Capitolo 33

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- Emily dobbiamo parlare. - Dissi alla bambina, la quale abbassò lo sguardo triste.

- Scusa.. - Risi alla sua reazione.

- Non sono arrabbiata piccola. Voglio parlarti di papà. - E a quelle parole alzò gli occhi su di me sorpresa. Mi ero sempre rifiutata di parlare di suo padre, anche perché non sapevo nulla su cosa gli fosse successo realmente.

- Papà viene qua? - Chiese felice la bambina. Quel sorriso che si era formato sul suo volto mi rese tremendamente triste.

- No, piccola. Papà non tornerà mai con noi. - I suoi occhi iniziarono a bagnarsi e il suo sorriso sparì in un attimo.

- Ehi.. Non piangere. Lui ora si trova in un posto molto lontano e bello. Non tornerà, ma ti vuole bene. Ti ama e ti protegge ogni giorno anche se tu non lo vedi. -

- Ed anche se lui non è con noi, lui è proprio qua. - Dissi indicandole il cuore. Lei si mise una mano sul suo petto sorridendo lievemente. Successivamente si avvicinò a me, prese la mia mano ed imitò il suo gesto facendomi mettere la mano sul mio cuore.

- Papà è là? - Chiese sorridendo.

- Sì. Papà è qua. Shawn è qua. - Dissi prendendola ed abbracciandola.

- Shhaln? - Cercò di ripetere Emily.

- Sì, papà si chiamava Shawn, Shawn Mendes. - Lei mi sorrise e mi diede un bacio sulla guancia.

- Grazie, mama. -

- Ti voglio bene, amore.. Usciamo? - Domandai, lei annuì felice.

- Mama, dove andiamo? - Mi chiese Emily, mentre la sistemavo sul suo seggiolino.

- Andiamo a trovare una persona. -

- Pronte? - Chiese Brittany al volante.

- Sì! - Urlò la piccola. Oggi saremmo andate al Radley. Non ero pronta, ma non potevo tirarmi indietro. Ero nervosa e non riuscivo nemmeno ad immaginare come si sentisse Brit in quel momento. Avrebbe potuto rivedere sua madre dopo 2 anni.

Quando arrivammo, Emily mi guardò impaurita da quel edificio inquietante.

- Non avere paura, andiamo a trovare una persona e poi andiamo via subito. - Dissi cercando di tranquillizzarla. Portare una bambina in un ospedale psichiatrico non era proprio una buona idea, ma non avevamo altri posti per farle incontrare.

Dopo aver firmato il libro delle visite, le infermiere ci fecero accomodare in una stanza più accogliente di quanto pensassi.

Era abbastanza spaziosa, all'interno c'erano dei pazienti controllati da altri infermieri. Giocavano a carte, disegnavano, parlavano tra di loro ed una di loro suonava pure il piano.

In quella stanza c'erano solo due porte, una era collegata all'entrata da cui eravamo passate e l'altra, molto probabilmente, era collegata alle varie stanze dei pazienti.

E da quest'ultima apparve la madre di Brit. Non appena la vide, si alzò dal divano in cui eravamo sedute.

Vedevo felicità e tristezza nei suoi occhi che si riempirono di lacrime non appena la madre la chiamò.

- Brittany.. - Sussurrò.

- Mamma. - E subito dopo, la ragazza dal sorriso a 32 denti, corse verso sua madre abbracciandola. La signora Mendes rimase immobile per qualche secondo cercando di capire cosa stesse succedendo, ma quando si accorse che era finalmente con sua figlia, ricambiò il suo abbracciò e scoppiò a piangere proprio come Brit.

In quella stanza si sentivano solo i loro singhiozzi di felicità e il suono del piano. Fu una scena che mi colpì dritta al cuore.

Vedere madre e figlia finalmente insieme dopo tanti anni mi fece ricordare per un attimo mia madre. Un sorriso apparì sul mio volto, ma venne sostituito da una smorfia nervosa non appena la signora Mendes mi guardò.

