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Questa sveglia farà una brutta fine.
<<Bip bip bip, l'ho capito>> faccio il verso alla sveglia.
Sono le 06:10.
Mi alzo e vado in bagno. Mi lavo il viso, i denti, gli occhi e mi dirigo verso la cucina.
Scrivo a Roxy come sta andando da lei e attendo una sua risposta.
Nel frattempo cerco nella credenza cosa mangiare... okay, prendo i biscotti.
Sento il mio telefono vibrare e mi domando chi possa essere a quest'ora.

È Elliot.
Non rispondo e colloco il mio cellulare dentro la tasca dei miei jeans.
Ho scelto di indossare una semplice maglietta nera scollata e dei jeans grigi abbastanza attillati.
Il telefono non smette di vibrare e alla fine rispondo.
<<Non voglio dartela vinta, ti odio>> ammetto.
<<Nervosetta la ragazza...>>
<<Cosa vuoi?>> domando scocciata.
<<Volevo semplicemente chiederti se domani sera verrai..>>
<<Sentiamo.>>
<<Il mercoledì sera c'è la serata karaoke gratis... Verresti con me?>>
<<Te l'accetto soltanto perché non ho una macchina. Vieni a prendermi alle 19:00>> gli comunico.
<<Bene, ci vediamo oggi a scuola.>>
<<Ciao>> lo saluto e chiudo.
Scendo di casa e metto gli auricolari alle orecchie. La canzone del giorno è "On my mind" di Ellie Goulding.
*****
<<Credo sia questa... Non so, tu metti la B!>> sussurro ad Aaron.
Beh, si. C'è in corso una verifica di fisica e non ci sto capendo un tubo.
<<Elisabeth... pssss>>
Si gira.
<<Che hai messo nella otto?>> le domando in fretta.
<<La C!>>
<<Grazieee>>
Ride e la prof la riprende.
<<Colpa mia...>> borbotto, ma la prof non mi sente.
Ma poi a chi gliene frega delle formule chimiche? Sono completamente inutili.
<<Sto cominciando a chiamarvi per ritirare la verifica>> annuncia la professoressa.
Si sente un "Noo" improvviso, ma la prof lo ignora di striscio.
Comincia a chiamare l'appello, ed essendo pochi, dopo poco, sento pronunciare il mio cognome.
<<Com'è andata?>> la prof di fisica pensa che io abbia le capacità per essere brava in chimica, ma si sbaglia di grosso.
<<Spero soltanto sia almeno qualcosa giusto...>>
Mi rassicura sorridendomi e mi vado a sedere, aspettando il professore della quinta ora.

