Le ore si susseguono una dopo l'altra, tra i prof che spiegano le loro materie e Chiara che mi lancia occhiatacce ogni due per tre, tant'è che le tredici del pomeriggio arrivano in un battibaleno.
Dopo scuola, invito Francesco da me che accetta con un gran sorriso la mia proposta.
Arrivati a casa mia, posiamo gli zaini in camera e scendiamo in cucina.
«Pasta in bianco o al sugo?» Gli chiedo, armeggiando con i fornelli.
«Sai cucinare almeno?» Mi chiede, poggiando il mento sui gomiti.
«Cosa ti fa credere il contrario?» domando prontamente.
Si nota così tanto che sono impedita?
«Hai preso una padella piuttosto che una pentola, tanto per cominciare.»
«Oh, quella era per il secondo, che ti credi.» Mento, tirando fuori ciò che ci serve davvero.
Francesco ride e fa il giro del tavolo.
«Lascia fare a me.» mi propone.
«Se insisti tanto.» Mollo subito padelle e pentole e prendo posto su una delle sedie della cucina.
«Ed io che credevo avrei dovuto chiedertelo due volte.» si prende beffa di me, scuotendo la testa.
Gli faccio la linguaccia e lo lascio preparare.
Dopo neanche dieci minuti un odorino di salmone si diffonde per la cucina, facendo brontolare il mio povero stomaco.
«Cosa stai cucinando?» Gli chiedo, sporgendomi verso di lui.
Lui in risposta scola la pasta e prepara i piatti.
Quando si volta, tra le sue mani ci sono due piatti stracolmi di pennette al salmone che oltre ad avere un bell'aspetto, avranno anche un buon sapore.
Addento una forchettata e non posso che mugolare per quanto sono buone.
«I complimenti dopo, eh.» Dice Francesco, sorridendo.
Gli faccio il dito medio, scherzando, e finisco la mia porzione.
Sono state le pennette al salmone più buone che io abbia mai mangiato in tutta la mia vita. Ho appena scoperto uno dei talenti di Francesco.
«Dove hai imparato a cucinare?» Gli chiedo curiosa, sparecchiando.
«Da solo. Quando mio padre stava via per qualche giorno, lasciando a me e a sua moglie qualche giorno di tregua, quest'ultima era troppo occupata a tornare in forze per prendersi cura anche di me così mi occupavo io di lei.
Ed è così che ho imparato a cucinare.
All'inizio sbagliavo tantissimo, sono stati più i cibi bruciati che quelli commestibili, ma poi ho imparato ed adesso me la cavo alla grande.»
«Dovresti partecipare a qualche corso di cucina, lo vinceresti ad occhi chiusi.»
«Se hanno tutti la tua stessa ingordigia e acquolina in bocca, ho la vittoria in pugno.» Mi prende in giro ed io rido.
Dopo aver sparecchiato, saliamo in camera mia.
Francesco si siede sul mio letto mentre io mi accomodo per terra, prendendo la chitarra poco distante da me.
Sì, se ve lo state chiedendo, sono piena di strumenti musicali.
Quando pizzico le corde, Francesco mi presta la sua totale attenzione.
«Suoni qualcosa?»
«Volevo allenarmi per il concorso, ma non so quale canzone portare.»
«Qualsiasi canzone sceglierai, la canterai da Dio.» mi assicura.
«Non sei d'aiuto.» gli faccio notare.
Lui sorride si appoggia sui gomiti mentre io cerco qualche idea su youtube.
Scorrendo sul canale di Adele, trovo la risposta.
When we were young è la canzone che porterò al concorso.
Come ho fatto a non pensarci prima?
Inizio a suonare la chitarra, dimenticandomi per un attimo di tutto il resto. Chiudo gli occhi ed inizio a cantare.You look like a movie
You sound like a song
My God
This reminds me,
Of when we were youngLet me photograph you in this light
In case it is the last time
That we might be exactly like we were
Before we realized
We were sad of getting old
It made us restless
It was just like a movie
It was just like a songAmo questa canzone.
La voce di Adele, poi, è indescrivibile.
Starei ad ascoltarla per ore, senza stancarmi mai.
Quando termino con gli accordi, guardo Francesco che è rimasto a bocca aperta.
«Wow...» è tutto ciò che riesce a dire.
«Sei straordinaria. Ho il corpo pervaso dai brividi, ma come fai?» Aggiunge poco dopo.
«Saranno per il freddo.» replico.
«Fanno almeno venticinque gradi qui dentro perciò scarterei questa opzione.» ribatte, fissandomi sfacciatamente le labbra.
«Sarai freddoloso di tuo.» tento, guardandolo.
Francesco mi fissa, sorridendo.
«Non lo sono mai stato in vita mia.» Dice.
Si protende verso di me, lentamente. Il suo naso sfiora il mio.
Ora li ho io i brividi.
Preme le sue labbra sulle mie ed io rispondo al bacio, allacciando le mani dietro il suo collo.
Mentre mi bacia, incurva le labbra in un sorriso che fa sorridere anche me.

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Fredda ma spettacolare❄️
FanfictionElena. 16 anni. Vive a Roma. Caratterialmente è una persona fredda mentre esteticamente è di una bellezza che lascia senza fiato. Occhi azzurri come il ghiaccio, capelli grigi e nasino alla francese. Ogni volta che qualcuno tenta di parlarle, lei o...