- Camila? - Mi chiese asciugandosi le lacrime. Era la seconda volta che la vedevo. La prima volta fu quando accompagnai Shawn a casa e restai insieme a loro per una cena che non comprendeva suo padre, ma dopo ciò non la vidi più.

- Ciao, Karen. - Dissi nervosa.

- Che cosa ci fai qui? - Non riuscivo a capire se era arrabbiata o felice. Successivamente Emily mi chiese chi fosse quella signora vestita di bianco, attirando la sua attenzione.

- Lei chi è? - Mi chiese Karen osservando la bambina vicino a me.

- Lei è mia figlia.. La figlia di Shawn.. Tua nipote. - Karen continuò a guardare me ed Emily spaventando la piccola per gli sguardi inquietanti che le lanciava.

- Non avere paura.. Lei è la mamma di papà. - Spiegai tenendola stretta a me.

- Mama di papà? - Chiese inclinando il capo a destra. Annuii.

- Karen, dobbiamo parlare. - Dissi rivolgendomi alla donna in piedi davanti a me. Dopo quella mia affermazione, capii che era infuriata.

- No, io non devo dirti nulla. Per colpa tua ho perso mio figlio. Se non fosse stato per te, lui sarebbe ancora con noi. -

- Mamma.. Non è stata colpa sua.. - Cercò di difendermi Brit, ma non ci riuscì.

- E di chi sarebbe la colpa? Se solo lei e Shawn non si fossero messi insieme, se solo loro non si fossero mai conosciuti, Shawn sarebbe ancora qua. -

- Mi dispiace.. - Fu l'unica cosa che riuscì a dire.

- No, non è vero. Non sei affatto dispiaciuta. Se solo tu non avessi amato mio figlio.. - Disse puntandomi il dito contro e facendo arrabbiare Emily.

- Tu cattiva! Mama ama papà! Cattiva! - Urlò saltando giù dal divano e dando piccoli pugni alla donna che dopo aver sentito le parole della bambina rimase immobile a guardarmi.

I suoi occhi erano lucidi e il suo viso era rigato dalle sue lacrime, proprio come il mio.

- Mi dispiace.. - Ridissi con un filo di voce.

- Amavo suo figlio così tanto, ho scoperto che cosa gli è successo solo qualche settimana fa. In fondo so che è colpa mia, ma se continuassi a piangermi addosso, lui si arrabbierebbe e ci rimarrebbe male. - Dissi tra i singhiozzi.

- E soprattutto non vorrebbe che lasciassi nostra figlia da sola. -

- Come si chiama? -

- Emily. - La piccola ormai aveva smesso di tirare pugni e l'unica cosa che faceva era guardare verso la donna con uno sguardo arrabbiato e tenero allo stesso tempo.

- Scusa Emily se mi sono arrabbiata, ma mi manca tanto il tuo papà. - Le spiegò Karen accarezzando la testa della bambina. Emily le fece segno di abbassarsi e non appena furono alla stessa altezza, Emily le prese la mano e gliela posò sul suo petto sorridendo.

- Papà è qui. - Quel gesto fece scoppiare nuovamente Karen in lacrime. Portò la bambina tra le sue braccia e continuò a piangere ricordando il suo adorato figlio.

A/N

Come avevo promesso ecco qua il capitolo.

Questa storia, ad essere sincera, non mi piace molto. Ho scritto questi capitoli improvvisando e non ho pensato molto al filo logico della storia :')
Ma ormai ho scritto 33 capitoli, quindi mi sembrerebbe brutto eliminarla.

Riguardo alla nuova storia, la pubblicherò non appena la finirò di scrivere.

7/27
E' da due giorni, ovvero da quando è uscito l'album, che ascolto le loro canzoni su Spotify. Domani vado a comprarmelo e non vedo l'ora *^*

~E.

We Can ~ CamrenWo Geschichten leben. Entdecke jetzt