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Passano un paio di settimane e se non fosse per quell'angelo di Sally sarei completamente sola e isolata dal mondo.

Tom, Char e Harry si sono come volatilizzati: non ho più avuto occasione di sentirli e forse, da un lato, è anche meglio così. Se mi stanno lontano non rischio che qualcosa nei loro comportamenti mi ferisca e a questo punto prevenire è meglio che curare, anche se sono consapevole del fatto che prima o poi dovrò uscire dal mio nascondiglio e dal mio stato di mimetizzazione.

Oggi è domenica e ho invitato Sally a passare la giornata da me, sedute sul divano a guardare qualche vecchia serie tv, senza preoccuparci di niente e di nessuno. L'intenzione era davvero ottima da parte di entrambe, ma appena abbiamo appoggiato il nostro sedere sul divano, il campanello ha iniziato a suonare insistentemente.

Inizialmente ho valutato la possibilità di ignorarlo: chiunque sia, rinuncerà in poco tempo se non otterrà risposta. Più i minuti passano, più quell'ospite sembra volere non solo sfondare il mio campanello, ma anche la porta d'ingresso.

Ad un certo punto Sally si alza dal divano e dice con tono scocciato «Se non ti alzi e vai ad aprire tu, giuro che vado io e lo ammazzo, chiunque sia!»

Decido di assecondarla in vista della sua minaccia. Mi alzo e, con molta svogliatezza, mi avvicino alla porta d'ingresso.

Senza nemmeno guardare chi è, inserisco le chiavi nella serratura e, dopo averla sbloccata, spalanco la porta. Mi viene un colpo al cuore quando vedo che davanti a me c'è Harry.

«Che cosa vuoi adesso?» chiedo, poco cordiale, ignorando la tachicardia.

La sua faccia sembra preoccupata e anche un po' sconvolta oserei dire, tanto da far allarmare anche me.

Immediatamente lascio cadere ogni tipo di orgoglio nei suoi confronti «Che cos'è successo?»

«Devo dirti una cosa che non ti piacerà per niente, ma non posso stare zitto e fare finta di nulla.»

Inizio subito a pensare che qualcuno si sia sentito male «È successo qualcosa ad Anne, Gemma o qualcun altro?»

Scuote la testa «No, non è niente del genere.»

«Allora che cosa mi vuoi dire? Chi riguarda?» domando, stavolta con più calma.

Il fatto che stiano tutti bene mi ha tranquillizzata parecchio, per un attimo ho davvero temuto che fosse accaduto qualcosa di grave a qualcuno.

Mi supplica con i suoi occhi color smeraldo «Posso entrare? Preferirei non dirtelo qui, sulla porta.»

Valuto per qualche attimo la sua proposta, mentre i nostri sguardi continuano a fissarsi intensamente, come se stessero cercando di comunicare l'uno con l'altro e scoprire ciò che Harry nasconde.

In questo momento non sono arrabbiata con Harry, né per il recente bacio che c'è stato né per tutto ciò che è accaduto in passato tra di noi. Queste due settimane di autoesilio mi sono servite per riflettere e calmarmi, non solo nei miei rapporti con il cantante, ma in generale. Sono arrivata alla conclusione di non voler più soffrire, di non lasciar più che niente mi tocchi. Perciò, cercare di appianare vecchi dissensi e trovare un compromesso, comportandomi da persona carina e gentile quale sono, se mi impegno, credo che potrebbe essere un buon inizio.

«Va bene» sussurro, spostandomi di lato per farlo entrare.

Lo sento sospirare, mentre avanza per entrare in casa «Ti ringrazio.»

«Non ringraziarmi», dico mentre chiudo la porta e lo conduco in salotto «sarà meglio che quello che vuoi dirmi sia davvero importante, non ho tempo da perdere. Stavo passando un ottimo pomeriggio in compagnia di Sally e di una serie tv.»

The First Love || H.S.Donde viven las historias. Descúbrelo ahora