09

2.6K 89 9
                                    

«Wow...» mormora, guardandosi intorno mentre mi segue in cucina «non è cambiato niente.»

"Sì invece, è cambiato tutto" penso, mentre sto ancora cercando di combattere contro le mie stesse lacrime. Averlo così vicino, così all'improvviso, mi mette in uno stato di ansia-allerta che non potete nemmeno immaginare. So che non mi farà del male, fisicamente, ma sono a conoscenza che qualsiasi cosa mi dirà, buona o cattiva, lascerà un segno dentro di me. E non voglio. Non voglio ricominciare a stare male per lui, non voglio permettergli di interferire ancora nella mia vita. Non voglio stare ancora in balia di lui e della sofferenza che si è lasciato dietro andandosene, perché so che succederà. Sono stata sempre e solo io quella a stare male di più tra i due. Adesso basta.

Dov'è Tom quando ho bisogno di lui? Questo pensiero mi ricorda della festa che Anne ha faticosamente realizzato e che invece di essere là a divertirsi con i suoi parenti e amici, lui è qui con me a perdere tempo.

«Non dovresti essere ad una festa?» gli chiedo, prendendo posto a tavola per continuare a mangiare la mia pasta.

Quando prendo la forchetta con la mano, noto che sta ancora tremando. Voglio davvero provare a dimostrargli che il suo ritorno non mi ha per niente scombussolata e che se si trova qui o dall'altra parte del mondo, a me non interessa. Harry appoggia il contenitore di plastica sul tavolo e si siede esattamente davanti a me, cosa che sinceramente mi infastidisce. Non gli ho dato il permesso di sedersi. Deve starmi ad una certa distanza, in modo che non possa utilizzare le sue capacità enigmatiche e ammaliatrici su di me.

«Si staranno chiedendo dove tu sia finito» continuo con un tono di voce basso, cercando di intimidirlo come ho fatto qualche minuto fa «Sei il protagonista della festa, l'ospite d'onore, non un semplice invitato.»

Fa uno strano sorriso «Alcune persone mi stavano annoiando.»

Alzo gli occhi al cielo. Questa non è per niente una novità. Ora che sa cosa significa vivere nel mondo dei flash dei paparazzi e dei pettegolezzi dei più accaniti giornalisti, la vita ad Holmes Chapel dev'essere diventata scontata e priva di eccitazione.

«Tua madre ci ha messo davvero tanto impegno per organizzare una festa in tuo onore e tu semplicemente te ne vai?» continuo scettica, cercando di far leva sulla sua coscienza in modo che se ne vada.

Stare così vicino a lui mi rende troppo emotiva. So che adora sua madre, perciò devo pur aver mosso qualcosa dentro di lui, no?

«Mi hai concesso tre minuti, ricordi?» dice lui, con una sicurezza tale da farmi capire quanto sia cresciuto in questi quattro anni.

La mia curiosità ha la meglio, perciò glielo concedo «Veloce.»

«Ora che sono qui, davanti a te, dopo così tanto tempo... non so da dove iniziare...» borbotta, passandosi una mano tra i capelli e guardandomi, così intensamente, da farmi arrossire e abbassare lo sguardo.

Non dico nulla. Aspetto soltanto che vada avanti a parlare.

«Forse, è meglio iniziare chiedendoti scusa. Scusa per essere stato così coglione quattro anni fa. Scusa per averti fatta soffrire. Scusa per non essere venuto al funerale di nonna Judy. Scusa per non essere riuscito a starti vicino in un momento così delicato. Scusa se sono soltanto riuscito a mandarti uno stupido messaggio... Insomma, scusa. Mi dispiace, per tutto. Davvero» e a quel punto, alzo gli occhi per incrociare i suoi, lucidi e pieni di emozioni, destabilizzandomi «Hai tutte le ragioni di questo mondo per odiarmi, me lo merito. Anzi, mi meriterei di peggio. Dovrei essere ricoperto di insulti e forse dovresti darmi anche uno schiaffo per il coraggio che ho avuto nel presentarmi qui» lo vedo sorridere mestamente «E forse avresti anche voluto farlo, ma sei troppo buona e controllata per avere una reazione simile. Ed è proprio su questo che voglio puntare: sulla tua bontà. Vorrei che mi perdonassi, Kimberly. Vorrei che provassimo a tornare...»

The First Love || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora