(Capitolo 2) ONCE UPON A TIME: le due mamme

542 37 4
                                    


NEW YORK

Il giorno dopo Henry mise nel suo zaino non le cose di scuola ma tutto ciò che gli poteva servire per il viaggio: il libro, una felpa e del cibo. Svuotò il suo salvadanaio e si diresse alla stazione degli autobus. Fece il biglietto per NY era arrivato il momento si conoscere sua madre.

Il viaggio fu molto lungo, ma finalmente era arrivato. Aveva un indirizzo di un ufficio e si recò lì.

Dopo aver chiesto informazioni ad un agente, che pattugliava la strada. Riuscì a trovare il posto.

Entrando si trovò davanti ad una scrivania, dietro era seduto un uomo molto robusto chinato sulla scrivania leggeva una rivista.

Henry si avvicinò e si schiarì la voce. L'uomo alzò gli occhi su di lui e disse "desidera?".

"Cerco Emma Swan per favore". "in questo momento non è qui, e tu chi saresti?" chiese il tizio che non smetteva di squadrarlo dalla testa a piedi. "io sono suo...informatore, sì sono un suo informatore" rispose Henry. "capisco...la vedi quella scrivania la giù? Puoi aspettarla lì". "ok, grazie".

Henry si sedette alla scrivania, la scrivania di sua madre, c'era un mucchio di roba sparsa ovunque, evidentemente l'ordine non è il suo forte.

Passò mezzora, quando dalla porta sbucò lei, la donna binda con il giubbotto di pelle rosso. Con sé portava un uomo alto e muscoloso, era ammanettato dietro la schiena.

Cavolo pensò, sua madre era una tipa tosta, era riuscita a fermare quel tizio.

Emma richiamò l'attenzione di Charly, il tizio alla scrivania. "Hey Charly, la cella numero 2 è libera?", "hey Emma vedo che ne hai preso un altro, sei grande, non ti ferma nessuno. Sì la cella numero due è libera, puoi mettere lì il nostro amico" rispose Charly mentre gli dava la chiave.

Emma rinchiuse quel tizio, e andò di nuovo alla scrivania e chiese "Charly ci sono messaggi per me?", charly controllò su computer e disse "no, nessuno". "ok io esco di nuovo" disse Emma. Arrivata sulla porta Charly la chiamò "Emma aspetta, quasi dimenticavo, c'è una persona che ti cerca, dice di essere un tuo informatore" disse indicando la sua scrivania. Emma tamburellò con le dita sulla scrivania e guardava il ragazzino da lontano e si accigliò. "ok, grazie Charly".

Si avvicinò alla scrivania esordendo "e così tu saresti un mio informatore?" chiese guardando il ragazzino, e mettendosi le mani sui fianchi.

Henry la guardò, all'inizio non disse nulla si limitava a guardarla. Emma spazientita fece schiccare le dita davanti alla sua faccia e disse "hey ragazzino, ci sei...?".

Henry tornò in sé e disse "oh si scusa io sono...tuo figlio". Emma lo guardò e incrociando le braccia sul suo petto disse "come scusa?". Henry ripeté "sono Henry...tuo figlio". "ok senti ragazzino primo abbassa la voce, secondo seguimi usciamo di qui".

Emma si diresse in un bar lì vicino con Henry che la seguiva, entrarono, Emma salutò la proprietaria, "ciao Linda", "hey Emma come va? Vedo che oggi sei in compagnia" disse guardando Henry.

"già, per me un caffè" poi si girò verso Henry e chiese "e tu ragazzino cosa prendi?"

"una cola, grazie". "ok un caffè e una cola in arrivo" disse Linda. "ok grazie, ci sediamo la giù" disse Emma indicando un tavolo libero.

2 minuti dopo Linda portò al tavolo il caffè e la cola "ecco a voi" disse sorridendo per poi allontanarsi, per andare a prendere un'altra ordinazione.

Emma bevve il suo caffè poi guardò il ragazzo e disse "allora ragazzino hai 5 minuti per dirmi chi sei".

