24. chapter twenty-four (first part)

5.8K 303 70
                                    


Dopo qualche ulteriore informazione su questo premio Lange, si concluse quella serata. Ci alzammo tutti per dirigerci verso la sala adiacente a quella dove stavamo. Appena le porte si aprirono sussultai. Era una sorta di Las Vegas in miniatura.

L'enorme sala che avevamo davanti a noi era composta da una gigantesca sala a ballo, con un'orchestre sulla sinistra e un dj sulla destra. In più vi erano due grandissimi banconi con due barman i quali si occupavano delle richieste di ogni invitato. Infine verso la fine della stanza erano numerosi i tavoli da gioco e anche quelli dedicati a semplici chiacchierate.

"E' il paradiso Lau?" – chiese Dinah, dopo avermi raggiunto tra la folla.

Sorrisi. L'amore sconfinato per questo tipo di feste di Dinah era sempre molto evidente ed era uno dei ricordi più saldi che avevo della mia adolescenza. Dinah riusciva a divertirsi in questo posto nella maniera più spensierata del mondo, senza nemmeno ubriacarsi, come invece succedeva spesso a Normani.

"Tenetemi lontana dal bancone dei cocktail" – disse Normani alla mia sinistra.

"Tranquille ragazze vi controllo io" – disse Ally, protettivamente.

"Menomale che c'è il nostro architetto qui a tutelarci" – rispose Dinah, ridacchiando.

"Certo, sono qui apposta" – rispose Ally ironicamente.

"Sbaglio o tu devi raccontarmi qualcosa?" – mi chiese silenziosamente Dinah, mentre tutti quanti stavamo entrando nell'enorme sala.

"Non c'è niente da dire"

"Lauren, vuoi dirmi che Camila non aveva nulla da dirti quando si è seduta vicino a te?" – incalzò la mia amica, guardandomi con attenzione.

"Dinah, non c'è niente da dire" – quasi urlai. Mi fermai in mezzo alla sala. Per fortuna il rumore della folla. La mia amica si mise di fronte a me guardandomi preoccupata. I miei occhi si riempirono di lacrime che erano lì dentro di me e che avevo sovrastato di rabbia in modo tale che potessero essere prigioniere dentro di me. Dinah però poteva guardarmi dentro, poteva capirmi, e la mia anima lo sapeva. Quindi è per questo che ogni mio tentativo di trattenere le mie emozioni con lei falliva.

"Lauren" – disse lei abbracciandomi. Non c'erano bisogno di parole. Lei mi capiva e forse dovevo ringraziare davvero chiunque che lei fosse vicino a me. Mi stava aiutando più di tutti in quel momento e non era solo la fiducia che ci univa. Era un'amicizia così solida da poter durare in eterno. Non erano stupide parole di promesse, era un legame che sovrastava tutto. Era un esserci in maniera disinteressata, perché io valevo per lei, tanto quanto lei valeva per me. Era una fondamenta e una colonna portante. Era la mia compagna. La mia roccia. Il suo conforto mi aiutò in quel momento per dare un po' di gioia a quel mio cuore che in quelle poche ore stava sopportando troppo. Uscirono due lacrime, prima che la mia mente si annullò in quel contatto. Strinsi il suo corpo al mio.

"Lauren, qualsiasi cosa sia successo, respira e goditi questa serata. C'è sempre tempo per soffrire. Oggi pensa a te, alla bellezza di questa serata, e lascia il dolore e le conseguenze a domani. Oggi pensa a te. Io sono qui per aiutarti." – sussurrò la mia amica prima di darmi un leggero bacio sulla fronte e unire la mia mano alla sua, per dirigerci verso uno dei tavoli alla fine della sala.

Tutti erano seduti, inclusi Bradley e Melissa che parlavano di qualcosa riguardante il progetto che avevano appena presentato. La musica che veniva suonata dall'orchestra mi impediva di capire ciò che dicevano e per questo rimasi vicina a Dinah, poiché non mi sembrava il caso di interromperli. Camila era seduta vicino Drew e Damian. Entrambi ridevano e più sentivo la risata della tirocinante più la rabbia saliva dentro di me. Non avevo mai voluto che lei mi dicesse di amarmi o lasciasse la sua vita per me, ma almeno una spiegazione, una frase, una risposta, una parola. No, lei non ha fatto niente di questo. Ha replicato rispondendo con il silenzio. Il suo silenzio. L'ennesimo silenzio di qualcuno che dimostra di fregarsene quanto qualcosa che per noi vale nulla. Ed io valevo nulla per lei? Già , forse. Probabilmente valevo nulla e non lo sapevo, non l'avevo capito. Forse era meglio averlo capito, era davvero il meglio per me.

Undisclosed desires - IN TUTTE LE LIBRERIE!Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt