•Ti amo coglione•

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Uscii dall'hotel, e chiamai Lola.
«Pronto? Tutto bene Andrè?» chiese preoccupata.
«Si, sicuro. Dove sei?»
«Il bar dietro l'angolo, dopo l'hotel, si chiama Elos..» disse accentuando l'ultima parola
«Che cazzo di nome è?» chiesi iniziandomi ad avviare
«Ah. Non sei affatto cambiato eh cuginetto. Vieni ti aspetto.» disse per poi staccare.

Trovai l'angolo e svoltai, avevo ancora le valigie in mano, ma tanto saremmo dovuti andare via dopo qualche ora.
Sarei risalito sulla nave. Con molte ferite e una in particolare ancora fresca.
Non parlo dell'addome, ma di lui.. Alessandro.
Ormai l'avevo perso. Non c'era più.
Ha preferito andare via, piuttosto che continuare questa merda di vita insieme a me. Ma sembrava troppo facile.
Tanto quando saremmo usciti dalla crociera, la vita normale non sarebbe stata più così tanto normale se stavamo insieme, c'erano le critiche, ma con lui le avrei superate senza problemi.

Trovai il bar, e cercai attentamente Lola
Poi vidi un braccio alzarsi e salutarmi.
Era appunto Lola che mi faceva segno di andare da lei.
«Quanto mi sei mancata.» le dissi lasciando le valigie e abbracciandola.
«Sono passati due giorni...» disse con fare strano..
«Si, ma non puoi capire. Per un attimo mi sono sentito troppo solo.»
Mi abbracciò, e subito dopo mi sedetti.
«Comunque, lei e Marika» disse, e la salutai presentandomi.
Subito dopo mi presentò altre 4 ragazze e un ragazzo.
Lo guardai fisso negli occhi, aveva lo stesso colore di occhi di Ale, ma quelli di Alessadro erano molto più belli.
Mi sentivo a casa.. Ma non del tutto.
Mi mancava tantissimo, e sembravo depresso.
Volevo tanto fare qualcosa, ma cosa. Come lo trovavo..
«Ehm.. Andrè, dov'è Alessandro?» chiese Lola
Questa frase mi riportò sulla terra, tutti mi fissarono, ed io ovviamente da ragazzo normale... Iniziai a balbettare.
«Hm, io penso che .. Ceh il padre l'ha portato via, ma penso che sta bene, cioè mica poteva essere per sempre... C-cioè intendo il colpo che ha avuto, era momentaneo, e non ha affatto bisogno di me, il padre cioè i dottori, no..» iniziai a piangere.
«Andrè..» la voce di Lola era come non l'avevo mai sentita. Così preoccupata.
«Sto bene.. Tranquilla.» mi alzai e andai via, lasciando le valigie a lei.

Andavo avanti e indietro per l'isola, presi anche la funicolare, ma poi tornai giù.
Non sapevo affatto cosa fare.
Così lo chiamai.
«Ti prego.. Rispondi..» dissi, ascoltando il silenzio
«SEGRETERIA TELEFONICA, LASCI UN MESSAGGIO DOPO IL BIP»
"BIP"
«Hm, beh, non so se funzioni, non so come cazzo funzioni. Non ho mai lasciato un messaggio vocale. Mi sembra stupido parlare da soli, è da idioti, ma da quando sto con te non faccio altro che farlo.
Si parlo da solo. Soprattutto in questi giorni che non so cosa sta accadendo.
Mi manchi, posso sembrare una ragazzina, un idiota testa di cazzo. Quello che vuoi, ma è più forte di me. Dimmi dove sei. Pretendo saperlo. Sto qui, in un vicolo cieco e ho bisogno di te.. Ti prego, perché ? Perché hai scelto quella testa di cazzo di tuo padre.. Non posso accettare che ti capiti qualcosa. Ritorna da me, o almeno dimmi dove sei.... Ti amo coglione..»
Le lacrime continuavano a scendere come se facessero a gara.
Staccai la telefonata, e cercai la strada per tornare alla nave, senza Ale.
Ero sceso con lui, e risalivo senza.
"Che merda" dissi tra me e me.

•INNAMORATO DI LUI•Where stories live. Discover now