14. Ora

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Quando mi alzo alle 5, Harry è avvinghiato intorno a me. Scivolo via da sotto il suo braccio, andando verso l'armadio per prendere il mio costume da bagno. Nuoto per un'ora, poi faccio la doccia lavando via gli ultimi quattro giorni. Sta ancora dormendo sul suo stomaco quando esco.

Mi siedo sulla grande poltrona grigia accanto al mio letto e lo guardo per un attimo. La sua faccia è angelica nel sonno, soffice e abbronzata. Il suo corpo è stirato sul letto diagonalmente, come se avesse sorpassato il mio cuscino in mia assenza. La sua schiena è lunga e punteggiata da nei e lentiggini, e posso vedere le sue snelle, pelose gambe spuntare dalle coperte. Ha dei tatuaggi su piedi e caviglie.

Si stira e guarda intorno alla stanza. Quando mi vede rannicchiata sulla sedia vicino al letto, mi regala di nuovo il sorriso lento. Mi chiedo pigramente se la sua bocca si muove sempre lentamente.

"Ciao," dico.

"Buongiorno," la sua voce è graffiata e più profonda del solito. "Che ore sono?"

"7:30."

"Cazzo." Rotola sulla schiena. "Perché sei in piedi così presto?"

"Di solito devo essere sul set alle 5," infilo il mento tra le mie ginocchia alzate.

Allarga le braccia. "Torna a letto."

Mi lancio nel letto, immaginando i bambini dei film che saltano sul letto. Non ho mai saltato sul letto. Mi tira più vicina e mi bacia. Un bacio assonnato. Spingo la lingua nella sua bocca. Le sue braccia si stringono intorno a me mentre le sue mani trovano i miei capelli. "Hmmm." Mormora nel bacio. "Mi hai chiamato il tuo ragazzo."

"Non lo sei?" Poso la testa sulla sua spalla e traccio il contorno del tatuaggio sul suo stomaco, le mie dita girano intorno a ogni ala della falena, le nostre gambe sono legate insieme.

"Lo sono ora," mi stringe a lui. "Penso a uscire e a ragazzo come due cose diverse."

"Quindi stai dicendo che ho intensificato questa relazione senza consultarti?"

Ridacchia. "Presumo."

"Non vuoi essere mio ragazzo?" Non posso nascondere il dolore nella mia voce, e mi sento debole e sciocca.

"Lo voglio, certo che lo voglio." Mi alza il mento e mi guarda fisso negli occhi, la sua mano accarezza la mia guancia. "Volevo solo chiedertelo, tipo ufficialmente."

Ruoto gli occhi. Ma dentro sto morendo. Lo amo così tanto che mi spaventa. "Tipo, okay. Chiedi."

"No. Troppo tardi. Sono già il tuo ragazzo. Nessuna restituzione." E poi mi bacia, un bacio appassionato, che ti consuma. Quando interrompo il bacio per respirare, scivola su un fianco, le sue braccia ancora intorno a me, le nostre gambe ancora attorcigliate. "Posso chiederti una cosa?"

Concentro i miei occhi sulla sua bocca, spaventata da cosa dirà. "Okay."

"Lo so che hai detto che sono stato il primo ragazzo che ti ha baciato, davvero baciato. Ma, tipo," arrossisce, arrotolando i miei capelli intorno alle sue dita, "Hai...sei?"

Seppellisco la mia faccia rossa nel suo collo, capendo cosa vuole dire. "Sì, sono vergine."

"È solo che... sembravi così a tuo agio a toglierti i pantaloni ieri sera. Ma poi, non ho potuto toccarti. C'è una ragione per cui non volevi che ti toccassi?"

Sono così imbarazzata in questo momento. Non posso. Scuoto la testa senza guardare in alto. "Ero solo sopraffatta. Non mi sono mai sentita... in nessuno di questi modi." Annuisce. "Tu hai, sai? Voglio dire, so che non sei vergine, ma..."

The Other One [ Italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora