Capitolo quattro.

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«F-fanculo Calum Ashton gemette, buttando la testa all'indietro per il piacere.

Calum gemette in risposta, scavando le unghie sui fianchi del ragazzo, incominciando a succhiare il collo del ragazzo.

«Veloce Calum, ti prego piagnucolò Ashton, ottenendo poi ciò che desiderava.

Calum gemette di nuovo, ricominciando a baciargli il collo e lasciando dei piccoli succhiotti.

«Calum, fanculo, s-sto venendo

«Anche io Asht

Calum scosse la testa, aprendo gli occhi e maledicendosi mentre vedeva il rigonfiamento attraverso la lenzuola.
Poi si bloccò, rendendosi conto di cosa aveva appena sognato.
Certo, era normale svegliarsi da un sogno alquanto perverso, ma sicuramente non un sogno perverso in cui al posto di una ragazza ci stava un ragazzo. Soprattutto il ragazzo che odiava.

Si alzò dal letto, afferrando una maglia dei Green Day e dei jeans neri, andando poi a lavarsi i denti. Forse non era nemmeno Ashton il ragazzo del sogno. Di solito i sogni, o meglio incubi, sono difficili da ricordare, giusto?

«Calum! Alzati fottuto frocio. E pulisci questa dannata casa!»

Il ragazzo sospirò, scendendo le scale mentre il padre usciva di casa. Odiava suo padre.

«E se Ashton chiamasse, sii gentile. Fai qualcosa di giusto per una volta.» fu l'ultima cosa che disse l'uomo, dopo che il figlio gli rispose con un «okay»

Ashton era stato carino con Calum, solo per il bene della madre;
cosa che Calum aveva ricambiato, ma non per far un piacere ad Ashton, ma solo perché se non si fosse comportato bene il padre gli avrebbe buttato merda sopra.
Non letteralmente, ovvio.

E poi, perché Ashton avrebbe dovuto chiamare?

Buzz buzz.

Guardò il telefono e un numero sconosciuto apparve sulla schermata, stava per rispondere ma ci ripensò, appoggiando il telefono sul divano e aggiustandosi i capelli con una mano.

Buzz.

Da: Sconosciuto.
Rispondi al tuo dannato telefono, Hood.

C'era solo una persona che la chiamava in quel modo.

A: Sconosciuto.
Ashton?

Da: Sconosciuto.
Ring ding ding! Ora rispondi al telefono.

Cambiò il nome del contatto e aspettò che Ashton lo chiamò, e quando lo fece aspettò qualche secondo prima di rispondere, giusto per far sembrare che stesse facendo qualcosa.

«Pronto?»

«Da quanto tempo.»

«Perché mi hai chiamato?» domando Calum, dopo aver chiesto: «e come hai fatto ad avere il mio numero? 10 punti allo stalker.»

«Bene! Posso aiutarti a comprare un cervello?»

«Spero tu stia scherzando.»

«Forse.»

«Hai intenzione di dirmi del per-»

«Sì sì. In sostanza mia mamma e tuo padre hanno intenzione di fare una vacanza e dovremmo condividere una stanza insieme.»

Calum ne rimase un po' scioccato, ma non era la prima volta che lo avvisavano in quel modo. Come quella volta in cui gli dissero: "Hey, tua madre ti ha lasciato per sempre e sei destinato a rimanere attaccato al culo di tuo padre."

«Uh, va bene? Aspetta. Quando?

«Uhm oggi. Tuo padre è andato a prendere i biglietti del treno. Restiamo per una settimana.»

Calum si ricordò che suo padre poco fa era uscito, senza nemmeno dargli spiegazioni.

«Bene, fottutamente bene.» mormorò Calum, ritornando in camera e cercando una borsa per poi infilarci dei vestiti a caso.

«Okay, ci vediamo dopo Calum.»

«A dopo Ashton.» 

In pochi minuti era già pronto.
E nel giro di cinque minuti, si sarebbe dovuto vedere con Ashton e la madre, per andare.

-

«Perfetto, noi andiamo a raccogliere alcuni tipi di alimenti, voi restate qui.» disse la madre di Ashton, scendendo dall'auto con Daniel e allontanandosi. Calum sospirò e si girò verso Ashton, sorridendo nel vedere come gli occhiali del riccio cadessero non appena si muoveva.

Dopo qualche istante, iniziò ad annoiarsi sul serio. Ashton stava ancora dormendo, ma ora sul suo volto era impresso uno sguardo preoccupato. Il suo respiro diventava sempre più pesante e muoveva le mani, come se stesse cercando qualcosa.

«Ashton? Stai bene?» Calum chiese, leggermente preoccupato. Ashton iniziò a piagnucolare, quando all'improvviso disse qualcosa, mentre una lacrima gli ricava il viso.

«Ashton? Ashton!» Lo richiamò Calum, scuotendolo. Ashton ora stava piangendo, sempre durante il sonno. Calum lo scosse un'ultima volta, ma con più decisione ed infatti, il ragazzo si svegliò.
Era tutto rosso, mentre si guardava intorno.
Non appena vide Calum, lo abbracciò improvvisamente, aggrappandosi a lui.
Solitamente Calum lo avrebbe respinto, ma questa volta no.

«Shh, shh. È tutto okay ora, guardami!» Calum sussurrò, abbracciandolo.
Ashton lo guardò e sorrise, continuando a stringerlo.

«Cos'è successo?»

«I-io ho avuto un incubo. Scusami, non vole-» mormorò Ashton, riappoggiando la schiena contro lo schienale.

«È tutto okay. Cioè continui a non piacermi, ma se hai dei problemi io sono qui, Ash.»

Calum lo riabbracciò ancora una volta, rimanendo in quella posizione per circa cinque minuti. Quando si staccarono, Calum sentì Ashton russare, così ridacchiò.

Appoggiò il ragazzo allo schienale e lo guardò dormire.
Si sporse in avanti a baciò delicatamente la guancia del riccio, simulando un "pft".
Lo odiava ancora, ma non voleva che avesse un altro incubo o qualsiasi altra cosa.

Borbottò un «sei carino quando dormi».
Sicuramente se fosse stato sveglio non glielo avrebbe mai detto.

Ma Ashton era ancora sveglio e sorrideva tra sé e sé.

Forced » Cashton (Italian Translate)Место, где живут истории. Откройте их для себя