fourth soul

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Le sue grandi mani erano intrecciare con quelle piccole di lui.
Sapeva che doveva lasciarlo andare, ma faceva più male di quello che aveva sempre pensato.
Era un dolore che non lo faceva respirare, che gli faceva venir voglia di raggomitolarsi per terra e piangere.
Ma non poteva, avrebbe tenuto duro, per lui.
Doveva fingere di stare bene, di essere forte.
Ma in realtà era debole, e sapere che gli avrebbero tolto la cosa che amava di più al mondo lo faceva morire pian piano.
Guardò negli occhi il ragazzo, sperano di trovare un po' di vita e rassicurazione.
Ma erano vuoti, spenti.
Quegli occhi che erano sempre stati vigili e allegri, sempre illuminati da una luce di vita e speranza, ora erano come due buchi neri.
I loro sguardi si incrociarono, ed entrambi ebbero una fitta al cuore.
Si amavano talmente tanto da star male.
Nei loro sguardi c'era apprensione uno per l'altro, riuscivano a captare i rispettivi dolori, ma quella volta nessuno poteva consolare nessuno.
Il minuto ragazzo venne chiamato, e gli diedero due minuti per salutare il suo ragazzo.
I due si guardarono negli occhi, cercando di trattenere le lacrime l'uno per l'altro, cercando di rimanere forti.
Ma dio, quel dolore era davvero troppo da sopportare.
«jean, ti prego, non andartene» disse il ragazzo più grande, cominciando a piangere come un bambino.
Jean guardò il suo ragazzo, e con il cuore spezzato disse «devo andarmene, se c'è una vita dopo la morte, sappi che la passerò tutta pensando a te. Perché, anche se non te l'ho mai detto fino ad oggi, io ti amo, Jack. Ti amo da star male, da morire direi.» jack rimase stupido da quelle parole, il ragazzo non aveva quasi mai ammesso i suoi sentimenti, era sempre stato freddo a proposito di quell'argomento, e, sentigli dire queste cose sul punto di non ritorno gli spezzò definitivamente il cuore. « perché se ci amiamo tanto deve fare così male? Perché non possiamo avere una lunga e noiosa vita davanti come tutte lo coppie normali? Anch'io ti amo, jean, e lo sai bene. Non smetterò mai di pensare a te.» disse Jack stringendo sempre di più la mano del ragazzo albino davanti a lui.
L'altro ragazzo abbassò lo sguardo sul pavimento, e fece in modo che i capelli gli nascondessero gli occhi.
Stava piangendo.
Era la prima volta che Jack vedeva Jean piangere, e aveva sperato che non succedesse mai.
Ma c'è una prima volta per tutto.
Con la mano libera, prese il mento del bellissimo ragazzo albino, e fece in mondo che lui lo guardasse.
Sapeva che era l'ultima volta che lo avrebbe visto, e voleva imprimersi nella mente ogni dettaglio del suo viso.
I dolci occhi marroni, leggermente a mandorla, contornati da scure occhiaie erano colmi di lacrime pure e dolci.
Il piccolo naso cosparso di chiare lentiggini perfette.
Le labbra carnose e rosse che aveva amato baciare e ribaciare.
E i capelli candidi come la neve, che gli erano venuti a causa di una strana sindrome di cui il ragazzo non ricordava il nome.
Quello era il volto di jean, il ragazzo che gli aveva rubato il cuore, e anche colui che glielo stava spezzando.
I dottori tornarono dai ragazzi, per annunciare che il loro tempo era scaduto.
Jean e jack, timidamente, si scambiarono il loro ultimo bacio, e si dissero addio.
Quando jean lasciò la stanza, jack crollò sul pavimento.
Continuava ad avere tremori, e aveva dolori ovunque.
Come avrebbe potuto vivere senza di lui? E perché avrebbe dovuto continuare a vivere senza di lui? Che senso aveva la vita ora?
Queste erano le domande che lo tormentavano.
Ma, in qualche modo, lui andò avanti.
Portandosi dietro un macigno di dolore ed un cuore spezzato, lui andava avanti.


s/r
questo è uno dei capitoli che per me è più importante, anche perché racconta di un dolore che io conosco sfortunatamente fin troppo bene.
scriverlo ha fatto molto male, ma spero che sia uscito quantomeno decentemente. grazie a tutti quelli che leggono la mia storia, significa davvero moltissimo per me, ed ogni volta mi dimentico di scriverlo. grazie davvero, mi date una gioia incredibile, vi amo.
-Ro

seven soulsWhere stories live. Discover now