SARA

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Anna guardava l'isola dal terrazzo della sua nuova casa. Era passato appena un giorno, eppure smaniava dalla voglia di salire al vulcano: era venuta anche per lui, per la bocca chiusa del gigante di fuoco.
"Ciao"
Anna trasalì e restò interdetta sentendosi salutare in quel luogo dove non la conosceva nessuno.
"Sono Sara, la moglie di Turi e lui è Pietro." Una donna giovane dalla mulattiera la guardava e le sorrideva; aveva un sorriso affollato di denti e il labbro leporino che a tenda metteva in evidenza i denti d'avanti, il volto di Sara era bianchissimo e gli occhi piccoli e luccicanti.
"Ciao" rispose Anna per educazione e guardò nel viottolo ai suoi piedi il bambino di quattro anni con un neo grande sulla guancia, che correva con un aeroplano in mano.
Poi aggiunse "vieni su!"
"Turi mi ha parlato di te, tutto bene ? Vuoi collegarti in rete? Noi giù a casa abbiamo la linea, senza linea morirei" parlava con la confidenza che danno le persone buone.
"Sai, io ci lavoro in rete!"
"Che lavoro fai?"

"Traduzioni"
Anna non le chiese altro, anche perché Sara oramai era sul poggiolo e bisognava fare gli onori di casa.
"No, non mi siedo, grazie. Vado via subito, volevo solo chiederti se ti va di venire a sentire suonare Turi e gli altri?"

"Credo di si, insomma mi piace tutta la musica, ma ..."
"Allora preparati e vieni giù da noi, ma fai presto che è già tardi!"e strizzò l'occhio su quell' ossimoro.
"Turi?"
"Viene dopo"

"Ma se Turi è ancora a casa non siamo in ritardo! Non è lui che suona?"
"Intendevo in ritardo per un' altra cosa, vieni che strada facendo ti spiego"

"Ok" disse Anna fidandosi.
Sara sorrise e sorrise anche Anna, sorpresa d'essere stata sorpresa.

"Perché Turi non viene con noi?"

"Quando suona fa tardi, allora viene in motorino e io vado a piedi con Pietro."

Sara aveva indossato la borsa a tracolla e aveva raggiunto la mano di Pietro, che era rimasto sugli scalini a giocare. Anna, non aveva previsto quest'invasione di campo, ma per qualche mistero nascosto s'era alzata per andare con loro senza volersi cambiare.Si era sentita al posto giusto.


In macchina.
"Turi m'aveva detto che sicuramente non saresti venuta"
"Beh, non si sbagliava, ma poi sei arrivata tu ..."
Sara parlava con il bambino e lei poteva così starsene anche zitta. La bocca di Sara diventava sempre più bella, per uno strano effetto della luce calda e dilatata del tramonto o semplicemente perché le labbra carnose e rosa le ammorbidivano quel sorriso di denti imperfetti.

"Turi mi ha detto di portarti in un posto prima di andare al locale"

Ma tu guarda questi due, pensava Anna, interessati a me senza conoscermi.

"Perché Turi vuole che mi porti in questo posto?" aveva chiesto Anna.

"Perché a Milano di tramonti così non ne avrai visto. Dai scendi di là altrimenti fai tardi."

Sara le aveva indicato il selciato, aveva fermato l'auto e s'era accesa una sigaretta.

Anna scese i tre scalini indicati e si affacciò su un piccolo spiazzo che dava sul mare.

Vide il mare, il cielo e il sole basso al limite con l'orizzonte.

Tutto insieme in un dipinto perfetto. Cazzo se era bello! Il tramonto era mozzafiato. 
Stordita da tanta bellezza rimase in contemplazione fino a vedere il raggio verde.

Sara appoggiata al muretto, parlava al palmare da quando avevano parcheggiato.

Anna, mentre aspettava che Sara finisse di parlare al palmare, aveva visto Pietro annoiato che si frugava il naso:

"Non si fa!" gli aveva detto con tono di rimprovero benevolo.

"Che cosa?" aveva risposto lui
"Pulirsi il naso con le mani"

"Non sto usando le mani"
"Ah no? E cosa stai usando?"
"Il dito!"
"E il dito non è una parte delle mani?"
"Questo dito è preciso per il mio naso, guarda" e soddisfatto si era infilato tutto l'indice destro nella narice. I bambini sanno ignorare le domande.
Ad Anna venne da sorridere, ma si girò da un'altra parte che con i bambini ancora non aveva molta confidenza.
"Mamma, andiamo!"
Sara all'implorazione di Pietro, fece cenno che stava per chiudere quella telefonata noiosa. E s'avviarono.

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⏰ Last updated: Mar 25, 2016 ⏰

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