Capitolo 18 - fine

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"Nessuno vuole sentirselo dire, ma a volte le persone che vuoi di più sono quelle con cui stai meglio senza."
Mi ero deciso oramai, sarei partito sabato nella mattina, oggi era venerdì, il giorno dopo che avevo visto Stefano baciare la marina, mi sentivo così perso, non avevo dormito, quando mi trovai davanti all'autobus misi un piede sulla prima scala, ma mi fermai, lì in mezzo. Decisi di andare a piedi, in fondo ero davvero in anticipo, non volevo vedere Stefano, preferivo vederlo molto meno tempo, era meglio così, ci mettevo di più, ma non volevo. Quando dopo passai davanti alla seconda fermata, quella di Stefano, lo vidi correre dietro di me, mi misi il cappuccio e mi misi le mani in tasca camminando, cercai di mischiarmi con la massa di persone che c'è ogni mattina in centro, vidi l'autobus partire, vidi lo sguardo di Stefano fissarmi sbigottito, io solo in quel momento lo guardai, per un millesimo di secondo lo vidi, con gli occhi aperti che mi fissava stupito e una mano sul finestrino.
Quando arrivai vicino al castello vidi stefano appoggiato alla colonna vicino al cancello, che batteva ripetutamente il piede a terra guardando da una parte all'altra, abbassai la testa per non farmi vedere, era incazzato e anche tanto, volevo chiedergli scusa e salta- un attimo... Era lui in torto. Quando arrivai di fronte al cancello, lo vidi guardarmi adirato, ma io rimasi impassibile.
"PERCHÉ CAZZO NON SEI SALITO SULL'AUTOBUS?!" Sbraitò, lo fissai e  non risposi, il suo sguardo dall'arrabbiato stava passando a quello confuso e preoccupato:"che hai?" Mi chiese poi girando la testa da un lato, quasi come i cani quando non capiscono, continuai a fissarlo sempre più con odio:"sascha.."disse prendendomi le braccia, io mi scansai e ricominciai a camminare, lui mi corse dietro:"perché ieri non sei venuto?" Mi disse, io mi girai serrando i pugni:"PERCHÉ NON SONO VENUTO?!" Sbraitai, poi mi misi a camminare, non posso resistere sei ore, devo andarmene. Mi confusi con le persone e stefano mi perse di vista, quando entrai correndo in classe (prima di lui) chiesi alla prof uno spostamento solo per oggi e mettermi vicino a chiunque tranne stefano, lei rifiutò.
Quando entrò stefano mi cercò e quando mi vide suonò la campana e dovette sedersi, per tutte e sei le ore continuava a domandarmi cosa avevo è perché non parlavo, continuavo a fingere di ascoltare la lezione.
Quando uscii stefano mi prese il braccio io lo scansai come poteva prendermi le mani con le stesse con cui aveva toccato il suo corpo..? Stefano mi seguì per tutto il tragitto e sotto la porta di casa mentre prendevo le chiavi mi girò e mi bloccò le mani contro di questa, lo fissai:"che vuoi?" Dissi freddamente
"Cosa ti ho fatto?"
Non risposi, non ero così stupido.
Mi baciò, un bacio dolce, ma io girai la testa con gli occhi lucidi:"sascha." Disse, mi prese il mento per guardarlo negli occhi, iniziai a singhiozzare e le lacrime mi scesero, la sua presa si allentò, lo spintonai e scoprii che la porta era aperta, lui fece per entrare ma gli chiusi la porta in faccia, mia madre mi guardò:"sascha..." Disse, io sorrisi a stento, il sorriso più falso che abbia mai fatto in tutta la mia vita, persino più falsi di quelli che facevo a lui quando stava con Marina.
E intanto piangevo:"va tutto bene mamma." Dissi, lei scosse la testa, io salii le scale di corsa e mi rinchiusi a piangere tutta la sera, non mangiai, rimasi con le ginocchia al petto a piangere fino a consumare le lacrime in corpo, ad avere un mal di testa atroce, non dormivo, guardavo il soffitto un punto fisso, vedevo la luce della finestra cambiare fino all'alba e mi suonò il cellulare, per dirmi che era l'ora per alzarmi per prepararmi la borsa perché sapevo non l'avrei fatto prima, presi una borsa e ci misi tutto quel che mi serviva, l'armadio era oramai quasi vuoto, il volo lo avevo alle 7:02, erano le 5:45 quando avevo finito la borsa, mia madre entrò in camera per vedere se avevo preso tutto (ovvio che no) mi mise nella tasca del giubbotto che tenevo in mano il passaporto e dei soldi, io la guardai e glieli ridai, lei rise e me li rimise in tasca, alla fine mi obbligò.
Avevo già la macchina, essendo in quinta al liceo la avevo già...
Mi avviai all'aeroporto e quando arrivai mi guardai intorno e sospirai, era tutto finito. E quando entrai nelle porte scorrevoli cercai il telefono nelle tasche, lo sbloccai, avevo tantissimi messaggi e chiamate di giuseppe Salvatore e un maggior parte dei messaggi e chiamate di stefano, risposi a una chiamata quando stavo per salire sull'aereo:"ciao." Dissi, la voce mi tremava già, sentivo il silenzio dall'altra parte:"sascha. Che è successo?" "Riguardo a cosa?" Lo chiesi perché non sapevo se si riferisse al fatto che stessi partendo o a ieri..."a noi.." Disse, sentii un brivido scorrermi per la schiena:"ti ho visto baciarti con Marina, stefano." Lui rimase zitto per un Po:"quando?" "Ieri, prima di incontrarci." "Non è mai successo." "Ti ho visto." "Non so di che stai parlando" "non prendermi per il culo, sto partendo adesso." Dissi prendendo il posto:"COME STAI PARTENDO?" "Addio stefano." Misi il viva voce per chiudere la chiamata, mentre piangevo:"NO ASPETTA DOVE STAI ANDANDO, SASCHA NON PUOI SA-" chiusi la chiamata, lo bloccai sulle chiamate e tolsi la rete.
"La vostra attenzione per favore, l'aereo sta per decollare, preghiamo i gentili passeggeri di spegnere i cellulari."
Dopo un paio di volte in lingue diverse e qualche minuto mentre piangevo il treno prese la rincorsa e partì, era tutto finito...
Mentre piangevo mi convincevo che fosse un nuovo inizio, ma nemmeno io mi credevo.
Non mi uccidete, voglio ancora vivere ✋🏻
Se volete condividete la storia, ci sarà il sequel, mi trovate su ogni social quasi, se volete saperne di più chiedetemelo con un messaggio qui su wattpad perché non voglio spammarmi qua sotto :3
Spero vi sia piaciuta, alla prossimaaa!

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