Capitolo 1

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Ultimo giorno di scuola.

Niente più compiti, niente più giustificazioni, finalmente mi diplomo e non dovrò più essere reclusa in questo buco di liceo. Amo Newport, è pur sempre il luogo in cui sono nata, ma a volte ho come la sensazione che mi stia stretta, come se fossi intrappolata qui. E' una piccola cittadina e la gente che si può incontrare è sempre la stessa. Ho bisogno di cambiamenti, di novità.
Fortunatamente ho uno splendido ragazzo e una fantastica migliore amica che mi porteranno in vacanza alle Hawaii, questa estate sarà nostra.
Mi sto quasi per addormentare ascoltando la Signora Cole che farnetica qualcosa sul fatto che da oggi in poi saremo degli adulti e che dovremo cavarcela nel mondo vero. Mi giro verso la mia migliore amica che, come al solito, si sta limando le unghie incurante della gente intorno a lei. Mi sorride e alza gli occhi al cielo quando la prof ci richiama. Mi rimetto composta al mio banco e tiro fuori il cellulare senza farmi vedere.

Quando finirà questa tortura? Scrivo a Kelsie aspettando la sua risposta

Non lo so ma direi che ci siamo meritate un premio per aver sopportato questa gente per quattro lunghissimi anni. Insalatina da Luke's e poi pedicure? Risponde lei

Mi giro per annuire contenta del programma del pomeriggio quando qualcuno mi strappa via il telefono dalle mani.
"Ma cosa...?" quasi urlo girandomi per poi trovare la faccia rugosa e imbestialita della Cole
"Signorina Collins come le viene in mente di usare il cellulare durante le lezioni? Lei è una studentessa modello, dovrebbe dare il buon esempio ai suoi compagni" strilla con quella vocina fastidiosa
Penso velocemente a qualcosa da dire e assumo un'espressione triste e colpevole per intenerirla e per farle bere ciò che le sto per dire.
"Mi scusi, Signora Cole. So di aver infranto il regolamento ma è tutto il giorno che sono in pensiero per la mia povera nonnina. Sa, è molto malata e non penso che... che ce la farà" e tiro teatralmente su con il naso
Non ho mai conosciuto i miei nonni, sono morti tutti prima che nascessi e questa mi sembrava la scusa più efficace per colpire la sensibilità della Cole.
"Oh, beh in questo caso... mi dispiace molto. Se hai bisogno di qualcosa chiedi pure cara" e annuisco soddisfatta di me stessa e della mia bugia sotto lo sguardo di disapprovazione di tutta la classe
Ma che mi importa, non dovrò mai più rivederli questi idioti.
Quando finalmente la campanella suona, salto in piedi, afferro la mia Armani e corro fuori dalla classe insieme a Kelsie.
"Sei stata geniale raccontando quella balla alla Cole" mi dice la mia amica mentre attraversiamo i corridoi
Mi limito a sorriderle sapendo esattamente che sono geniale.
Stiamo per arrivare davanti alla classe di Nate, il mio ragazzo, quando sento chiamarmi.
Mi giro e trovo una ragazza con gli occhiali più grandi del suo viso che si sta sbracciando per farsi notare da me. Mi viene in contro con il fiatone e mentre riprende fiato appoggiandosi al muro, io non posso fare a meno di guardare disgustata il modo in cui è vestita, è oscena.
"Sei Lily Collins?" chiede con un filo di voce guardando per terra
"Dipende, chi vuole saperlo?" e incrocio le braccia al petto guardando Kelsie che le fa il verso e non riesco a trattenere una risatina
"Il preside ti vuole nel suo ufficio, ora" e prima che possa ribattere scappa di nuovo via correndo con quelle orribili scarpe ortopediche che si ritrova
Guardo confusa Kelsie e poi due forti braccia mi stringono da dietro. Nate.
"Ciao amore mio" mi sussurra all'orecchio
Mi giro e lo bacio velocemente per poi dirgli che prima di andare via devo andare dal preside, il Signor Scott. Ci accordiamo di trovarci tutti e tre all'uscita e mi avvio verso l'ufficio lasciando la mia amica e il mio ragazzo alle mie spalle.
Quando arrivo, trovo subito quella sfigata di prima seduta ad una scrivania che mi guarda impaurita e dopo qualche istante mi fa passare. Busso ed entro sfoderando uno dei miei migliori sorrisi.
"Buongiorno signore, voleva vedermi?" domando con voce falsamente dolce
Deve muoversi a darmi qualsiasi tipo di premio o riconoscimento che vuole consegnarmi, Nate e Kelsie mi stanno aspettando.
"Brandon Cameron" perdo un battito nel sentire questo nome pronunciato dal preside
Mi ricompongo subito e fingo indifferenza.
"Chi, scusi?" la mia voce tremante mi tradisce
So esattamente chi è ma quello che mi lascia esterrefatta è che anche lui lo sappia.
"Non faccia la finta tonta signorina Collins, sappiamo entrambi che lei è in un grande guaio" e prima che possa aprir bocca, la porta si spalanca facendo entrare Brandon
Fantastico, sono morta. Sono già praticamente morta.
"Non abbia paura signor Cameron, si segga" e lui obbedisce da bravo cagnolino qual è e io lo so bene
"Ha sfruttato questo suo compagno per quattro anni facendosi fare compiti e copiando test ed esami in cambio di denaro. Ha qualcosa da dire a riguardo, signorina?" chiede il preside fissandomi con uno sguardo duro
Mi sento mancare. Dovrò essere sbiancata e mi viene d'istinto girarmi verso Brandon guardandolo in cagnesco.
"Mi ha veramente deluso, lo sa? Lei è sempre stata una studentessa modello, tutta la scuola e la comunità rispettano profondamente la sua famiglia e questo suo atteggiamento le costerà la bocciatura"
"Cosa?" chiedo strillando e balzando in piedi
"Ha capito bene, non potrà diplomarsi con la sua classe quest'anno. Ci rivedremo il prossimo anno scolastico sperando che abbia imparato la lezione" afferma duramente
"Ma.."
"Niente ma, non voglio giustificazioni da lei. Basta bugie, può andare" mi congeda con un gesto della mano
Mi giro indignata e tiro un'ultima frecciatina assassina a Brandon prima di uscire.
Non posso crederci, non mi diplomerò. Dovrò ripetere l'anno.
Mi trascino lentamente verso l'uscita dove Nate e Kelsie mi stanno aspettando.
"Oddio ma cos'è successo?" chiede la mia amica venendomi in contro
Spiego loro l'accaduto e rimangono allibiti come me.
E' vero, ho pagato quello sfigato affinché mi facesse i compiti e mi permettesse di copiare durante gli esami ma che colpa ne ho io se sono popolare e ho una vita privata così movimentata?
"Non ti preoccupare piccola, questa estate ci divertiremo lo stesso e ti faremo dimenticare questo piccolo inconveniente" cerca di tranquillizzarmi Nate
Mi limito ad annuire e poi salgo nella sua auto.
Non ho più voglia di andare a mangiare fuori, voglio solo andarmene a casa ora.
Appena entro in casa sento i miei genitori parlare animatamente. Cerco di salire le grosse scalinate in marmo dell'ingresso senza farmi vedere e cammino in punta di piedi.
"Dove credi di andare? Torna subito qui" mi impone la voce possente di mio papà
Scendo le scale e lo seguo in silenzio in cucina dove trovo mia mamma intenta a bere una tazza di tè.
Restiamo qualche minuto in silenzio mentre mio papà si passa nervosamente le mani nei capelli brizzolati.
"Sei una grande delusione Lily, non ci saremmo mai aspettati una cosa del genere da te" spezza il silenzio l'uomo davanti a me che mi guarda con disprezzo
Rimango in silenzio e guardo per terra non sapendo cosa dire, è inutile mentire a questo punto. Sono stata scoperta.
"Vai in camera tua e incomincia a studiare visto che non l'hai mai fatto in questi quattro anni" mi ordina
Giro i tacchi e me ne vado ma proprio quando sono sulla soglia, papà aggiunge dell'altro.
"Ah, non pensare di cavartela così. Mi sembra ovvio che tu questa estate non andrai da nessuna parte, non con i tuoi amici almeno."
"Che cosa? Non potete farmi saltare la vacanza, è la cosa che aspetto da tutto l'anno!" frigno guardando i miei genitori sgomenta
"Anche noi aspettavamo il tuo diploma da tutto l'anno e invece" e mi dà le spalle, segno che non ha più intenzione di parlare con me
Corro in camera e una volta sul letto scoppio a piangere.
Sta andando tutto male, com'è possibile?
Dopo quasi due ore passate a disperarmi, ho deciso di darmi una ripulita e andare da Nate. Ho bisogno di lui ora, ho bisogno del mio ragazzo.
Scendo cauta arrivando all'ingresso e con mia immensa gioia noto che i miei sono usciti.
Afferro le chiavi della mia Vespa rosa ed esco di casa.
Fortunatamente a quest'ora del pomeriggio non c'è quasi nessuno in giro e ci metto poco ad arrivare da Nate.
Parcheggio la moto vicino al marciapiede opposto alla sua casa perché il suo vialetto è occupato da un Suv. Strano, i suoi genitori sono fuori città.
Mi avvicino e do' uno sguardo dentro la macchina. C'è un dado rosa appeso allo specchietto retrovisore. E' la macchina di Kelsie, cosa ci fa qui?
Caccio subito via i brutti pensieri, staranno sicuramente architettando qualcosa per tirarmi su di morale ma rimarranno ancora più delusi quando dovrò dire loro che non andrò alle Hawaii.
La porta si apre e Kelsie esce ma poi si rigira verso la porta. Non so perché ma per istinto mi nascondo dietro a delle alte siepi e osservo la mia amica.
Sta dicendo qualcosa a Nate e ridono, perché ridono senza di me?
Lei fa per andarsene ma lui la blocca per un braccio e le dà un lungo bacio.
Ecco, in questo preciso istante ho potuto sentire la terra crollarmi sotto i piedi. Rimango a bocca aperta mentre le lacrime rigano il mio viso.
Kelsie va via e Nate rientra in casa soddisfatto.
Il mio ragazzo e la mia migliore amica mi hanno tradito per quanto? Giorni, mesi, anni?
Risalgo in moto e corro via non sapendo dove o da chi andare.
Guido senza prestare attenzione a dove sto andando e in men che non si dica mi ritrovo davanti alla biblioteca di Newport.
Non so perché sono qui, ci venivo spesso qualche anno fa, parecchi anni fa.
Mi piaceva camminare tra gli scaffali e sentire l'odore dei libri. Amavo toccare le copertine ed immaginare le storie raccontante sotto di esse.
Passavo ore ed ore seduta per terra a leggere qualsiasi tipo di testo: romanzi, saggi storici, persino poesie. Ogni volta che aprivo un libro ed iniziavo a leggere, era come se mi estraniassi dal mondo e mi immergessi completamente in quello che stavo leggendo. Mi piaceva, leggere. Mi permetteva di scappare dalla mia vita, da tutti i miei problemi. Perché ce n'erano tanti di problemi. La mia è una famiglia molto benestante e conosciuta, non mi è mai mancato nulla ma nonostante questo sentivo che c'era qualcosa che non andava, come se io fossi fuori posto e non appartenessi a questo mondo. È una sensazione strana quando non ti senti a tuo agio in un luogo. Capita di sentirsi soli e inappropriati anche in mezzo ad una folla di persone, no? Ecco, a me capita sempre e in ogni luogo e questo era il mio rifugio, il mio posto sicuro, la biblioteca. Poi sono cresciuta, ho iniziato le superiori e tutto è cambiato. Io sono cambiata. Ho capito che per sopravvivere a questo senso di solitudine dovevo fare qualcosa e così ho fatto di tutto pur di diventare popolare e circondarmi di persone che mi trattassero come se fossi sempre al centro del loro mondo. Evidentemente non ha funzionato visto che la mia migliore amica e il mio ragazzo hanno una relazione segreta.
