2.

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Pomigliano (Napoli)
Nei giorni seguenti da quell'incontro la situazione con elodie non era cambiata per niente. Le litigate erano sempre più forti. La notte alle 3 ci trovavamo a mandarci a quel paese chiudendoci il telefono in faccia per poi non sentirci ore.
Non so cosa ci ha portato a questo. Non so più veramente cosa pensare. A volte penso che dovremmo chiudere la storia, per quanto ci amiamo non troviamo punti d'incontro. Non abbiamo mai un attimo per guardarci in faccia e capire realmente cosa vogliamo. Stare distanti non ci aiuta. Sto per dare un pugno al muro, mia madre mi ferma per un polso.
«quando la smetterete di farvi del male?» mi chiede con tutta la pacatezza che ha sempre avuto nella vita.
«quando chiuderemo la storia » mi guarda negli occhi, come se avessi detto qualcosa di sbagliato. Come se gli stesse cadendo il mondo addosso.
«che stai dicendo? »
Mamma si è "innamorata" di Elodie. L'adora, ci sono giorni che passa con il disco attaccato alla radio e la si sente dal giardino cantare a squarciagola. Le vuole bene come se fosse sua figlia e sapere che mi faceva stare da dio le riempiva il cuore di gioia. Ci vedeva felici.
«che non siamo felici come una volta mamma!» confesso abbassando lo sguardo.
«che vi è preso? Che vi sta succedendo? Vi ho lasciato che eravate pieni di amore!»
«a volte l'amore non basta mamma. A volte ci vuole anche buona volontà di venirci incontro. A volte si deve smettere di fare la guerra.» faccio un sospiro profondo. Trattenendo le lacrime. « in questa guerra ci stiamo uccidendo!»
Mi accarezza la testa e io chiudo gli occhi. Poi mi butto tra le sue braccia. Come quando ero bambino e mi facevo male. Le sue braccia c'erano sempre state pronte ad accogliermi. Mi sento incompleto.
«Lele si sistemerà tutto!» mi asciugo le lacrime. Scuoto la testa.
«No, mamma stavolta non credo si sistemerà niente» confesso. Prendendo le chiavi di casa.
«Lele» mi chiama mi volto «non fare cazzate! Non buttate tutto nel cesso! » mi dice. Poi esco, raggiungo i miei amici. Ho bisogno di sfogarmi.

Roma.
"trascorsi giorni interi senza dire una parola. Credevo che fossi davvero lontana. Sapessimo prima di quando partiamo. Il senso del viaggio la meta il richiamo. Perché ti voglio bene veramente e non esiste luogo dove non mi torni in mente.
Avrei voluto averti veramente. E non sentirmi dire che non posso farci niente. Avrei trovato molte più risposte se avessi chiesto a te ma non fa niente. Non posso farlo ora. "

Diamine! Ci mancava solo mengoni adesso. Ma è possibile che tutte le canzoni debbano perseguitarmi. Già la situazione non è delle migliori. Il piatto mi cade in terra.
«Elo» Emma richiama la mia attenzione. Mi prende per un braccio facendomi sedere su uno degli sgabelli in cucina «basta! Smettila di massacrati così! Te ne prego! O ci parli o la finisci. Ti stai torturando. Anzi rettifico vi state torturando! » incalza.
«ho una confusione in testa »
« e pensi che continuando così risolvere qualcosa? Pensi che andando avanti ignorando ogni sua chiamata il petto si alleggerisca? Pensi che standogli lontano risolverai tutti i problemi? Eh elo? Pensi davvero di continuare questo andazzo? »
«Emma non ti ci mettere pure tu!»
«io? Elodie non mi metto in mezzo sono giorni che sto zitta. Giorni che vi vedo che litigate che quello chiede di vederti e tu ti allontani. Giorni che vi mandare a quel paese. Giorni che lo ignori. Me ne sono stata ferma. Ora però basta! Non voglio vedervi stare male. Voglio bene anche a Lele. È questa situazione non può andare avanti. Prendi una decisione. Parlagli. Ma finitela di fare i bambini! Hai 26 anni te lo ricordo. Adesso sembri tu quella di 19» incazzata raccoglie il piatto che mi era caduto. Lo butta nel cestino. Non riesco a dire niente. Sono ferma immobile.

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