*******************************************************************

STORYBROOKE

Intanto a Storybrooke la scuola aveva chiamato il sindaco per informarla che Henry non era andato a scuola. "cosa? Come sarebbe oggi mio figlio non è venuto a scuola?". "proprio così sindaco, Henry oggi non era presente alle lezioni", Regina non replicò chiuse il telefono in faccia alla preside della scuola. Strinse forte il telefono nella sua mano e lo stritolò per la rabbia.

Uscì di corsa da casa e si diresse nell'unico posto dove gli piaceva stare, solo lui sapeva il perché, da Granny.

Entrò sbattendo la porta, facendo trasalire tutti. Si diresse al bancone, proprio da Granny, una donna robusta occhialuta. "dov'è mio figlio?". Granny rispose "perché lo cerca qui? a quest'ora dovrebbe essere a scuola". "non fare domande stupide, se Henry fosse a scuola io non sarei qui". "mi dispiace qui non si è visto".

Regina fece per uscire dal locale quando, in quel momento entrò Tremotino. "togliti di mezzo, fammi passare" disse Regina brusca. "non dovrebbe essere scortese con chi potrebbe darvi le informazioni che cercate" disse sicuro Tremotino. "che cosa sai?" domandò Regina. "non qui" disse Tremotino uscendo dal locale. Regina lo seguì.

Quando uscirono dal locale Granny commentò "beh se il buongiorno si vede dal mattino oggi di sicuro non lo è. Quei due insieme che Dio ci aiuti".

Sul marciapiede Regina perse la pazienza "allora?" chiese. Tremotino si diresse al suo negozio per parlare in tranquillità. Regina ancora spazientita disse "cosa sai?". Tremotino disse "quanta fretta, se parlo cosa ci guadagno?". Regina fece una mezza risata e disse "parla o puoi dire addio al tuo negozio".

Tremotino la guardò e disse "ieri il ragazzo è venuto da me chiedendo di fargli una chiave", "che chiave?" chiese Regina curiosa. "questa" rispose Tremotino facendogliela vedere. Regina la prese e la riconobbe subito "ma è la chiave della biblioteca, cosa ci doveva fare?" chiese più tra sé e sé più che alla persona che aveva davanti. Uscì dal negozio e si precipitò alla biblioteca.

La biblioteca era enorme ed era impossibile sapere cosa stesse cercando Henry. Ma grazie ad un incantesimo (l'oggetto mancante) Regina riuscì a capire cosa mancava.

Henry aveva preso il libro che riguardava la storia di Storybrooke.

*********************************************************

NEW YORK

Henry ed Emma passarono più di 5 minuti seduti al quel tavolo. Henry raccontò ad Emma tutta storia.

Prese il libro e iniziò "...sei mia madre, sei la figlia del principe azzurro e di Biancaneve. Mia madre la Regina, al momento è il sindaco della città, Storybrooke che ha creato lei con la magia, e ha fatto un sortilegio cancellando la memoria a tutti. Tu sei l'unica che può aiutarci, sei la salvatrice..."

Emma non riusciva a crederci "senti ragazzino di sicuro hai una grande fantasia, mai sentita questa Storybrooke, e la magia non esiste. Adesso dimmi dove abbiti così ti porto a casa e parlo con tua madre."

"perché non vuoi credermi? Sei la salvatrice devi aiutarci, solo tu puoi farlo, ti prego".

"e va bene ti porterò a casa tua ma non voglio più sentire questa storia".

Emma salutò Linda dicendo "grazie Linda, segna sul mio conto, ci vediamo", "a presto" rispose Linda che era troppo presa a servire i clienti. I due uscirono dal bar. Emma si diresse al suo maggiolino giallo con Henry alle calcagna. Salirono in macchina ed Emma disse "allora dove si trova questa Storybrooke?".

Henry spiegò la strada ad Emma, il viaggio era lungo, ma ad un tratto la strada principale si interrompe e finisce in una strada secondaria, quella che conduce a Storybrooke. Emma lesse il cartello non ci voleva credere, Emma imboccò la stradina. Varcarono il confine. Quando arrivarono Emma si sentì strana, diversa, come se qualcosa dentro di sé stesse cambiando.       

UNITY IS STRENGTHOnde histórias criam vida. Descubra agora