Capitolo 26 - La verità su Apollo

574 33 9
                                    

Mi venne nuovamente in mente la cosa che stava per dirmi Arya, ma decisi che era meglio non chiederle cosa fosse, non in quel momento almeno.

–Talia mi ha detto di starti lontana, per quale motivo? – chiederglielo forse non era stata una buona idea.

–Perché Talia mi conosce. – se ne uscì con quella frase. Non mi aveva dato una risposta decente, solo un'altra delle sue risposte evasive.

–Che intendi dire? – non mi arresi. Lei sospirò e chiuse gli occhi, poi si voltò e mi puntò i suoi occhi, dello stesso azzurro/verde acqua intenso del mare, addosso.

–Intendo dire... – lo disse come se avesse intenzione di spiegare un concetto difficile a un bambino dell'asilo. –che sono una cacciatrice. – tutto qui, non aggiunse altro. Volevo ribattere, ma lei spostò nuovamente lo sguardo sul mare, e capii che era meglio non continuare.

Arya's Pov

Non risposi in modo concreto a Luke per il semplice fatto che non mi andava. Avevo passato le ultime 3 ore chiusa in una stanza a tentare di capire che cosa stesse succedendo, con il solo risultato di rischiare di impazzire. Apollo affermava di non ricordare nulla, ma non vi credevo molto. Gli dei si stavano prendendo gioco di me, e lo stavano facendo chissà per quale motivo. Ero arrabbiata, e me ne ero andata per evitare di prendere a pugni quel faccino di Apollo che avevo tanto odiato .

Avevo pensato di restare da sola, ma Luke mi aveva raggiunta. Mi aveva seguita? Non lo so, ma avevo altro a cui pensare. Mi ero totalmente immersa nei miei pensieri che neanche lo avevo sentito arrivare. In altre circostanze gli avrei urlato contro di andarsene, ma stranamente non volli farlo. Quando poi avevo sputato furi tutta la mia rabbia io stessa rimasi sorpresa. Però fu un'ottima cosa, mi ero liberata, mi sentivo più leggere. C'era qualche cosa in Luke che mi diceva che potevo fidarmi. Gli avrei detto tutto di me, ma non in quel momento.

Improvvisamente sentii il mio stomaco lamentarsi: avevo fame. Molta fama.

–Ti va uno spuntino? – mi chiese Luke, ridacchiando avendo sentito il losco rumorio del mio stomaco.

–Direi che uno spuntino è quello che ci vuole... – dissi, ma non avevo intenzione di fare quello spuntino con lui, ovviamente. Guardai in basso. Ero salita parecchio in alto, ma sapevo di poter saltare senza farmi male... con un po' di magia.

Mi diedi una spinta con le braccia e volai a terra. Un istante prima di saltare attutii lo schianto con una barriera invisibile che rallentava la caduta. Un movimento troppo svelto per capirci qualcosa, per questo lo feci in presenza di Luke.

–Ok, tu non sei normale – mi disse fissandomi ancora sull'albero.

–Muoviti... – gli dissi. Poi però pensai che se non scendeva bene sarebbe caduto e si sarebbe fatto male, ma decisi che era meglio non usare quel trucchetto anche con lui. Se la sarebbe cavata anche da solo. Voltai le spalle e iniziai a camminare.

–Aspetta! – mi urlò. La tentazione fu troppo forte e mi voltai, giusto per vederlo cadere con una mela matura. Iniziò a mettere i piedi un po' a casaccio, come se stesse scendendo una scala che aveva i gradini sparsi un po' ovunque. A circa un metro e mezzo da terra perse l'equilibrio e, come avevo previsto, cadde. Scoppiai a ridere. Lui si alzò e mi guardò male. A quel punto, me ne andai sul serio. Luke però non si arrese e si affrettò a seguirmi. Io fui mi veloce e gli feci perdere le mie tracce infilandomi in un cespuglio parecchio fitto. Vedere la sua espressione perplessa e confusa fu troppo esilarante.

Quando andò via raggiunsi la cabina 8. C'erano solo Irena, Lucy e Phoebe che parlavano tra di loro. Improvvisamente mi ricordai delle due morti di quel giorno. Avevamo perso una cacciatrice, noi.

Eroi & ProfezieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora