Capitolo 14

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Distolsi lo sguardo. Non una parola, non un sentimento. Solo vuoto.
La ragazza si staccò imbarazzata come ad aver preso coscienza che c'era altra gente in quella stanza. Una volta staccata da Christian la potei osservare meglio. Era veramente minuta, arrivava si e no poco più sopra della vita di Christian. La chioma di capelli color oro le ricadeva perfettamente fino a metà schiena, non un capello fuori posto. Gli occhi erano così grossi che ti ci potevi immergere, erano di un color ardesia chiara che ti ipnotizzava. La pelle diafana le regalava candore. Sembrava una piccola bambolina perfetta.
La ragazza mi guardò imbarazzata, mano per la mano con Christian.
Ad un tratto si staccò da lui e mi abbracciò.
- Ciaooo, che piacere finalmente!! -
Ok.ok.ok. CALMA.
Chiusi i gli occhi e trattenni il respiro, rigida come un tronco, sperando che quella creaturina zompettante si staccasse al più presto. Cosa stava succedendo?
Guardai Christian che mi lanciò uno sguardo di scuse.
- Kyra! - la sgridò una ragazza vicino al tavolo - Ma sono i modi questi? Sembri una bambina! - la ammonì. - Oh... Scu- scusami Kristen - disse intomidita staccandondosi per tornare vicino a Christian. Finalmente.
Ripresi a respirare.
- Scusala Kristen, è sempre così, io sono Jinn - disse la ragazza che mi aveva salvata dalla mostriciattola.
Jinn al contrario di Kyra era alta e slanciata con capelli scuri che le arrivavano alle spalle.
La salutai di rimando, a quanto pare, sapevano tutti il mio nome. Più in là Ethan ci guardava divertito - Forza ragazzi ho fame! -
Il tavolo era imbandito di cibo, era uno spuntino di benvenuto in mio favore ma per quanto fossi onorata, per la prima volta in vita mia non avevo fame. Ci sedemmo, Christian e Kyra davanti a me parlavano del più e del meno quando mi accorsi che lui la guardava in un modo speciale.
Ero stata una stupida a pensare che riservava quei sorrisi solo a me. Ma chi mi credevo di essere? Che idiota. Chiusi gli occhi cercando di non pensarci, lo stomaco si chiuse ancor di più e ad un tratto,riaprendo gli occhi, mi accorsi che tutto ciò che stava sul tavolo stava lievitando.
- Ma cosa...? - fece Jinn sgranando gli occhi.
- Kristen? Cosa succede? - domandò Christian guardandomi con quello sguardo così intenso da farmi fremente mentre Kyra stava avvinghiata al suo braccio e guardava il tutto. Distolsi subito lo sguardo infastidita.
All'inizio ciò che c'era sul tavolo aveva preso a lievitare verticalmente e a pochi centimetri dal tavolo ma ora, tutto si era avvicinato e posizionato al centro del tavolo come a formare un grande vortice di piatti, posate e cibo.
- Cosa? Sei tu?! Wow! - intervenì Ethan incantato - Sì, sono io ma non ne ho il controllo scusatemi... - dissi imbarazzata, perché stava succedendo?
Ero sicura che le mie abilità rispecchiassero le mie emozioni, ma sarei mai riuscita a controllarle? Un tempo avrei detto di sì, riuscivo sempre a controllarmi, ma in questa nuova vita no, non ci riuscivo.
- Ma è fantastico! - squittì Kyra e alla sua voce tutto si frantumò in mille pezzi.

Dopo aver raccolto ogni singolo vetro Kyra si offrì di accompagnarmi nella mia stanza.
Ma cosa avevo fatto di male?
- Scusami davvero per prima ma sono generazioni che la nostra gente ti aspetta. Mio padre mi raccontava sempre la profezia, come fosse una storia d'avventura, per farmi addormentare - disse con un sorriso malinconico. - Tranquilla Kyra non hai fatto nulla - sembrava sincera ma non me la raccontava giusta la ragazza. Decisi di provare ad indagare un pochino.
- Come...come vi siete conosciuti tu e Christian? - provai. Lei fece un sorriso a trentadue denti e gli occhi si illuminarono.
- Beh, noi ci conosciamo fin da piccoli, io ero rimasta orfana come lui. A quei tempi era freddo e distaccato, non si faceva avvicinare da nessuno ed io lo osservavo sempre allenarsi.
Ammiravo la sua forza e tenacia, quelle che io non ho mai avuto. Dopo alcuni anni, una volta pronti, andammo in missione insieme. Io, però, ero debole, così uno Wyser mi colpì. Stavo per finire male ma Christian mi salvò. Si ruppe un braccio e, anche se per noi Nephilim non è una cosa tanto grave, ne rimasi sconvolta. Si era fatto male per colpa mia e non lo potevo tollerare. Promisi a me stessa che non sarebbe più successo così, una volta tornata in Istituto, cominciai ad allenarmi giorno e notte estenuamente. Migliorai molto ma l'abilità che nacque in me mi sfiancava fisicamente oltre che mentalmente. Così una notte finii a terra distrutta da ciò che ero, Christian che passava di lì mi aiutò a rialzarmi e scoppiai. Ero stata di nuovo debole oltre che un mostro. Tra le lacrime gli raccontai di quanto mi dispiacesse per essersi fatto male e lui mi abbracciò. Da quella notte mi aiutò tutti i giorni con gli allenamenti ma soprattutto ad accettarmi e così, piano piano, nacque qualcosa.-
Al racconto la ragazza si emozionò, era più forte di me, non riuscivo ad odiarla, se fosse stata una stronza sarebbe stato più facile.
Le sorrisi ed una volta arrivate le feci capire gentilmente che volevo rimanere sola. Lei parve rimanerci male ma non disse nulla.
Mi girava la testa.
Mi sedetti sul letto e la presi tra le mani.
Sentivo delle fitte nel petto che non capivo, erano così sfiancanti da lasciarmi senza fiato.
Com'è possibile che quelle emozioni ti procurino un dolore tanto forte? E qual'era la cura? Per diciassette anni ero stata una ragazza chiusa e distaccata, non mi importavano queste cose o meglio, non capivo come gli altri potessero vivere per qualcun'altro. Quando sentivo nei film  "Amore ti amo! Non posso vivere senza di te! " mi si accapponava letteralmente la pelle, tanto da voler prendere a schiaffi la protagonista. Si dovrebbe vivere per se stessi, per non permettere mai a nessuno di coinvolgerlo a tal punto da farti del male.
Ma io avevo ceduto, avevo permesso a lui di entrare. La colpa non era di Kyra né di nessun'altro, era la mia, ma non avrei sbagliato ancora. Decisi che quelle cose non facevano per me. Scottarmi una volta era bastato, non avrei messo la mano sul fuoco una seconda volta. Mi sdraiai sul letto. Le lacrime minacciarono di uscire ma non glielo avrei permesso, non questa volta. Dovevo riconquistare la mia barriera e ce l'avrei fatta, lasciando tutti gli altri fuori.

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