Capitolo 6

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Corro il più velocemente possibile mentre il temporale si riversa su di me. Il vento e la pioggia mi impediscono di vedere bene dove sto andando ma non mi importa, devo scappare da qui, da loro.
Sono terrorizzata, non riesco a darmi una spiegazione per quello che ho appena visto. È impossibile, è tutto completamente assurdo e surreale.
Magari sto male, ho bevuto o mangiato qualcosa che mi provoca queste allucinazioni. Si, deve esserci una spiegazione del genere, plausibile.
I tuoni rimbombano e precedono dei fulmini in lontananza che spariscono nel mare. Finalmente vedo Liam e gli corro praticamente tra le braccia ansimando senza più fiato.
"Dov'eri?" chiede ricambiando il mio abbraccio.
"Portami via da qui, subito" e non mi sono neanche accorta di star piangendo.
Mentre Liam mi trascina via cercando un riparo, le mie lacrime si confondono con la pioggia insistente. Non so perché sto piangendo esattamente ma so che ho paura e questo mi basta per voler andare a casa mia.
Casa mia, qual è? Perche quella qui a Dublino chiaramente non lo è visto che da quando sono qui succedono cose strane e spiacevoli. È quella a Newport magari? Neanche perché lì ho solo brutti ricordi di una me che cercava di essere qualcun altro. E allora dov'è casa mia? Perché ho questo continuo bisogno di trovare il mio posto nel mondo? Sono impaurita, confusa, bagnata e infreddolita e tutto quello che vorrei è solo andare in un luogo che mi appartiene veramente.
Liam interrompe i miei pensieri facendomi riparare dentro ad una casetta abbandonata sulla spiaggia. Dó un'occhiata fuori e mi rendo conto che siamo molto lontani dal luogo del concerto e fortunatamente anche dal punto in cui ho visto Harry ed Austin che... Meglio non pensarci.
La casetta è interamente fatta di legno e ovviamente si congela qui dentro. Liam prende una vecchia coperta che ha trovato e la sbatte un po' per togliere la polvere per poi adagiarla per terra e sedercisi sopra.
Mi fa segno di imitarlo e lo faccio subito. Mi siedo affianco a lui ed immediatamente mi prende tra le sue braccia cercando di scaldarmi.
"Cos'è successo, Lily?" Liam guarda davanti a sé con uno sguardo duro ma allo stesso tempo corrucciato.
"Niente, non preoccuparti" la mia voce esce flebile e tremante, segno che anche se cerco di non pensarci, quello che è successo prima mi ha veramente scossa.
"E invece sì che mi preoccupo! Da quando hai incontrato quel ragazzo, Austin, ti trovo strana, sempre con quell'aria impaurita e... Ti ha fatto qualcosa? Ti ha messo le mani addosso?" e adesso mi guarda dritto negli occhi.
Non mi ero mai accorta di come il castano dei suoi occhi luccicasse.
"No, non mi ha mai fatto del male, anzi"
"E allora cosa succede? Ti prego, dimmelo" dal tono della sua voce capisco che è realmente preoccupato per me e questa cosa mi rincuora, forse c'è davvero qualcuno che tiene a me.
Prendo un bel respiro e mi preparo a dirgli tutto, voglio che sappia la verità e che anche lui mi dica che è solo un malinteso e che magari devo essere rinchiusa in un qualche istituto psichiatrico perché ho problemi seri.
"Prima, sulla spiaggia, ho visto Austin e-" ma vengo bruscamente interrotta dalla porta che si spalanca.
Vedo Austin entrare e d'istinto mi accovaccio di più verso Liam che mi fa da scudo umano.
"Vai via" gli intima Liam ma Austin sembra quasi non vederlo, i suoi occhi sono puntati su di me.
Sto tremando e ancora una volta non è per le basse temperature.
"Lily dobbiamo parlare" dice il biondo davanti a me ma vedendo che non accenno neanche a muovermi aggiunge "per favore".
Fa un passo verso di me e Liam salta in piedi torreggiando su di me. Mi alzo e mi metto di fianco a lui, sempre cercando il suo contatto come sicurezza.
