Capitolo 8:"inciampo ma non cado."

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Pov Stefano
Rimasi a pensare a tutto...all'amnesia di Sascha, al bullo che l'aveva picchiato, all'altalena, a quel giorno a casa sua, alle giocate al monopoli a casa sua quando ancora ci parlavamo, alle notti in bianco che ho fatto, a ogni ricordo che avessi in quel momento di lui.
Mi martellava il cuore in petto, misi l'indice di entrambe le mani congiunte e sorrisi, ripensando a ogni cosa.
Quando stavo con la marina non mi sentivo così, era una bella ragazza, ma realmente non provavo nulla quando la baciavo, pensavo a lui. Quando Giuseppe uscì dalla stanza scattai in piedi e lo sorpassai, aveva una faccia un po delusa, chissà che si erano detti,ma in quel momento non mi importava...dovevo trovare il modo per far ricordare a Sascha di me, quando entrai mi guardò poi voltò lo sguardo afflitto:"perché mi guardi così?" "Niente." "Ti sei ricordato qualcosa, Sa?!" Dissi emozionato "non chiamarmi così...non ricordo nulla." Che gli aveva detto Giuseppe? "Stai bene?" "Lasciami stare." "Okay, posso almeno cercare di chiederti qualcosa?" Sembrava un bambino arrabbiato con suo padre. Ci mancava solo che si mettesse a braccia conserte e...cazzo l'ha fatto davvero. ma non con il broncio, era serio. Adesso mi guardava, finalmente mi sedetti di nuovo sulla sedia. "Sembri proprio uguale a come ti avevo lasciato,Sascha.-Lui girò lo sguardo- cos' ho che non va?" Dissi prendendogli il mento e facendo incrociare il suo sguardo con il mio, lui mi guardò, aveva quello sguardo, così profondo ogni volta che lo obbligavo a guardarmi o era lui a obbligare me. Era con così tante emozioni che mai avevo interpretato. "Vattene" disse, non me ne vado da nessuna parte. "Perché?" Non si mosse e neanche io, eravamo uno a un centimetro dall'altro a fissarci. "Deve...- spostava la testa in continuazione per non stare in quella posizione- deve venire l'infermiera a cambiarmi la flebo e poi mia madre..doveva portarmi un cambio!- lo guardai e sorrisi, mi spossi verso di lui e gli diedi un bacio sulla guancia, poi slittai giù dal letto, ero sul letto?! E subito chiusi la porta dietro di me, mi coprii la faccia imbarazzato, mi sentivo il cuore che mi martellava in petto. Da quel giorno in poi avrei provato sempre a fargli ricordare qualcosa, mi promisi.
Dopo un po rientrai, lui mi guardò inespressivo:"mi sono ricordato un giorno in cui io piangevo e tu sei venuto a casa, ti cacciavo ma non te ne andavi, ci siamo seduti uno di fronte all'altro e io ti ho quasi tirato un pugno, poi è entrata mia madre." Lo guardai e sorrisi, lui guardava le lenzuola:"perché sei andato con Marina?..." Sussurrò stringendo le lenzuola. Si stava ricordando il dolore di quel momento, probabilmente, era incazzato e non poco. Non portava gli occhiali, erano sul comodino, guardai inespressivo anche io il pavimento poi mi sedetti sul letto vicino a lui, che ora era seduto e guardava il lenzuolo stringendolo, le sue nocche erano diventate bianche, dopo un po mi prese la maglia e cercò di tirare dei pugni, non lo fermai, lo fece la flebo:"spostati." Dissi, lui si sedette più in là e io affianco a lui, allora mi iniziò a tirare dei pugni forti al braccio, mi faceva male ma infondo me lo meritavo, posò la testa sulla mia spalla e pianse, lo abbracciai.
Infondo era tutta colpa mia...mi dispiace Sascha.
Ho aggiornato oggi perché vi voglio bene, ma domani non aggiorno, devo ancora finire il decimo e sono indietro.
Ciauuuu

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