<<Salve ragazzi!>>
Ci alziamo.
<<Salve prof!>> grida in coro la classe.
<<Ci sono ospiti, fateli accomodare nei posti vuoti>> comunica il professore di latino.
Alzo lo sguardo e vedo Elliot entrare in aula.
Saluta gentilmente il professore e si siede accanto a me.
Madison, perché oggi sei assente? Perché?!
<<Ehi ciao bellissima>> sussurra Elliot al mio orecchio destro mentre il professore scrive sul registro i cognomi degli ospiti.
Arrossisco.
<<Chiedi di andare in bagno>> dice, come se fosse un obbligo.
<<Perché?>>
<<Perché si. Aspetta due minuti i fuori dalla classe una volta uscita, okay?>>
Incuriosita, faccio come dice lui.
Aspetto fuori dalla classe.
Dopo tre minuti contati Elliot spunta dalla porta.
<<Allora?>>
<<Seguimi.>>
Obbedisco ai i suoi comandi.
Ci ritroviamo davanti la porta del bagno.
<<Devi seriamente andare in bagno?>> gli domando.
<<Ovvio che no.>>
<<Ah ecco! Che dovevi dirmi?>>
<<Non devo dirti nulla, devo farti vedere una cosa.>>
<<Cosa?>>
Non capisco.
<<È un segreto. Ora stai ferma così.>>
Siamo l'uno davanti all'altra e si avvicina lentamente a me.
Mi guarda negli occhi e sorride.
Senza neanche accorgermene, le nostre labbra stanno per toccarsi. Rimango immobile, come mi ha detto di fare lui.
Dopo qualche secondo, mi ritrovo tra le labbra di Elliot.
È un bacio senza lingua, è soltanto un contatto labiale. Un gran bel contatto labiale.
Axel ha le labbra più carnose, però anche le sue sono carine.
Ci stacchiamo e, quando gli sorrido, intravedo una scintilla attraversargli gli occhi grigi.
<<Perché mi hai baciata?>> gli chiedo.
<<Perché non mi hai fermato?>> mi domanda.
Quando non gli rispondo, fa un ghigno.
<<Allora facciamo finta che non è mai accaduto, okay?>> chiedo.
Mi bacia di nuovo, sempre a stampo.
<<Elliot, non mi piaci>> dico, guardandolo negli occhi.
<<Lo so che quel puttaniere di Axel ti ha fatto perdere la testa, ma, stasera, pensaci a questi due baci... Ti prego..>>
<<Non mi piace neanche Axel>> dico.
<<Si, certo.>>
<<Comunque, andiamo...>> ripeto.
<<Ci penserai?>>
<<Si, Elliot... ci penserò>> rispondo. Era tanto per togliermelo dalle scatole, ovviamente.
Torniamo in classe e ci accomodiamo nei posti assegnati.
<<Adesso seguitemi a pagina 143>> comunica il professore.
Poso la mano sinistra sulla mia gamba e con l'altra sfoglio il libro.
Mentre cerco la pagina mi sento gli occhi puntati addosso, e dopo poco una mano raggiunge la mia.
Guardo Elliot e scanso la mano.
<<Scusa...>>
Non rispondo e faccio finta di seguire la lezione per una buona mezz'ora.
*****
Appena arrivo a casa, essendomi ritirata solo ora dopo esser stata un pomeriggio intero con Courtney e dopo avendo cenato con lei, mi butto sul letto e ripenso alla giornata di oggi.
Perché Elliot mi ha baciata? Magari gli piaccio, ma perché non vuole confessarlo?
Eppure è stato bello baciarlo. Non avrei mai pensato di poter baciare due persone diverse dopo due giorni. Mi hanno fatto bene quei baci forse. Però, perché mi ha detto di pensarci? Vuole che gli dica di sì o di no per una relazione?
Perché sto pensando ai baci di Elliot, e perché sto pensando a lui?
Casino casino casino.
Prendo il telefono e digito il numero di Axel, che, dopo aver fissato troppe volte, ho già imparato a memoria.
Porto il telefono all'orecchio e aspetto.
Squilla.
Sta squillando.
Sta continuando a squillare.
Okay, starà leggendo il mio nome sullo schermo e starà decidendo se rispondermi o meno, credo.
Dai Axel, rispondi.
<<Segreteria telefonica. Il numero da lei chiamat..>>
<<UFFAAA>> sbotto.
Subito dopo ricevo una chiamata.
È Axel.
<<Axel?!>>
<<Perché mi hai chiamato?>>
Parla con voce impastata.
<<Axel... Ti ho chiamato perché io...>>
<<Non me ne frega niente di ciò che..>> mi interrompe e di conseguenza faccio lo stesso io.
<<Sai che voglio Axel?>>
<<Ciao.>>
<<Voglio vederti, ecco cosa voglio>> sbotto.
Chiude.
Lo richiamo e risponde subito.
<<Volevo rifiutartela!>>
<<Non ci sei riuscito...>>
Fa un ghigno.
Rimaniamo con la chiamata attiva, senza dire niente.
<<Axel, te l'ho detto cosa voglio?>> dopo un bel po', spezzo la tensione.
<<Si...>>
<<Tu cosa vuoi?>>
<<Voglio baciarti.>>
<<Posso venire?>> gli chiedo.
Non risponde e nel frattempo prendo una giacchetta e la indosso sopra una canottiera blu e dei pantaloncini corti di jeans.
Raccolgo i miei capelli bruni in una grande coda di cavallo.
<<Vuoi rispondermi?>>
<<No...>>
Rido.
Lo sento ridere e questo mi riscalda il cuore. Prendo la bici e mi dirigo verso casa Collins.

&quot;Ci siamo solamente noi.&quot;Donde viven las historias. Descúbrelo ahora