Rivelando il segreto

256 18 35
                                    

Ulrich

Stavo ancora guardando dallo spioncino della porta del mio appartamento senza sapere che fare. La sua visita così improvvisa mi puzzava di bruciato. Anche se, riflettendoci, non ci perdevo nulla a lasciarla entrare.

-Ulrich, apri, so che lei lì- disse avvicinando di più i grossi occhi verdi all' altro lato dello spioncino.

Cazzo, pensai. Decisi di aprirle la porta.

-Ciao- salutai con tono tagliente.

-Ulrich, pensavo già che non mi avresti aperto...- disse entrando e avvicinandomisi.

Mi diede un bacio sulla guancia con le sue labbra colorate di rosso e si accostò al mio orecchio per sussurrarmi:

-Ogni giorno diventi più sexy...

Si allontanò e chiuse la porta dietro di sé.

-E che ci fai qui?- chiesi, volendo sapere il motivo il prima possibile.

-Vederti, ti pare un motivo futile?- rispose, ovvia.

-Bene...

-So che sei un po' giù di morale così, a parte la mia compagnia ti ho portato questo perché tu ti risollevi un poco- commentò tirando fuori una bottiglia di vino.

-Non c'era bisogno che portassi nulla.

-Mi faceva piacere. Perché non porti qui due bicchieri e non lo proviamo?- propose sedendosi sul mio divano.

-Certo- pprovai mentre mi dirigevo in cucina. Presi il mio telefono, che era rimasto nella tasca posteriore del mio jeans e mandai un messaggio a Odd, avvisandolo del peso morto che avevo ora qui. La sua risposta fu immediata: "Approfittane", fu l'unica cosa che disse.

Che educato... presi in mano i due bicchieri e l'apribottiglie e tornai in sala sedendomi accanto a lei. Presi la bottiglia e la stappai, servendo il vino nei bicchieri, che ora reggeva lei.

-Bene, Ulrich, dovremmo brindare ora!

-Perché brindiamo? Non trovo nulla di bello in questo momento.

-Perché noi due siamo qui, e perché mi vedrai molto più spesso in casa.

-Sei tu la new entry che mi aveva annunciato mio padre?

-Sorpreso, eh?

-In realtà sì.

-Spero in senso buono!

-Sì, sì...- dissi prendendo un sorso dal mio bicchiere.

Non credevo fosse stato un bene aver parlato con mio padre poche ore prima: avevo avuto un momento di debolezza, e lui lo aveva sfruttato contro di me trovandomi qualsiasi distrazione o intrattenimento possibile.

-Vuoi dirmi che ti succede?- si impicciò di nuovo.

-Sicuramente mio padre te ne ha già messo al corrente.

-No, in realtà no. So solo che verrò in casa di tanto in tanto per ispezionare un po' la situazione.

-Credevo che per questo ci fosse Makoto.

-Sarebbe il giapponese?

-Sì, precisamente.

-Vedo che non hai molta stima di lui.

-Nessuna, in realtà.

-Perché? Non ti piacciono i giapponesi?

-Ma no, non è questo, è solo quel tizio. Non mi importa la sua provenienza.

-Beh... e allora che succede?

-Semplicemente, è un tizio che non sopporto.

-Mi suona come se ci fosse qualcosa o qualcuno di mezzo.

Un rincontro inaspettato (traduzione)Where stories live. Discover now