"Devo spiegarti quello che hai visto" continua Austin
"Non ho visto nulla" e ancora una volta la mia voce è debole e non sicura come vorrei che fosse in questo momento.
"Lo sappiamo entrambi cos'hai visto e hai bisogno di qualcuno che ti spieghi com'è andata" Austin sembra diverso dal solito, non è dolce ed educato come sempre ma ha ragione, ho bisogno di spiegazioni sennò impazzirò me lo sento.
Faccio un passo verso di lui ma Liam mi blocca per un braccio.
"Va tutto bene, dammi un attimo" dico a Liam per tranquillizzarlo.
Mi guarda sospetto e poi sospira avviandosi verso la porta.
"Resto qui fuori, mi basta un urlo e corro dentro" afferma minaccioso contro Austin che lo guarda quasi divertito.
Aspetto che Liam esca da questa piccola casetta in legno per partire all'attacco. Ho paura, preferirei altri mille posti in cui stare adesso eppure sono qui davanti ad Austin e devo affrontarlo. Devo avere delle risposte.
"Cos'è successo?" e questa sembra una domanda così banale in queste circostanze ma non mi è uscito altro.
Ho troppa confusione in testa.
"Cosa pensi di aver visto?" chiede Austin con estrema tranquillità.
È lì, immobile con le braccia conserte che mi guarda. Non riesco a decifrare il suo sguardo, non capisco il suo atteggiamento.
"Io... Non ne ho idea. Cos'ho visto?" la mia voce trema e lui se n'è accorto. Non ho neanche il coraggio di dire ad alta voce quello che ho visto poco fa.
"Te l'ho chiesto prima io, Lily. Devi essere tu a dirmi cosa pensi sia successo" e mi verrebbe voglia di urlargli contro dicendogli di smetterla di usare questo tono con me.
È così calmo e sicuro di sé eppure dovrebbe cercare un modo per spiegarmi cos'è successo, dirmi di stare calma e aspettare che si spieghi ed invece nulla, zero.
"Ho visto tu ed Harry che litigavate" e a proposito di Harry, non posso fare a meno di chiedermi dove sia ora e perché lui non sia qui a cercare un confronto con me. L'ho visto il suo sguardo quando si è accorto che c'ero anche io lì ed era terrorizzato nel vedermi, perché?
"E poi?" aggiunge Asutin
"E poi lui ti ha scaraventato lontano e tu..." ma non riesco a finire la frase, è una cosa così surreale che dirla ad alta voce mi farebbe sembrare una cretina con le allucinazioni. E forse lo sono, credo.
"Continua" il suo è un ordine e sembra impaziente.
Prendo un respiro e mi decido a parlare, tanto ormai.
"E tu l'hai sollevato da terra con un gesto della mano" dico piano rivivendo nella mente quegli attimi assurdi.
Vedo un accenno di sorriso e compiacimento nel volto di Austin e non ne comprendo il motivo.
Improvvisamente scoppia a ridere e io lo guardo senza capire.
"Perché ridi?"
"Scusa ma è assurdo quello che hai detto" dice tra le risate e poi aggiunge "è vero, io ed Harry non siamo in buoni rapporti e stavamo litigando ma direi che hai esagerato un po' nella descrizione del piccolo conflitto che c'era tra noi" e quasi si piega in due dalle risate. Rimango esterrefatta e un po' imbarazzata davanti a questo suo atteggiamento.
"Ma io..."
"Pioveva molto forte, c'era il vento e tu eri dietro la piccola duna con le piante. Non eri molto vicina a noi. Non sto ridendo di te, sono solo divertito dalla tua avvincente storia" e si avvicina a me e questa volta non indietreggio.
Forse ha ragione, forse ho solo visto veramente male. Insomma, ero lontana e diluviava e non si vedeva molto bene. Si, mi sono immaginata tutto e poi effettivamente sarebbe troppo strano quello che ho visto. Una cosa del genere succede solo nelle storie fantasy e direi che la mia vita non lo è decisamente.
"Si, hai ragione. Sono una stupida" e sorrido tranquillizzandomi un po'.
