21. Allora

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Le mie dita lacerarono il pane bianco spugnoso, rompendolo in cubi di un centimetro e mezzo. La padella larga era quasi piena, e ci infilai le dita per cercare pezzi da stracciare.

"È abbastanza buono, Maddie," disse lei. Coprì liberamente il pane con la carta stagnola e lo posò sopra il congelatore. "E le mele?" Annuii. Mi diede una borsa di grosse mele verdi. Granny Smith.

Frugai nel cassetto degli arnesi e trovai lo sbucciatore. Grattai via il verde. Tagliai a fette la polpa chiara, pezzo dopo pezzo finché non raggiunsi il torsolo. "Non dimenticare il limone," disse. Strizzai la fetta appena tagliata nella ciotola. Ancora: grattare, tagliare, strizzare. Ancora. Una dozzina di volte. "Misura una tazza di zucchero e mettilo nella ciotola. Buono. Ora aggiungi la cannella. Usa il cucchiaio misuratore per mescolare. Ora usa le mani per rivestire le mele." Amavo il suono che le fette di mele facevano mentre strofinavano le une contro le altre, la frizione con la cannella e lo zucchero creava una musica di cibo. E amavo il modo in cui le mie dita diventavano appiccicose, aspre, e dolci. Ma più di tutto, amavo il modo in cui mi istruiva su cosa fare anche se lo sapevo già.

Leccai le mie aspre, appiccicose dita.

"Lavale. Faremo le croste e metteremo queste torte in forno." Quando sorrise, i suoi denti, le sue guance, mi ricordarono un chipmunk.

Mischiai l'impasto con le mie ora-pulite mani, lavorandolo liberamente con i polpastrelli. "Solo una manciata. Bene." Cosparsi la farina sulla carta cerata e schioccai giù l'impasto. Lo alzai, lo capovolsi. Farina. Schiocco. Spolverai la farina sul perno rotante e ruotai finché non fu metà larghezza. Alzo, capovolgo, farina, ruoto. Piegai la crosta a metà e l'avvolsi intorno alla teglia con la torta appianandola sul fondo. Vicino alla cima, aricciai l'impasto extra in un carino grosso bordo, poi lo pressai con le punte di un forchetta. "Carino," disse.

Versò le mele nelle teglie, le sue mani nodose, ossute rischiavano il fondo della ciotola.

"Ora la guarnizione. Burro, zucchero, farina. Bene. Ora mischia." Schiacciai le mani nella dolce fanghiglia, sorridendo. Più dita dolci appiccicose. Sbriciolai il miscuglio sulle mele. Mise le teglie in forno e impostò il timer.

Tritai il sedano. Sbucciai la cipolla, piangendo a causa del bruciore.

La mattina dopo, mischiai il ripieno con le mie mani, un mix incasinato che non dovevo leccare le mie dita. Raccolsi e schiacciai il ripieno nel volatile. Gli legai strette le gambe. Lo coprii con la stagnola. La aiutai a caricarlo nel forno. Lei fece un sonnellino.

Apparecchiai il tavolo, solo due posti. Matt era andato da nostro padre. Matt, più forte di quanto avrebbe dovuto essere a 14 anni, perdonò. Non capivo. Io non l'ho perdonato in tutti questi anni. Non ho potuto.

"Il tavolo è adorabile, Maddie."

Non ho molti bei ricordi con mia madre. Ma il Ringraziamento, l'anno prima che lui morisse, probabilmente è il migliore.

The Other One [ Italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora