Capitolo 4.

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Apro gli occhi, sono ancora mezza addormentata, penso all'ultima cosa che stavo facendo prima di addormentarmi, ero sul divano con Debora a guardare i cartoni, e adesso sono in una camera da letto, sotto le coperte. La camera e buia, ma comunque si capisce che è giorno. È molto semplice, ha le pareti bianche, il letto dove sono io e l'armadio difronte, una piccola scrivania di fianco e poi sotto alla finestra c'è una specie di muretto che è bellissimo. Mi tolgo le coperte di dosso, scendo dal letto e vedo che ci sono un paio di pantofole, non sono carine come le mie, ma sono lo stesso belle, le indosso e mi viene freddo all'improvviso, prendo la coperta che c'è sul letto e mi ci avvolgo dentro, sembro proprio una bambina. Mi avvicino alla finestra, e mi siedo sul muretto, apro la tenda e vedo che fuori piove ancora più forte di stanotte, mi rannicchio sotto la coperta, resto lì a fissare fuori la pioggia che cade, all'improvviso si sente la porta aprirsi. È Debora, sbuca con la testa da dietro la porta, mi vede e mi sorride.
Debora: -Ben svegliata bella addormentata, dormito bene?- Mi sorride e si avvicina.
Io: -Si grazie, ma come sono arrivata qui?-
Debora: -Ti ci ho portato in braccio, eri così adorabile mentre dormivi, non volevo svegliarti, e poi ho pensato che sul divano saresti stata scomoda quindi ti ho portato in camera mia, spero sia andata comoda.-
Questa ragazza è un insieme di emozioni e lunatica, un attimo prima è un insieme di acidità e un attimo dopo è dolce e adorabile.
Io: -Si grazie, ho dormito benissimo, ma non prendermi in braccio è una cosa che non sopporto.- le dico sorridendo.
Debora: -Perché ti dà fastidio?-
Io: -Non ho un bel rapporto con il mio fisico, quindi una cosa che odio è quando mi prendono in braccio. Sono pesante..-
Debora: -A ,e piace e poi non sei pesante, ti ho preso in braccio senza difficoltà.-
Preferisco non risponderle.
Lei è in piedi lì davanti a me, gli faccio spazio sul muretto, così che può sedersi.
Si siede vicino a me e restiamo lì insieme, a guardare fuori.
Io: -Che ore sono?-
Debora: -È mezzogiorno, hai dormito due ore e mezzo, hai fame?-
Io: -In realtà si un po..-
Debora: -Dai vieni, andiamo giù che ti cucino qualcosa.-
Io: -Si inizia a scendere che io ti metto in ordine il letto e poi scendo.-
Debora: -No scendi con me, tanto dopo torniamo su a riposarci, devi dormire un altro po.-
Io: -Ma no.-
Debora: -Taci e cammina giù come me.-
È inutile che ribadisco, scendo dal muretto, mi metto le pantofole e mi aggiusto la coperta addosso, lei resta seduta e mi guarda, ha un mezzo sorriso stampato sulla faccia, ma non ne capisco il motivo.
Io: -Non dobbiamo andare giù?-
Debora: -Hai freddo?-
Io: -Un po-
Si alza, va davanti l'armadio si nascondo dietro l'anta, è come se fosse sparita, cerca per un po non so cosa poi risbuca fuori con una felpa più pesante e me la butta addosso, riesco a prenderla al volo.
Debora: -Mettitela-
Poso la coperta sul letto, mi tolgo la mia è metto la sua, davanti è aperta come quella che avevo prima, ma è molto più calda, poi è grandissima.
Debora: -Adesso sei una bambina in tutto e per tutto.-
Scoppio a ridere
Io: -Hai ragione.-
Iniziamo a ridere insieme, poi scendiamo. Mentre siamo sulle scale sento una voce di una ragazza, appena arriviamo giù questa ragazza mi squadra da capo a piede. Arriviamo davanti a lei.
Debora: -Rita lei è Cristina, Cristina lei è Rita.-
Io: -Ciao..- saluto con voce tremate.
Cristina: -Da quando fai la baby sitter?- Debora scoppia a ridere.
Okay adesso mi sta sul cazzo.
Debora: -È la figlia di una amica di mia madre, stamattina è venuta con me a fare la spesa, poi siamo tornate a casa e si è addormentata e l'ho portata in camera.-
Cristina: -A me mi hai fatto dormire nella camera degli ospiti..-
Debora: -Non iniziare.-
Cristina: -È come mai ha la tua felpa addosso?-
Debora: -Aveva freddo e gli ho dato la felpa.-
Cristina: -Quella felpa non l'hai data nemmeno a me quando ho dormito qui che stavo morendo di freddo.- Dice togliendomi per un secondo gli occhi di dosso per guardare Debora.
Debora: -Lo so.-
Cristina: -Quanti anni hai?- dice rivolgendosi a me.
Io: -19-
Cerco di guardare altro, pensare  quell idiota che mi fissa in quel modo.
Cristina: -Ti lascio continuare a fare la babysitter, ciao.-
Dice alzandosi dallo sgabello, e andarsene. Debora non fa una piega, resta ferma, immobile, impassibile.
Debora: -È solo gelosa, non la pensare.-
Io: -per quale motivo dovrebbe esserlo?-
Debora: -Cristina ha sempre avuto una cotta per me, ma non lo ha mai voluto ammettere.-
Io: -Lei è..-
Debora: -Si è lesbica.-
Io: -È tu?-
Le dico continuandola a fissare, lei non si smuove di un passo, continua a fare quello che sta facendo.
Debora: -Se ti dicessi di sì capiresti ogni mio singolo gesto o parola in malo modo, se invece ti dico di no, ci rimarresti male.-
Queste sue parole mi stupiscono.
Io: -Perché dovrei stare male?-
Lei prende i piatti e si avvicina alla tavola già apparecchiata.
Debora: -Vieni a sederti a tavola che è pronto-
Io: -Cosa hai cucinato di buono?- le chiedo con un sorriso che mi va da un orecchio al altro, non ne vuole parlare e va bene, infondo non è stato facile nemmeno per me parlarne con qualcuno.
Debora: -Pasta con tonno e pomodoro. Spero ti piaccia..-
Io: -sii è il mio piatto di pasta preferito.-
Fa un sorriso immenso pieno di soddisfazioni.
Mangiamo in assoluta tranquillità. Quando finiamo l'aiuto a sparecchiare. Parliamo poco, per lo più ridiamo e scherziamo sul fatto che io sembri una bambina.
Debora: -No fermati, faccio io.-
Io: -Voglio aiutarti..-
Debora: -Non voglio, devi riposarti.-
Io: -Ma sono più che riposata, sto benissimo, ora voglio aiutarti.- Prendo i piatti con le posate e i bicchieri da sopra la tavola e li portò nel lavandino, così da poterli lavare. Mi tiro su le maniche, ma la maglia è talmente larga che ricadono un secondo dopo. Debora mi guarda e ride.
Io: -Non ridere di me, le maniche non stanno su.-
In quel momento mi rendo conto che la mia voce, era uguale a quella di una bambina, e mi maledico da sola per aver parlato.
Debora: -Sei così bambina...-
È così dolce a volte...
Debora si avvicina e mi gira le maniche della felpa, fa in modo che non mi cadano più, e faccio un sorriso immenso.
Debora: -Ti rallegri con poco.- mi sorride.
Io: -Si- ammetto guardando in basso e iniziando a lavare i piatti. Lei nel frattempo spazza e finisce di togliere la tavola. Insieme finiamo subito di pulire la cucina.
Debora: -Dai vieni, torniamo in camera, così puoi riposarti ancora.-
Io: -Non ce n'è bisogno, sono molto riposata grazie lo stesso.-
Debora inizia a salire: -Dai vieni.- dice.
Io: -No dai stiamo giù.-
Debora torna indietro, e mi prende di peso, mi carica sulle spalle e mi porta su.
Io: -Mettimi giù. Debora mettimi giù ho detto.- dico urlando, ma lei ride, sempre più forte e fa ridere anche me.
Debora: -Smettila di urlare, sembri una bambina che fa i capricci.- ormai mi rassegno, mi diverte stare con lei.
Arrivati in camera mi mette giù, siamo molto vicine, così da essere certa che gli arrivo alla spalla.
Debora: -Dai muoviti, mettiti sul letto, nel frattempo io prendo le coperte.-
Faccio come mi dice, salgo sul letto e mi metto sotto le coperte che ci sono sul letto, dopo qualche secondo arriva Debora con le altre coperte prese da dentro l'armadio, le aggiusta sul letto e si mette vicino a me, si distende, mi mette un braccio sotto il collo e con la mano mi accarezza i capelli,io sono appoggiata sulla sua spalla, con il viso praticamente a due millimetri dal suo collo.
Io: -Perché a me hai dato la felpa e a Cristina no?-
Debora: -Shhh cerca di dormire.-
Inizia ancora a toccarmi i capelli come aveva fatto prima, mi piace quando lo fa, mi rilasso. Dopo qualche minuti ci addormentiamo insieme..

Perché ogni cosa bella, ti fa sempre stare male. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora