Capitolo XVII: Father

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<< Cosa?>> Liam si mise a sedere di scatto sul letto.  La sua fronte era madida di sudore, le pupille dilatate. Era sconvolto e non potevo biasimarlo. << Andiamo subito alla polizia>>. Si alzò velocemente e, più rapido di un respiro, prese la giacca.  Guardavo il vuoto e vedevo l'immagine di mio padre prima di sapere della mia omosessualità. Era sorridente, mi abbracciava e mi diceva " ti voglio bene". Quelle parole risuonavano nella mia testa, mille spilli che dilaniavano la mia sanità mentale.

<< Zayn ?>> mi chiamava ma io ero lontano anni luce . Non riuscivo a muovere un muscolo, il respiro sembrava essere assente. Mi sfiorò la spalla ed io trasalii.

<< Non posso farcela, non posso vedere mio padre senza vita>> mi sorpresi che la mia voce non  tremasse. << Dammi solo un minuto>>. Respirai profondamente, cercando di farmi forza da solo. Mi asciugai le lacrime e mi alzai. Il mio cuore era  polverizzato, troppe emozioni in poco tempo. 

<< Devo prima chiamare Shane, voglio analizzare di persona il corpo di mio padre >> presi il cellulare  e composi il numero che avevo sul bigliettino.

<< Ma sei impazzito ? >> mi tolse il cellulare da mano .<< Non sa niente di te, non puoi metterlo in mezzo a tutto questo casino>> mi guardava come se fossi pazzo.

<<E' un chirurgo, è più qualificato di noi in questo campo >> lo guardai negli occhi, un fuoco divampava all'interno di essi. << Voglio almeno capire com'è successo, guardare con i miei occhi la debolezza di un uomo>>.

<< Mio zio è un medico legale, vederò che posso fare>> prese il cellulare e  si allontanò. Un senso di nausea mi pervase e la testa iniziò a girarmi. Mi appoggiai al capezzale del letto e respirai profondamente.  Sentivo tutto il peso della situazione gravare su di me. Non era colpa mia, solo di questo ero certo.  Volevo scoprire le cause della sua morte, vederle con i miei occhi.

<< Stai bene ?>> Liam era tornato nella stanza. Era davvero preoccupato per la mia salute , per la mia vita. Glielo leggevo negli occhi.

<< Sì, è solo un capo giro>> gli sorrisi. Non volevo essere debole ai suoi occhi, non volevo più piangere davanti a lui. Era orribile essere forte , essere forte per sostenere il mondo e non potersi permettere di cedere.

<< Ho parlato con mio zio che è un medico legale e ha detto che puoi assistere all'autopsia>> non era molto convinto , forse aveva paura. << Sei sicuro di volerlo fare ? E' pur sempre tuo padre>>.

<< Sì, voglio farlo >> mi avvicinai a lui e lo abbracciai . Lo strinsi più forte che potevo e non mi importava se lo facevo male, volevo sentirlo vicino.

<< Non sarà una bella sensazione vederlo su quel tavolo >> mi toccò la spalla ed un velo di compassione si posò sui suoi occhi. Non volevo essere compreso, non  me ne facevo nulla della compassione altrui , ma volevo scoprire solo cosa fosse successo a mio padre.

<< Smettila di guardarmi così>>  tolsi la sua mano dalla mia spalla e presi la giacca.<< Ho detto che voglio farlo e non puoi impedirmelo>>.

<< Voglio solo sapere il perché>> sospirò ed era chiaramente confuso dalle mie idee.<< Perché vuoi farti del male ? Perché vuoi soffrire ancora di più?>>.

<< Sarò sadico, non lo so, ma non voglio che il sistema giudiziario inventi le solite balle e menta a me e alla mia famiglia>> aprii la porta << Sei con me o no ?>>.

Alzò gli occhi al cielo e, poi ,nel suo sguardo  si accese una scintilla di determinazione. Si avvicinò a me e mi scompigliò i capelli. << Non condivido le tue idee ma sono con te>> mi sorrise e uscimmo da quella maledetta stanza, piena delle mie lacrime ed incubi.  Mi prese per mano e tutte le preoccupazioni lasciarono la mia mente. Camminavo insieme a lui, ma la mia mente era incentrata sui ricordi che avevo di mio padre. Ricordavo che mi portava sempre al parco per far volare i modellini di aerei e per far librare in aria il mio aquilone rosso e giallo. Poggiai la testa sulla spalla di Liam e delle lacrime calde rigavano il mio viso. Cercavo di piangere in silenzio, cercavo di non farmi notare dal mondo.

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