Capitolo XXVI : Bad moon rising

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<< Perché lo hai fatto ? PERCHÉ >> urlai e sbattei un pugno sul tavolo.

<< Non essere melodrammatico, sembri mia nonna mentre guarda le sop opera >> rise Natalie dall'altro lato della stanza.

<< Ti sembra il momento di scherzare ?>> la guardia con uno sguardo incandescente. Natalie si avvicinò a me fino a guardarmi negli occhi.

<< Vuoi saperlo davvero, dolcezza ? >>  mi prese il mento tra le sue dita gelide. << Era l'unico modo per farti cadere tra le mie braccia >>.
<< Tu sei malata >> mi avviai alla porta. Feci per aprirla ma si staccò dal muro , proprio come uno sticker .

<< Non ti ho fatto un favore? Ti lamentavi continuamente di lui , dolcezza >> . Sentivo il rumore dei suoi tacchi farsi sempre più vicino.
<< Forse dovrei fare lo stesso con te , non credi ? >> . Caricò la pistola e me la puntò dietro la nuca.

<< Quanto sei lurida . Fallo, avanti, mi fai un favore >> dissi.  Ci fu un'espressione e poi tutto era rosso.

Mi svegliai urlando e con la fronte imperlata di sudore. Avevo il fiato corto e il petto mi faceva male. Liam corse nella stanza e mi prese tra le sue braccia.
<< È tutto finito, va tutto bene >> mi sussurrò e mi strinse ancora più forte. Sentivo il suo battito cardiaco costante e contrastante con il mio.
<< Non respiro >> dissi ansimando. Stavo avendo un attacco di panico. Il mio campo visivo si restringeva sempre di più. Cercai di respirare profondamente. All'inizio faceva male respirare, un male cane, ma iniziai a riacquistare il controllo del mio corpo e non era più doloroso.

<< Devi calmarti >> disse Liam accarezzandomi la schiena.

<< Pensavo di non risvegliarmi più e, quando ho aperto gli occhi, ero paralizzato >> dissi ansimando. << O almeno sembrava di esserlo >>.

<< Si chiama paralisi del sonno. Il cervello è attivo ma, poco prima di dormire o appena svegli, il corpo è letteralmente paralizzato>> disse Liam . << Hai dormito poco e sei stressato, è normale >>.

<< Se lo dici tu >> dissi e mi strofinai gli occhi con il palmo delle mani. Mi sentivo più tranquillo rispetto alla scorsa notte, ma quella sensazione di disgusto era sempre lì.

<<Voi un po'di caffè ? Ne ho appena fatto un po' >> si alzò dal divano e andò verso il bancone della cucina. Cercai il cellulare e lo trovai nelle pieghe del sofà. Sbloccai lo schermo e trovai una miriade di messaggi e chiamate di mia madre e di mia sorella. Mi ero completamente dimenticato di avvisarle e, dopo quello che era successo, potevo solo immaginare la loro preoccupazione.  Composi il numero di mia sorella e iniziai a tamburellare le dita sulla gamba destra.

<<Pronto ? Zayn? Si può sapere dove cazzo sei? >> urlò mia sorella dall'altro capo del telefono.

<< Dovevo distrarmi un po', scusami >> mentii spudoratamente. Di certo non potevo dirle tutto perché  la verità  era troppo brutale.

<< Okay, ma adesso corri a casa che c'è il funerale di papà >> disse con voce dura.

<< Adesso arrivo >> conclusi e chiusi la chiamata.  La testa mi stava scoppiando e sentivo che le forze mi stavano man mano lasciando. Il confine tra la sanità mentale e la pazzia era un filo di cotone e, prima o poi , lo avrei spezzato. Ma dovevo essere ottimista e le cose si sarebbero aggiustate perché dipendeva dalla mia forza di volontà, dalla mia determinazione a porre fine a questo inferno.

<<Ascolta >> disse Liam piazzandosi davanti a me. Aveva una tazza di caffè fumante tra le mani. << Se non reagisci ora sarai sempre chiuso in questo stato, chiuso  in questa dimensione in cui ti piangi addosso >> .

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