Capitolo 55

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Capitolo 55.

Era un bel viaggio, da Milano a Roma e per fortuna eravamo in treno.
Mattia, Martina e Sasha nonostante le mie preoccupazioni, erano sicuramente la miglior compagnia che potessi avere.
Ricordavo le mie prime partecipazioni ai ritiri giovanili, quando ero completamente solo durante quelle lunghe faticose trasferte.
Una folta truppa di nuotatori ci attendeva a Roma, ma la complicità che potevo ambire con i miei compagni era di sicuro oltre la semplice conoscenza.
Già durante il viaggio mi toccava tener a freno l'esuberanza di Sasha che non ne voleva sapere di starsene a sedere, girovagando per il treno, prendeva in giro per qualsiasi sciocchezza chiunque passasse o per una camicia troppo sgargiante o per delle valige decisamente ingombranti, insomma non perdeva nessun pretesto.
Quindi mi ero annoverato l'onere di fare da balia alla piccola slava, seguendola su e giù per il treno, pur di non mettermi a sedere e dar la possibilità a Martina di avvicinarsi troppo.
L'immagine severa di Alice aleggiava sopra di me come nei miei pensieri.
Praticamente stavo sfuggendo spudoratamente a Martina, formando due coppie ben distinte.
Sasha ed io nella carrozza bar, come due perfetti gitanti e Mattia e Martina nello scompartimento, effettivamente con i libri in mano, ma nella mia fantasia li immaginavo sempre confabulanti contro di me.
Comportandomi così, ero decisissimo nel non far altri torti, anche involontari, alla mia Padrona.
Le cinque ore di viaggio scorsero così, nell'attesa di scendere alla stazione termini di Roma, dove ci attendeva uno degli accompagnatori della nazionale, per scortarci nel residence nel quartiere Flaminio, in pratica non lontano dal Foro Italico, sede degli intensi allenamenti, che cominciavano già da quel primo pomeriggio romano.
Ci assegnarono le stanze velocemente, prima del pranzo ed io ero in camera con Mattia, ovviamente, mentre Martina e Sasha occupavano un altro piano.
Una scelta del direttore tecnico probabilmente, per tenerci meglio d'occhio, anche se poteva contare sul nostro essere quasi professionisti, era sempre meglio controllare tutti i ragazzi e ragazze presenti nel collegiale e tenerci ben concentrati solo sugli allenamenti.
Entrando in camera, Mattia ed io fummo stupiti di un particolare però.
C'era un letto matrimoniale, invece che due singoli, ma guardandoci in faccia poco ci importava dell'errore, avendo condiviso letti, costumi, fidanzate e quant'altro in passato, quindi non ci recava nessun fastidio dormire insieme.
Sistemati i bagagli alla meglio, scendemmo nella sala da pranzo salutando tutti i presenti del ritiro.
Erano tutti nuotatori e nuotatrici di vecchia conoscenza oramai, dopo mille scontri agonistici.
Ritrovammo poi di nuovo le due ragazze compagne di squadra già a tavola, alla presenza di tutto lo staff tecnico della nazionale, accomodato nel lungo tavolone che capeggiava la sala.
Forse la parte più noiosa di tutta la settimana, nel pranzare durante il briefing che serviva ad informare tutti sugli orari di allenamenti e gruppi di lavoro, dividendoci per stili e tutte le informazioni utili per quella settimana. In quel momento era ancora facile non badare a Martina, ma effettivamente, avevo paura che quel bacio dentro la mia auto testimoniasse i suoi sentimenti non sopiti o forse era tutta una mia fantasia e il senso di colpa nei confronti di Alice che mi faceva fantasticare su tutto.
Forse Martina era veramente rassegnata ad una semplice amicizia.
Alla fine del pranzo corsi a chiamare Alice, sperando di trovarla ancora in casa.
"Amore come stai?"
Esordii preoccupato, con il ricordo delle sue lacrime.
"Ciao Lucky si son tornata dall'università, ora studio un po' e stasera vado al corso di Shibari"
Rispose Alice.
Ero felicissimo risentirla di nuovo allegra e soddisfatta e questo mi dava le giuste energie per affrontare quella settimana notevolmente tosta.

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