile da parte tua, ma non potevi farci niente. Nik la amava, questo era ovvio, e tu adoravi vederlo felice, tuttavia il tuo dolore non si affievoliva.

Questa era la ragione per cui eri seduta sul balcone, le tue gambe infilate attraverso le sbarre della ringhiera mentre guardavi la pioggia cadere fuori. Eri seduta qui già da un po', mentre Hayley (la ragazza lupo mannaro che Nik aveva ingravidato) era uscita, insieme al resto della famiglia.

«Ti stavo cercando», la voce di Nik ti raggiunse, mentre i suoi piedi entrarono nella tua visuale. Hai alzato il viso per poterlo vedere mentre ti fissava con la preoccupazione nei suoi lineamenti. «Mi stavo preoccupando».

Hai guardato in basso, evitando i suoi occhi

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Hai guardato in basso, evitando i suoi occhi. Lui di conseguenza alla mancanza della tua risposta, si sedette accanto a te, buttando le sue grandi e grosse gambe attraverso le aperture. «Di recente non abbiamo avuto modo di parlare quanto mi sarebbe piaciuto, quindi come stai?», domandò. Le tue mani si strinsero attorno le sbarre, le nocche che diventavano bianche.

«Sto bene», hai borbottato, la tua voce leggera.

«Devo dire ad Elijah di ricordarmi di insegnarti come mentire in modo migliore, amore», scherzò, guadagnando una risata riluttante dalle tue labbra.

Lo hai guardato, esaminando la sua vera espressione. Con un sospiro, hai poggiato la testa contro la ringhiera. «Amo davvero Hope», hai iniziato, guardando il terreno su cui si abbatteva la pioggia. «È davvero molto carina e adoro il modo in cui stringe il mio dito», hai aggiunto, mordendoti il labbro. «Non voglio essere gelosa di lei».

La tua voce era bassa, ma sapevi che lui ti avesse sentito bene. 

«Perché dovresti essere gelosa di tua sorella?», chiese lievemente.

«Lei è tua figlia, papà, la tua carne e il tuo sangue. Ed è speciale, molto speciale. Io sono soltanto un'umana che hai salvato».

«Lo sai» ti interruppe, meditando «che se qualcuno dicesse questo genere di parole su di te, non esiterei un attimo ad ucciderlo?». Hai sollevato le sopracciglia fissandolo scioccata, anche se lui non incontrò i tuoi occhi, guardava invece davanti a sé. «Beh, ucciderei anche me stesso, ma questo è un altro argomento», aggiunse prima di rivolgerti lo sguardo strizzando gli occhi.

«Sei di gran lunga migliore e importante per me di quanto pensi, *tuo nome*. Probabilmente non mi crederai, ma fai più parte tu della mia famiglia che Hope, e lo stesso vale per Rebekah, Freya, Kol o Elijah. E sarai anche un'umana, ma questo non cambia ciò che sento per te».

 E sarai anche un'umana, ma questo non cambia ciò che sento per te»

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Non sapevi cosa dire, mentre fissavi senza parole tuo padre.

«Sei la mia bambina, *tuo nome*. E devi esserlo sempre e per sempre».

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