Capitolo 12

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Mi risveglio tra le braccia di Dominic ancora con gli occhi del sonno e mi ritrovo avvolta dalle sue braccia.
Questa notte è stata fantastica eppure sento dei sensi di colpa nei confronti di Jace. Ma lui non si è fatto problemi a fare ciò che ho fatto io ora, quindi perché dovrei farmene io? Mi alzo dal letto e vado in bagno a darmi una sistemata. Dopodiché vado in cucina e preparo la colazione, mentre faccio i Pancake vedo arrivare Dominic nel pieno del suo fascino mattutino, proverò a dargli la possibilità che merita.

«Buongiorno piccola Elizabeth.»
«Buongiorno Dom, dormito bene?»
So per certo che ha dormito benissimo, ma far finta di niente non costa nulla. «Io devo tornare a casa, mi accompagni?» Annuisce e mangia velocemente la sua colazione per poi vestirsi. «Sei bravissima a cucinare, i miei complimenti.»
Arrossisco per il complimento e mentre si veste nel frattempo lavo i piatti e gli utensili che ho usato.
Una volta finito di lavare tutto vado anche io a prepararmi.

Siamo in macchina e il silenzio è imbarazzante, vorrei parlare però ho solo Jace nella testa in questo momento. So che non dovrei pensarlo per nulla in questo momento però non posso farne a meno. È stata la vendetta più giusta.

«Grazie per avermi accompagnata Dom, ci vediamo.» Sto per scendere dall'auto ma mi blocca. «Stasera usciremo tutti insieme, parlerò io con gli altri. Ci sarai?» Beh mi sembra ovvio. «Sí certo, è normale.» Sorride e mi bacia la mano. Scendo dall'auto e mi dirigo verso casa.

Apro la porta e trovo mia madre con le valige e mio padre anche, mio fratello esce dalla cucina e mi vede prima di loro sgranando gli occhi. Cosa sta succedendo?

«Mamma, papà!» Loro si voltano di scatto e mi guardano di sasso. Cosa aveva detto Kevin a loro? Sembra che non si aspettassero proprio di vedermi. «Perchè fate le valige? Dove dobbiamo andare?» Mamma non parla e mio padre nemmeno, mio fratello sembra irritato. «Allora parlo io oppure voi?» I miei annuiscono e mi fanno entrare in cucina nel silenzio più assoluto. «Forza, vi ascolto.» Sono proprio curiosa.

«Tesoro, noi dobbiamo partire. Ci trasferiamo a Los Angeles.» Cosa? «Eh? Mi state dicendo che dobbiamo andarcene e abbandonare tutto?» Mi alzo di scatto sbattendo le mani sul tavolo. «Tesoro, tuo padre ha trovato un'opportunità di lavoro migliore, è così.» No io non mi muovo da qui. «No! Io verrò solo quando finirò gli studi e Kevin resterà qui con me. A giugno verrò, promesso.» I miei sembrano pensarci, forse non avevano pensato ad una soluzione del genere. Solo che io non voglio abbandonare i miei amici e i miei sentimenti, non posso.

«Va bene, tu e Kevin. Vi lasciamo la casa è vi manderemo soldi ogni settimana. Non combinate guai e soprattutto arrivate al diploma.»

«Grazie mamma, ma quando partirete?» Domanda Kevin. «Dopo natale, il 27 dicembre quindi per la settimana prossima che tu ritornerai a lavoro.» Risponde mamma. Kev annuisce e torna nella sua stanza a disfare la valigia mentre io mi siedo e bevo un bicchiere di succo per analizzare tutto ciò che è successo negli ultimi dieci minuti.
La prossima settimana i miei partono, io e Kev da soli per 6 mesi, equivale in casa da soli. Feste, amici e casini. E io non so come dire ai miei amici che tra sei mesi sparirò dalla circolazione, soprattutto a Madison, Darlene Jace e Dominic!

Mio padre si siede a tavola mentre mamma prepara il pranzo, l'aria è un po' tesa mentre Kevin se ne va stranamente allegro in camera sua. Sarà meglio evitare di fare domande. «Ragazzi!» Ci richiama mamma. «Tra poco dovremmo uscire io e vostro padre, se dovete uscire lasciate il biglietto. Inoltre dopodomani verranno Zia Melissa Zio Julio e i nonni.» Annuisco e vado in camera. Ancora non riesco a crederci che dovrò trasferirmi.
E' questo il segreto. Sarò costretta ad andarmene davvero? Mi sdraio sul letto e guardo il soffitto. Sono confusa ed ho un mal di testa atroce, sto per addormentarmi quando improvvisamente entra Kevin.

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