"No, non lo sei. E scusa per quello che hai visto, non si ripeterà più" e gli sorrido ancora una volta.
"Avete finito?" chiede Liam entrando dentro.
"Si, tutto risolto" e lo guardo per fargli capire che è davvero tutto apposto adesso.
Liam fissa Austin con aria circospetta e non aggiunge altro.
"So che potrebbe sembrare sconveniente visto che ci conosciamo da poco ma che ne dici di uscire insieme qualche volta?" Austin mi spiazza completamente con questa sua domanda.
Liam mi fa cenno di dire di no ma lo ignoro.
"Certo, sarebbe bello"
"Bene, allora ti passo a prendere domani sera e andiamo a cena. Dove abiti?" e ancora una volta Liam cerca di attirare la mia attenzione per farmi chiaramente capire di non dirgli dove abito. Ma che problema c'è? Ora che ho appurato che Austin non è un mostro malvagio direi che posso anche provare ad uscirci insieme. È sempre stato molto gentile con me, tranne quando c'è Harry di mezzo, e poi è davvero un bel ragazzo.
Gli dò il mio indirizzo e se lo segna sul cellulare e ci scambiamo anche i numeri di telefono.
"Allora ci vediamo domani" e mi saluta con un bel sorriso prima di andarsene ignorando completamente Liam.
"Ma sei completamente pazza?" se ne esce Liam guardandomi con gli occhi spalancati.
"Perché?"
"Perché non puoi dire ad un estraneo dove abiti. Un estraneo che ti ha spaventata a morte più volte!"
Non ha tutti i torti ma mi sbagliavo, ho frainteso le cose.
"Mi fa piacere che ti preoccupi per me ma si comportava così solo perché ha dei contrasti con Harry, non corre buon sangue tra di loro tutto qua" cerco di rassicurarlo
"Non mi preoccupo per te, mi preoccupo per me! Guarda che anche io abito al tuo stesso indirizzo e se quello è un serial killer adesso potrà uccidermi!" e scoppio a ridere davanti a Liam che è realmente preoccupato.
"Andiamo dai, deve aver smesso di piovere. Non sento più l'acqua" ed esco dalla casetta seguita da Liam.
Ci incamminiamo verso la fermata dell'autobus e mentre siamo in viaggio verso casa, Liam si gira verso di me guardandomi perplesso.
"Che hai?" gli domando
"Ti sei accorta che Austin era completamente asciutto e che i suoi vestiti e i suoi capelli erano perfetti nonostante stesse diluviando?" e rimango un attimo a pensarci. Ha ragione, ero così presa e concentrata su quello che era successo che non ci ho fatto caso.
"Esiste una cosa chiamata ombrello, sai?" chiedo sarcastica
"Si, ma lui non ne aveva nessuno con sé" e decido di finire qui la conversazione. Non so cosa dirgli, magari si è riparato da qualche parte non so.
Sono stanca e fradicia e voglio solo tornare a casa adesso.
Una volta arrivata ho dovuto dare spiegazioni ai miei genitori del perché fossi bagnata dalla testa ai piedi e mi hanno rimproverata sul fatto che avrei dovuto portare con me un ombrello. Effettivamente una cosa che ho imparato da questa piccola permanenza a Dublino è che il tempo è parecchio instabile e bisogna portarsi sempre dietro qualcosa per il freddo e la pioggia.
Faccio una doccia calda che mi rilassa un po' e mi distrae per qualche istante da quello che è successo oggi.
Mi viene da ridere se ripenso a quello a cui stavo pensando fino a qualche ora fa. Davvero pensavo che Austin ed Harry avessero una qualche strana forza in grado di scaraventare gente in aria? Dovevo essere davvero confusa e stanca e qualsiasi altra cosa possa essere una ragazza della mia età che ha subìto così tanti cambiamenti in così poco tempo.
Avvolgo il mio corpo in un asciugamano e lo stesso faccio con i capelli che altrimenti gocciolerebbero ovunque.
