capitolo 23

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Seduto mano per mano alla mia Padrona, guardavo Martina avviarsi come se andasse al patibolo, invece che alla sua finale dei 400 misti.
Non s'intravedeva neanche l'ombra della sua famosa grinta.
Il coach si girò verso di me con un'occhiataccia tutt'altro che rassicurante, preoccupato per quel che tutta la squadra stesse pronosticando, la disfatta agonistica di Martina dopo quella sentimentale.
"Lucky preparati che dopo Martina tocca a te!" ordinò il coach.
La sua prima preoccupazione era volermi staccare da Alice, in quel momento così delicato, nel tentativo di salvare il salvabile.
Presi nella mia borsa cuffia e occhialini, schioccai un bacio a stampo alla mia signora e mi alzai.
La sfortuna volle ancora che Martina ci vide.
Forse il mio flusso positivo si era interrotto?
Certo che tutto sembrava andare a rotoli nel momento cruciale.
Ero confuso forse più di prima, certamente averle tutte e due lì, non mi aiutava.
Scendendo dai gradini della tribuna il coach mi prese per un braccio e girandomi su me stesso mi redarguii faccia a faccia, dando le sue spalle alla stessa Alice, probabilmente nell'intento di non farle capire cosa stesse accadendo.
"Tu solo casini sai combinare?"
Comprendendo il suo disappunto, abbassai lo sguardo e mi avviai verso la zona d'appello, mentre Martina ne usciva verso i blocchi di partenza.
Non la guardavo per paura che Alice si accorgesse di qualcosa.
Identicamente al giorno prima, mi trovai spettatore alla sua gara dalla zona di appello.
Appena fu difronte al suo blocco di partenza Martina si girò dalla mia parte, forse sperando che anch'io dicessi qualcosa.
Non riuscii a non incitarla a gran voce.
"Vai Marti!"
Mi uscì spontaneo e il suo sorriso comparse di nuovo come per incanto, prima di tornare a fissare il suo blocco di partenza.
Distolsi lo sguardo su di lei dirigendo la mia attenzione su Alice, che inevitabilmente notò quel cenno d'intesa tra noi.
I suoi occhi azzurri mi fulminarono nonostante fosse molto distante da me nella tribuna opposta.
Provai a far finta di nulla, come tutto fosse nella norma.
In fin dei conti Alice non poteva sapere che rapporto ci fosse tra noi nuotatori ed io contavo su questo.
Martina partì perfettamente per le prime due vasche delfino, prendendo il comando della gara, anche con un discreto margine di vantaggio.
Continuò la sua prepotente imposizione del ritmo nelle seguenti due vasche a dorso, scavando tra lei e le avversarie un margine davvero rassicurante.
Immancabilmente però, nelle due vasche rana sembrava accusare lo sforzo, essendo anche il suo stile meno congeniale.
Resistette al rientro arrembante delle avversarie, virando ancora prima e con poco meno di un metro di vantaggio sulla seconda. In teoria era fatta.
Conoscevo benissimo la sua cattiveria agonistica, nelle ultime due vasche stile libero, non si fece pregare allungando il suo vantaggio incolmabile.
Andava a vincere la sua medaglia d'oro agli assoluti di nuoto, sotto gli occhi quasi commossi del coach di fianco ad una Sasha indemoniata dalla gioia.
Vedevo i gemelli scambiarsi qualche banconota da mille lire, facevano intuire di aver scommesso sul risultato della nostra compagna di squadra.
Un sincero applauso addirittura si levò dall'intera tribuna colma di spettatori ed atleti quasi provocato da Mattia, Erika e Paola che incitavano lo stesso pubblico a farlo.
Tutto questo coinvolse anche Alice, che in piedi applaudiva il gesto atletico di Martina, come riconoscesse il suo valore nonostante fosse digiuna di sport.
Martina uscì dall'acqua e si diresse a raccogliere la sua roba applaudendo anch'essa in direzione della tribuna per ringraziare del calore ricevuto, era già una giovane star.
Ora toccava a me.

SWIM SWITCH amori pericolosiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora