Kate era rimasta sveglia ancora un po' e questa volta la sua attesa non fu delusa.
"Hai sentito il mio discorso? Vorrei essere con te."
"Sì. È stato emozionante. Lo vorrei anche io"
"Mi manchi Kate. Sono a questo party a stringere mani di sconosciuti e vorrei stringere solo la tua"
"Mi manchi anche tu"
"Per favore vieni ad arrestarmi! :(""Non ho ancora ripreso servizio se no potevo farci un pensierino :)"
Continuarono a scambiarsi messaggi fino a quando Kate non gli diede la buonanotte. Si sdraiò cercando di rilassarsi. La sua bimba non si era fatta più sentire o forse lei era troppo agitata per accorgersene, ma lei, come la sera prima, le parlò molto massaggiandosi dolcemente.
Si alzò presto la mattina dopo, fece una colazione veloce con cereali e latte, poi andò al distretto. Aveva ancora un po' di fascicoli da controllare anche se aveva il terrore di farlo per quel che poteva ancora ricordare. Fu Esposito quella mattina a portarle il caffè. Prese una sedia, la girò e ci si mise a sedere a cavalcioni.
- Ehy Espo, grazie!
- Figurati Beckett - L'ispanico rimase a guardarla in silenzio. Lei per un po' fece finta di niente, poi chiuse il fascicolo e sollevò gli occhi verso l'amico.
- Allora Javi? Che c'è?
- Volevo vedere se era vero.
- Cosa?
- Che ringraziavi per il caffè.
- Beh mi pare il minimo!
- Quando non c'è Castle il caffè te lo fai da sola. - Kate rimase stupita dal suo tono quasi di rimprovero
- Non succede niente se me lo fai tu. È buono - disse sorseggiandolo - Io non la so usare bene quella macchina. E poi le abitudini si possono cambiare! - Beckett sorrise, ma Esposito era sempre più serio.
- No, certe cose non possono cambiare Beckett. Tu non vuoi il caffè da altre persone. Non lo hai mai voluto. Non devi volerlo.
- Javi ma che ti prende?
- Dov'è la Kate che conosco? Dov'è la vecchia Beckett?
Kate si alzò e sbattè la cartellina sulla scrivania.
- Non c'è Espo! Fattene una ragione! Non c'è! Ci sono io che bevo anche il caffè che mi porti tu e non mi sembra un sacrilegio!
Se ne andò in sala relax portandosi dietro la tazza e svuotandola nel lavandino.
- Fratello ma che hai fatto? - Ryan rimproverò il collega bonariamente - Beckett è in un momento particolare, la devi capire non puoi fare così!
- Basta Kevin! Tutto questo buonismo con Beckett ma non lo vedete che si sta chiudendo in se stessa? Non va assecondata, va scossa, presa di petto e le va fatto capire che deve reagire!
- Javier non puoi essere tu a farlo e non qui soprattutto!
L'ispanico si sedette alla sua scrivania buttando per terra alcune scartoffie che erano sopra in un gesto di stizza.
Di nuovo la voce di Castle nella mente di Kate. Lo vedeva mentre che le parlava. Deluso, arrabbiato, sfinito. Da lei, da loro. Lo leggeva nei suoi occhi spenti, nel suo volto stanco.
"Essere felice è qualcosa che ti spaventa. Hai bisogno della tua ossessione ed io non posso cambiare questo lato di te"
"Hai ragione Kate è la tua vita, puoi gettarla via se vuoi ma io non resterò a guardare perciò per quanto mi riguarda è finita ne ho abbastanza"

STAI LEGGENDO
Always, Again
FanfictionDal primo capitolo: "Un mese. 31 giorni. 744 ore. 44640 minuti. Controllava l'orologio e proprio a quest'ora un mese prima stavano tornando a casa, Kate lo salutava con il suo sorriso più raggiante andando in camera, mentre lui avrebbe cucinato...