Esco dal bagno e mi dirigo in camera per prendere il pigiama, ho davvero bisogno di una bella dormita. Appena apro la porta, mi blocco sui miei passi. Rimango sulla soglia mentre una strana sensazione si fa strada in me. A dire il vero non è così sconosciuta come sensazione, è una sorta di legame che sento da quando sono arrivata a Dublino. Sento il filo tirare e tirate e tirare e in men che non si dica mi ritrovo davanti alla mia finestra. È sempre così, quando sento questa forza il mio corpo agisce da solo senza che io gli dica di muoversi. Apro la finestra ed entra una ventata di freddo che mi fa venire la pelle d'oca. Guardo in lontananza e davanti e me vedo solo villette a schiera e lampioni che illuminano questa fredda serata d'estate. Appena abbasso lo sguardo, però, il mio cuore perde un battito.
C'è Harry che mi guarda.
Cosa ci fa qui? Come fa a sapere dove abito?
È assurdo se dico che riesco ad intravedere il luccichio del verde dei suoi occhi?
Basta fantasticare sui suoi occhi, voglio capire cosa ci fa qui.
"Cosa fai qui?" chiedo alzando la voce quando basta per farmi sentire da lui ma senza dover attirare l'attenzione di tutto il vicinato.
Harry mi guarda, in silenzio, per poi tirarsi su il cappuccio della felpa ed incamminarsi lungo la strada.
"Non andare via!" e in un attimo mi ritrovo in piedi su una sporgenza davanti alla mia finestra.
Mi guardo velocemente intorno cercando un modo per scendere e mi passa per la testa di saltare ma sarebbe troppo rischioso. Non posso tornare dentro ed uscire dalla porta perché i miei mi vedrebbero e sono in asciugamano e non ho voglia di dar loro spiegazioni. Vedo Harry allontanarsi sempre di più e decido di muovermi a scendere. Mi aggrappo al tubo della grondaia e mi faccio coraggio prima di saltare giù. Fortunatamente ci sono delle piccole sporgenze ai lati del tubo e riesco ad appoggiarmici sopra. Sto tremando dal freddo e mi sento ridicola. Non avrei mai fatto una cosa del genere un mese fa eppure eccomi qui a sgattaiolare fuori di casa scendendo in asciugamento aggrappata ad un tubo. Mi ripeto più e più volte di non guardare giù ma ovviamente mi scappa l'occhio e sono terrorizzata. Non è altissimo ma ho comunque paura di cadere e farmi male. Mi giro cautamente per vedere dov'è Harry e non lo vedo più. Devo muovermi, non posso lasciarlo andare via così. Abbasso la gamba in cerca del prossimo punto su cui appoggiare il piede ma è bagnato e scivolo perdendo l'equilibrio.
Urlo capendo che sto cadendo ma non finisco per terra. Riapro gli occhi che avevo chiuso nel cadere e davanti a me trovo un verde smeraldo impressionante.
Harry mi ha presa, sono tra le sue braccia. Com'è possibile? Se n'era andato e adesso è qui che mi sorregge senza fare il minimo sforzo.
Resto qualche istante a guardarlo, a guardare i suoi lineamenti, per poi ricordarmi che sono quasi nuda! Scendo velocemente dalle sue braccia e cerco di coprirmi il più possibile.
Che situazione imbarazzante.
Harry mi guarda e giurerei che c'è un filo di disapprovazione nel suo sguardo.
"Che fai qui?" mi decido finalmente a chiedere dopo quelli che sembrano secoli.
Non sembra voler rispondere quindi lo guardo incitandolo a parlare.
Invece di darmi spiegazioni, si toglie la felpa e me la porge restando sempre a debita distanza. C'è quasi un metro tra di noi e devo avvicinarmi per prendergli la felpa dalle mani. Normalmente avrei rifiutato ma sto davvero congelando e sicuramente domani avrò un bel raffreddore.
"Grazie" gli dico mentre mi metto la felpa sulle spalle. Profuma, profuma di lui.
Harry rimane con solo una maglietta bianca a maniche corte ma non sembra avere freddo.
"Allora? Cosa fai qui?" e il mio tono è più insistente, deve darmi delle spiegazioni.
