•Io non sono gay•

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Uscii dall'ospedale.
«Ehy, dove credi di andare, la tua ferita è fresca, devi aspettare un pò.» disse la dottoressa che poco prima si prese cura di me.
Mi girai alla parte opposta, e iniziai a correre.
"Ormai non sapevo dove scappare, dove andare. Non sapevo che fare. Dove l'aveva portato.
Come stava.."
Erano queste le domande che nella mia testa regnavano.
Poi "cosa cazzo sto facendo?" mi chiesi.
Era una delle domande a cui avrei tanto voluto dare una risposta. Ebbene sì, ero diventato gay. Mi stava rovinando la vita. E ora non c'è più..
"Questo è un incubo."

Continuavo a correre, la ferita mi bruciava, e dentro tutto iniziava a indebolirsi.
Mi fermai e chiamai Lola.
«Lola... Rispondi cazzo.» dissi asciugandomi il sudore.
«Pronto?» sentii la sua voce dopo due giorni, era così sottile, così dolce. Mi mancava da impazzire.
«Oddio Lola come stai?» dissi sorridendo per un secondo dimenticandomi di tutto il resto
«Bene, e tu? Dove sei? » disse, e da come parlava pensavo che avesse del cibo in bocca.
«Sono...Non lo so.. Ah no, vedo l'hotel, tu sei in hotel?» chiesi aspettando la sua risposta con ansia e dirigendomi verso l' hotel.
«No.. Sono uscita a mangiare fuori con delle ragazze che stanno sulla nave con noi... Ma Alessandro come sta? E tu torni sulla nave? »
«Senti Lola.. Troppe domande a cui nemmeno io ho una fottuta risposta. Ora vado in hotel rifletto e poi ti chiamo.» dissi portando lo sguardo alla maglia sporca di sangue.
«Certo. Allora a dopo. Ciao cuginetto.» disse poi staccò.

Chiusi la chiamata, e poco dopo uscì lo sfondo mio e di Ale.
Lui non c'entra niente, ma io ero un po' arrabbiato con lui.
Una rabbia strana. Perché avrebbe potuto fare resistenza cazzo, è maggiorenne.

Io avrei scelto lui in ogni caso.

Mi diressi verso l'hotel.
Entrai e c'era quell'inquietante proprietario.

«Ehy.. Quella sera ti ho aspettato.. Ma non sei più tornato.» disse facendomi l'occhiolino e dondolando sulla sedia.
«Faccia di cazzo dammi le chiavi.» dissi ovviamente con modi del cazzo.
Prese la chiave e me la porse.
Stavo per prenderla quando mi tirò per il braccio baciandomi.
Lo spinsi facendolo ricadere sulla sedia e portandomi la mano alle labbra
«Ma sei coglione o cosa?» chiesi con tono irritato.
«Pensavo ti piacessi.» disse sempre con tono da ragazzo figo
«Ma vaffanculo testa di cazzo» dissi vedendo che continuava a sorridere.

Portai uno sguardo alle chiavi e boom
"15"
Questo numero...

Aprii la porta  e la chiusi alle mie spalle, presi dei panni nuovi e andai a farmi una doccia.
Chiusi la porta del bagno a chiave.
Aprii il getto d'acqua. Era congelata, ed era ciò che volevo per far sì di distrarmi un secondo.
Strofinai per bene con quel balsamo profumato, per togliermi l'odore e lo sporco di due giorni, e uscii.
Mi asciugai e indossai solo il costume, portando la maglietta sulla spalla.
Non mi preoccupai di asciugarmi i capelli.
Era troppo faticoso prendere l'asciuga capelli .
Uscii dal bagno e lui era lì.
Il ragazzo che poco prima m'aveva baciato.

«Ma tu sei pazzo(?) Cosa ci fai qua..»
Mi fissò i pettorali, poi gli addominali e poi scese più giù.
«No eh... Io non sono gay.. Tu non mi ecciti affatto.» dissi
"Io non sono gay(?)" pensai poco dopo..

•INNAMORATO DI LUI•Where stories live. Discover now