VI - Erzsébet

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Continuo quando il capitolo sarà arrivato a ☆30 stelle e 30 commenti☆.

Ho aggiornato anche se quello di prima non aveva raggiunto il numero di stelle necessarie perché stava passando davvero troppo tempo.

IMPORTANTE, LEGGETE TUTTO:
Capisco che gli aggiornamenti non siano frequenti, ma io ho qua i capitoli pronti e aspetto solo di pubblicarli quando i voti e i commenti arriveranno al numero prestabilito.
Perché lo faccio? Beh, nella fanfiction My Oxygen ho notato una drastica perdita di voti, con una differenza di addirittura 200/300 stelle tra i primi e gli ultimi capitoli: vorrei appunto evitare che ciò si verifichi anche in questa storia.
Potrei prefissare dei giorni, ma chi legge potrebbe pensare che lasciare un voto o un commento sarebbe inutile, dal momento che tanto aggionerei ugualmente.
Con l'inizio della scuola sarò costretta a prefissare i giorni in cui pubblicherò i capitoli, ma se i voti dovessero scendere sarò pronta a rimettere il numero di stelle necessario affinché io continui.
Il punto è che io dedico del mio tempo allo scrivere questa storia (che preferisco mille volte a My Oxygen), per offrirvi dei capitoli nuovi e, spero, interessanti: voi, se davvero state leggendo e siete interessati a questa storia, se davvero volete sapere come continua e come va a finire, beh, dovete farmi sapere che ci siete, che la storia vi sta piacendo oppure che il capitolo appena letto vi ha fatto schifo (può capitare a volte).
C'è chi mi ha fatto notare il disagio nella raggiunta del numero di stelle, in modo anche educato e civile, mentre c'è chi mi ha scritto un messaggio privato carico di cose insensate e, a mio parere, orribili.
Ora vi incollo quello che mi ha lasciato a bocca aperta (non correggerò eventuali errori, lo incollo proprio così com'è):

"Non sto dicendo che la storia è brutta, ma voglio farti svegliare e pubblicare altri capitoli. Io i voti li ho messi e allora tu continui. Mi da fastidio perché c'è chi la storia vuole leggerla e tu gli toglio il diritto di farlo: ma chi sei? (Ndr: quella che scrive la storia??) A me piace come scrivi e quelli che non mettono i voti sono coglioni ma anche tu fai il loro gioco e lo sai. Ciao"

Ci sono rimasta male e non lo nego, ma continuerò a scrivere la mia storia per chi ancora la apprezza.
Buona lettura ❤

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Draco's pov:

La Granger si allontanò, portando con sé tutti quei dubbi che l'avrebbero portata ad interrogarmi, un giorno o l'altro...
Seguii la sua figura con lo sguardo, fino a quando scomparve dietro il portone, poi cercai di immaginarla mentre si prendeva la testa fra le mani, con il suo sguardo perso e concentrato allo stesso tempo.
Rimasi lì una manciata di minuti a riflettere: cosa avrei risposto? Che i Mangiamorte erano riusciti ad aggirare la barriera di Hogwarts e che si riunivano nel castello? No, non potevo proprio dirle il vero.
Mi voltai, tornando a percorrere la via che portava alla torre: rifeci tutto al contrario, quasi di malavoglia, pregustando già quell'amara riunione.
Salii la scala e trovai cinque persone ad attendermi: Selwyn parlava fitto fitto con la moglie di un Mangiamorte ucciso durante la grande battaglia, mentre un uomo piuttosto su d'età dialogava con un giovane adulto, il quale talvolta lanciava occhiate allarmate ad una signora distanziata dal gruppo, che studiava tutti incessantemente.
Irruppi nella torre con un formale e pacato: -Vogliate scusarmi per il ritardo.-
Smisero tutti di parlare, iniziando a fissarmi attentamente, per poi salutarmi rispettosamente.
-Signorino Malfoy... oh mon dieu, è uguale a suo padre!- constatò la vedova, il cui viso mi rimandava a una delle numerose amicizie di papà.
-Madame.- mi limitai a pronunciare, rivolgendole uno sguardo benevolo.
I restanti, tranne Selwyn, mi strinsero la mano, annuendo lievemente durante il gesto.
-Allora, come procede il piano?- chiese Selwyn -Ti ripeto, secondo me non è fattibile: creare un'altra bestia, una sorta di basilisco di metallo, in grado di uccidere solo gli individui di sangue impuro è impossibile.- disse, marcando l'ultima parola.
-Non è impossibile.- tagliò corto il vecchio -Basterebbe trovare una sostanza in grado di fare del male solo a quelli... "sbagliati".-
-Abbiamo già optato per l'utilizzo di una fantomatica sostanza, quindi è inutile soffermarsi ancora su di essa.- lo interruppe quello più giovane, vestito con una divisa che ricordava un avvenente uomo d'affari -Focalizziamoci piuttosto sul mezzo di questa sostanza: il mostro.-
La vedova prese educatamente parola, schiarendosi la voce: -Una copia del Basilisco, in quanto ad aspetto e a grandezza, è difficile da nascondere: cosa ne pensate di un qualcosa di più innocuo?-
La sua domanda zittì i presenti, me compreso: restammo in silenzio, guardandoci negli occhi e annuendo, mentre le nostre menti cercavano di elaborare una soluzione.
-Gli insetti.- sussurrai, per poi ripeterlo nuovamente, -Gli insetti, ecco le famose "bestie": piccoli, in grado di passare inosservati e, talvolta, di volare.-
Bisbigli di assenso si alzarono per la torretta, venendo bruscamente zittiti dalla signora che era rimasta tutto il tempo in disparte:
-E come volete costruirli? Spiegatemelo. Devono essere degli oggettini sofisticati e piccoli: non basterà una pergamena piegata ad origami.-
-Se vuoi puoi pensarci tu, Erzsébet.- ghignò Selwyn -Forse sarebbe anche il caso che ti presentassi agli altri, essendo la tua prima riunione con noi.-
Lei sbuffò, guardandoci uno a uno e, quando ebbe finito, iniziò:
-Sono Erzsébet, figlia di un alchimista e di una donna fedele al Signore Oscuro. Mia madre si alleò con lui quando ancora frequentava questa scuola ma dovette lasciare tutto per trasferirsi in Ungheria, per studiare la vegetazione e le piante della foresta chiamata Somos, situata vicino al fiume Szigetköz. Lì conobbe mio padre, l'alchimista del luogo, che subito si innamorò di quella ragazza appassionata dei segreti della natura.- fece una breve pausa -Lei aveva sì, giurato fedeltà al Signore Oscuro, ma senza diventare subito Mangiamorte e, quindi, sprovvista di Marchio Nero, non aveva destato sospetti in mio padre, che la sposò pochi anni dopo... Dalla loro unione nacqui io, che ereditai subito da entrambi le loro conoscenze in campo botanico e alchemico, oltre a vedermi insegnati gli incantesimi più diversi, diventando una grande esperta già all'età di sedici anni.- estrasse un cubetto ferroso dalla tasca, reggendolo sul palmo della mano -Mi innamorai dei metalli, imparando ad estrarli, a plasmarli... ed infine a stregarli.- chiuse la mano di scatto, intrappolando il cubetto e, dopo averla agitata lievemente, la riaprì, facendo scaturire una fiamma ocra intensa che assunse la forma di una lucertola.
Richiuse la mano, agitandola di nuovo e mostrando poi il cubetto, tornato alla normalità.
-Scoppiò una delle tante guerricciole nelle quali i Mangiamorte si prodigavano in imprese sanguinarie; bussarono alla porta di casa, venendo accolti da mio padre che, prontamente, afferrò la bacchetta... Ovviamente mia madre lo fermò e cercò di spiegargli la situazione, ma lui andò subito su tutte le furie, minacciando mia madre e chiamando me, che nel frattempo ero ormai diciottenne, "bastarda", promettendo che avrebbe ucciso entrambe. Mia madre non perse tempo, estrasse la bacchetta e gliela puntò contro: un lampo trapassò il petto di mio padre.- tirò fuori la sua bacchetta, accarezzandola distrattamente -Il mio primo omicidio... non fu lei ad ucciderlo, ma io. Quel giorno ci consacrammo al Signore Oscuro, ricevendo il nostro Marchio Nero. È passato tanto tempo, ma ora sono qui per aiutarvi.-

Continuo quando il capitolo sarà arrivato a ☆30 stelle e 30 commenti☆.

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