Capitolo 4

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- Finalmente a casa - dissi con un sospiro di sollievo.
Era sera, mi girai verso il bosco ma distolsi subito lo sguardo, al solo pensiero la testa cominciava a battere. Mia madre mi aiutò a scendere dall'auto e me ne andai in camera.
Ero rimasta in ospedale quattro giorni, erano serviti per gli accertamenti del trauma cranico e di quello alla schiena.
Avevo preso una bella botta, ma ora andava decisamente meglio.
Dovevo assolutamente leggere.
Ora più che mai un libro mi avrebbe trasportata in un mondo diverso da quello in cui mi trovavo e mi avrebbe aiutato a spegnere il cervello almeno per un po'. Infatti non durai molto . Non riuscivo a capire cosa diavolo fosse successo e questo mi mandava fuori di testa.
Dovevo sapere, dovevo scoprire.
- Kristen, ho chiamato la scuola e mi sono fatta dare un paio di giorni in più per il tuo inserimento.- disse mia madre sulla soglia della camera. - Cosa? No mamma non serve - risposi leggermente irritata - Tesoro, un paio di giorni in più non possono farti che bene. -
- Mamma per favore. - non sarei rimasta a casa un giorno di più, ero già stata costretta a rimanere lì, in quel letto di ospedale, per troppo tempo che ora volevo solo tornare alla mia vita normale se di normalità potevamo parlare. - Non pensi che sia stata abbastanza a riposo? sono pronta, sto bene, ti prego mamma non esagerare come al solito - dissi, forse con un po' troppa freddezza alla fine voleva solo proteggermi come aveva sempre fatto.
- Ok, va bene allora, se proprio insisti richiamerò la scuola. - E fece per andarsene
- Mamma ? - Volevo farle capire che la apprezzavo e che era la migliore. C'era sempre per me, non voleva altro che il meglio. Magari doveva essere un po' meno apprensiva, ma rimaneva comunque la migliore. - grazie - dissi andando ad abbracciarla - ti voglio bene.-
Sembrò sorpresa per un attimo: sapeva che i miei gesti affettuosi si potevano contare sulle dita delle mani, ero sempre stata così poco emotiva ma ricambiò l'abbraccio e mi accarezzò la testa con fare affettuoso - tu mi farai morire prima o poi - disse sorridendo.
Uscì e andò verso camera sua. Presi il telefono e chiamai Isabelle, non vedevo l'ora di sentirla.
- pronto? - rispose - Kristen?!- - Ciao Isabelle - la salutai - tua madre mi ha chiamata il giorno dell'incidente e poi nessuno ha avuto la decenza di farmi sapere qualcosa! raccontami tutto, adesso.- disse con un tono che non ammetteva repliche, sospirai e le raccontai tutto, da quando mi addentrai nel bosco a quando mi svegliai in ospedale. Silenzio...
- lo so - dissi - è assurdo, ma ti giuro che è la verità Isal. - ti credo - disse semplicemente lei
- non mi hai mai detto una bugia in vita tua, perché dovresti cominciare proprio ora? A meno che tu non sia diventata pazza... - sorrisi a quelle parole.
L' adoravo, mi credeva nonostante fosse tutto così assurdo. - cosa avete detto alla polizia? - mi chiese ed io al ricordo sbuffai. - Che qualcuno mi ha aggredita ma non ho visto chi fosse e, che mi sono trascinata fino alla veranda...- - quando invece è stato quel ragazzo. - concluse lei.
- Cosa?, Dici?, Non ci avevo pensato! -
- Ma come no, dai Kristy concentrati, comunque perché l'avrà fatto? Hai visto qualche caratteristica fisica particolare?, sapresti riconoscerlo? - Quel poliziotto mi aveva fatto scattare il ricordo del ragazzo. Oltre agli occhi profondamente neri, aveva un viso scolpito, duro, quasi cattivo, ma gli occhi rimanevano il suo tratto distintivo.
- Te l'ho detto, gli occhi - risposi - andremo fino in fondo Kris te lo prometto ora però devo andare a cena, ci sentiamo dopo - - Ok, ciao Isabelle -. mi sentivo svuotata, il non sapere mi logorava dentro.
Sarei andata in fondo a quella storia, fosse stata l'ultima cosa che avessi fatto.

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