Salgo le scale che portano al piano superiore e mi muovo tranquilla in questo luogo così famigliare.
Mi aggiro nella sezione della letteratura inglese del novecento per poi passare agli autori moderni.
Scorro le dita sui libri passando ed è come se mi infondessero energia.
Noto che c'è una nuova parte della biblioteca, quella che hanno recentemente ristrutturato. Mi avvicino ai nuovi scaffali in acciaio che sorreggono diversi libri di testo per la scuola. Sto per andarmene e tornare ai classici quando sento un rumore dietro di me. Mi giro di scatto ma non vedo nessuno. Intravedo un'ombra che però svanisce subito. Provo a seguirla ma non ce n'è più traccia. Un tonfo improvviso mi fa sobbalzare ma non capisco cosa sia stato.
"C'è qualcuno?" chiedo sperando in una risposta ma niente
Faccio per andarmene quando inciampo in qualcosa e finisco per terra. Mi alzo e guardo su cosa sono caduta. È un libro.
Deve essere questo che è caduto prima. È molto grande e ha l'aria di essere stato vissuto. Ha la copertina interamente in pelle ma è molto rovinata e consumata in alcuni punti. Il titolo è in corsivo e c'è scritto «Irlanda». Lo apro ed è una specie di guida del paese in questione. È talmente antico che al posto delle foto ci sono solo dei disegni che rappresentano in modo molto approssimativo la geografia dell'Irlanda. Non so per quale assurda ragione mi ispiri così tanto questo libro ma decido di portarlo a casa con me tanto non avrò nulla da fare ora che la mia vita è letteralmente finita.
Scendo all'ingresso dove ci sono gli impiegati addetti alla gestione della biblioteca e porgo il libro ad una signora dai capelli rossi.
"Ciao cara, prendi solo questo?" mi chiede con un sorriso cordiale
Annuisco e digita qualcosa al computer per poi mettersi a cercare chissà cosa nel libro. Lo sfoglia tutto, cerca in ogni punto ma non sembra trovare quello che vuole.
"Che strano, non c'è nessuna etichetta della biblioteca qui. Noi ne applichiamo una su ogni volume in modo da attribuire un codice ad ogni libro per sapere cosa è nostro e cosa no e questo non appartiene a questa biblioteca. Dove l'hai trovato?" e mi guarda perplessa
"Nel nuovo reparto" mi limito a rispondere
"Mmm beh, te lo puoi tenere cara, non è nostro" e mi sorride un'ultima volta prima di rimettersi a lavoro
Mi riprendo il libro sull'Irlanda ed esco dalla biblioteca confusa. Se questo libro non è della biblioteca, di chi è? E chi l'ha fatto cadere?
Sto per rimettermi in moto quando sento un forte tuono che mi fa urlare dallo spavento. Neanche il tempo di pensarlo che ecco che incomincia improvvisamente a diluviare e io, ovviamente, sono in Vespa e non ho intenzione di bagnarmi, mi si rovinerebbe la piega. Potrebbe andare storto qualcos'altro?
Metto il libro sotto la giacca di jeans e comincio a correre cercando un riparo. Entro nel primo locale che trovo, e con mia immensa gioia, noto che è un pub da quattro soldi. Mi fissano tutti, qui dentro e sono perlopiù uomini. Mi siedo al tavolo più vicino alla porta in caso dovessi scappare da un momento all'altro.
Una ragazza che credo di aver visto nella mia scuola viene a prendermi l'ordinazione.
"Cosa ti porto?" chiede chiaramente scocciata
Do' un'occhiata veloce a questa sottospecie di menù formato da un solo cartoncino completamente unto e mi rendo conto che qui dentro non posso prendere nulla senza ingerire grassi o carboidrati.
"Ehm... Dell'acqua" e la cameriera se ne va svogliata e sculettando energicamente
Apro il libro e mi metto a sfogliare le pagine e rimango incantata dalle descrizioni di questo posto. Più che un libro di geografia sembra un racconto fatto di leggende e storie del luogo. Sento qualcuno entrare nel locale ma non me ne curo immersa come sono nel libro.
Solo quando sento tossire vicino a me alzo lo sguardo e un ragazzo dai capelli castani e un sorriso eccessivamente marcato mi fissa.
"Posso sedermi con te, Lily?"
Come sa il mio nome?

ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti :)
Sono tornata dopo tanto, troppo tempo a scrivere ancora con una nuova storia. Questa è la mia terza storia, la prima è Soul Sister e la seconda Weakness. Che ne pensate di questo primo capitolo? Ho deciso, questa volta, di fare qualcosa di diverso e mi voglio cimentare con il fantasy, spero vi piaccia e come al solito attendo i vostri commenti :)

A presto, G. xx

Addicted to youWhere stories live. Discover now