"Volevo vedere se stavi bene" la sua voce roca mi sorprende ogni volta che la sento. È molto profonda e ti arriva dritta al cuore.
"In che senso?" so esattamente cosa intende ma voglio sentirglielo dire.
"So cos'hai visto"
"Si, tu ed Austin che litigavate. A proposito, perché?" mi guarda incerto su come rispondermi.
"Abbiamo avuto piccoli problemi in passato. Non hai domande su quello che è successo?" e subito non posso fare a meno di fare un paragone con il confronto che ho avuto con Austin. Lui era sicuro di sé e non cercava di darmi spiegazioni ma aspettava che io parlassi. Harry, invece, è decisamente più interessato.
"Si ne avevo e molte ma Austin mi ha spiegato tutto" ed Harry si irrigidisce visibilmente stringendo i pugni lungo i fianchi.
"Cosa ti ha raccontato esattamente?" faccio caso al fatto che ha usato il verbo "raccontare" piuttosto che "dire" ma non glielo faccio notare. Non mi sembra il caso visto che è chiaramente nervoso e sta cercando di mantenere la calma.
"Mi ha solo detto che non siete in buoni rapporti e stavate litigando" l'erba fredda e bagnata sotto i miei piedi non mi aiuta in questo momento. Dovrebbe essere un discorso importante ma sto davvero congelando. Quanto sono stata stupida ad uscire vestita, o meglio non vestita, così?
"Lily, cos'hai visto?" rimango spiazzata da questa sua domanda, gliel'ho appena detto cos'ho visto.
"Te l'ho detto, tu ed Austin stavate litig-"
"No, voglio sapere cosa realmente hai visto" e accentua la parola "realmente".
Ora ho capito, ho capito cosa vuole che gli dica ma non posso. Non posso ritirare fuori quell'assurda storia, penserà che sono pazza e sinceramente non capisco perché me lo stia chiedendo. Vuole prendersi gioco di me?
"Senti, non so perché tu sia qui e come tu faccia a sapere dove abito e non credo sia il caso di continuare a farmi questa domanda" rimane confuso da questa mia affermazione ma non si scompone più di tanto.
"Scusami, non volevo importunarti. Voglio solo cercare di capire cos'hai visto, voglio sentirtelo dire"
"Non ho visto nulla" mi sto arrabbiando
"Dillo, Lily"
"Non dico nulla perché non ho visto nulla" serro più forte le braccia intorno a me
"Dillo" sembra quasi una supplica la sua
"No"
"Dimmi cosa hai visto" insiste
"Ma cosa vuoi sentirti dire, eh? Che hai scaraventato via Austin con un gesto della mano e che lui ti ha alzato in cielo chissà come?!" sto sbraitando ma mi ha fatta sbottare con tutta questa sua insistenza.
Adesso sì che mi sento stupida. Non solo ho detto questa cosa ad alta voce ma bensì a due ragazzi. Mi prenderanno davvero per pazza.
La reazione di Harry non è quella che mi aspettavo però.
Sembra soddisfatto e.. Rincuorato? Non saprei ma di certo non mi sta prendendo in giro come pensavo.
Non dice più nulla, resta in silenzio mentre si avvicina a me lentamente. Io non mi muovo, forse dovrei ma non lo faccio. Non voglio.
I nostri visi sono a pochi centimetri di distanza.
I suoi occhi fissi nei miei.
I battiti accelerati.
La pelle d'oca per il freddo e per la sua vicinanza.
Chiudo gli occhi aspettando che faccia quello che desidero ma che non ho il coraggio di ammettere.
Sento il suo pollice sfiorarmi le labbra e le socchiudo istintivamente mentre un brivido mi percorre la schiena.
"Hai le labbra viola, dovresti rientrare o congelerai" mi sussurra all'orecchio.
Quando riapro gli occhi, Harry non c'è più.

ANGOLO AUTRICE:

Ciao a tutti! :)

Chiedo scusa se aggiorno in ritardo ma sono in vacanza e quindi non scrivo molto.

Ecco un nuovo capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate!

Baci, G. xx

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