Capitolo 4:"tu hai voltato pagina, io ho bruciato il libro."

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Aggiorno oggi perché domani sono in viaggio per Ferrara ^-^
Non so se Stefano mi stava seguendo, ma non volevo voltarmi,continuavo a camminare, come nel mito di Orfeo e Euridice, in cui lui perde la sua amata e chiede ad ade di riportarla nel mondo dei vivi, lui gli dice che lo farà a una sola condizione: se si volterà lei scomparirà e non la rivedrà più, Orfeo torna nel mondo dei vivi, ma non credendo ad ade che Euridice lo stava seguendo, si volta e per un singolo secondo...rivede lo sguardo della donna che ama, ma poi si dissolve e Orfeo non la rivedrà più. Ora certo non è che Stefano è morto, ma il principio di continuare a camminare e non voltarmi é quello.
Camminavo e camminavo, arrivai anche all'altalena in cui qualche anno prima Stefano si era seduto e anche io, ma invece che sedermi sulla mia altalena, mi sedetti su quella di Stefano e guardai la mia, vuota, ripercorsi con la mente il lontano ricordo di io che correvo via da lui, mi sembra quasi di vederlo...li, che ha le mani sulle ginocchia e riprende fiato e poi che ricomincia a correre, mi sembra tutto che inizia a girare, mi tolsi gli occhiali, stavo sudando, mi asciugai la fronte, guardai il cellulare, era Giuseppe che mi chiamava, ma non risposi, poi dopo mi scrisse:"Sascha dove cazzo sei?" Era poco prima della primavera ma c'era un sole immenso, guardai in alto e mi resi conto di non sentirmi più lontano che mai, iniziai a dondolarmi su quell'altalena a guardare gli aerei che passavano e alzai il braccio, disegnando una traiettoria immaginaria nel cielo, scrivendo:"you turned the page, i burned the book." Poi lentamente abbassai il braccio, sentii qualcuno darmi una pacca sulla spalla, mi voltai, era Giuseppe, si sedette sulla mia altalena ma non dissi niente, mi guardò, io continuai a guardare di fronte a me, perso. "Come mi hai trovato?" Chiesi impegnato a guardare l'asfalto "so che significa molto per te questo posto." Annuii lentamente "che ti sta succedendo in questo periodo?" Continuò poi, non voglio parlare, Giuseppe. "Nulla." Dissi, non lo guardavo, preferivo non guardarlo in faccia "non è vero, a me puoi dirlo." Spostai il mio sguardo dal l'asfalto al prato verde del parco "credo che penseresti molto diversamente di me." Lui mi guardò "ti piace Stefano, non é vero?" Finalmente lo guardai, lui sorrise "ti si legge in faccia, Sascha.ti conosco da tanto, ste cose non é che non le noti." Rimasi stupito, mi diede una pacca sulla gamba e sorrise di nuovo:"sta tranquillo. Stefano é troppo deficiente per capirlo." Risi con lui "sa, se ti serve qualcosa o vuoi sfogarti- fece una pausa e mi guardò dritto negli occhi- io ci sono." Sorrisi:"grazie Giuse." Mi alzai e anche lui, lo abbracciai, era davvero un amico importante per me.
"Ora ti lascio ai tuoi pensieri" disse ridendo, io sorrisi a stento ripensando a Stefano, lui mi salutò e mi lasciò solo, mi sedetti di nuovo sull'altalena, quando vidi una cosa sconcertante alla fine della strada.

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