CAPITOLO 4 - I

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Anno 512 dalla Fondazione, inverno

Nel silenzio della casa, i colpi bussati alla porta della stanza di Enyd risuonarono come tuoni d'estate. La ragazza emerse lentamente dal sonno, ma la persona al di là della porta era istruita per restare ad attendere una risposta e non avrebbe smesso di picchiare finché questa non fosse arrivata. Enyd perciò si trascinò fuori dalle coperte e, nonostante il gelo che regnava nella stanza, arrivò scalza fino alla porta. – Sono sveglia – bofonchiò, ma non ne era del tutto certa nemmeno lei.

– Molto bene, fèanna – rispose la voce del guardiano notturno del teach, un robusto uomo chiamato Grimm. – Buona festa del solstizio.

– Grazie – rispose Enyd, ma già i passi pesanti degli stivali di Grimm si allontanavano giù per il corridoio, probabilmente per andare a svegliare una delle altre ragazze nubili con cui Enyd avrebbe condiviso la levataccia e il rito del solstizio d'inverno.

La stanza era gelida. Il fiato si condensava in nuvole ed il freddo dell'impiantito filtrava anche attraverso gli spessi tappeti di lana che lo ricoprivano. Andò alla finestra, ma dietro le tende non c'era altro che il buio ed il vetro imbiancato da un velo di brina. Spaccò con le dita lo straterello di ghiaccio che si era formato sulla superficie dell'acqua contenuta nella conca e se ne spruzzò un po' in faccia per svegliarsi. Rabbrividendo, si liberò della camicia da notte ed indossò calze di lana, la sottoveste di cotone pesante e il lungo abito bianco che simboleggiava il suo passaggio nel mondo degli adulti. Lo stesso che avrebbe dovuto portare la notte di soween.

Erano già passate sette settimane. Con più di un mese di ritardo sul suo sangue, la gravidanza era ormai un fatto certo. Non ci pensava spesso, ma la tensione e la sensibilità che avvertiva ai seni già da diversi giorni confermavano fastidiosamente la sua condizione, tanto che sua madre le aveva consigliato di legare la fascia con cui li tratteneva non semplicemente avvolgendosela attorno al torace ma intrecciandola sul davanti e legandola dietro il collo, per sostenerli senza schiacciarli. Prima di allacciarsi l'abito scivolò con la mano sul ventre, cercandone una nuova rotondità, ma subito si diede della stupida. È troppo presto, pensò.

Come ultima cosa si gettò sulle spalle il pesante maglione che indossava ogni giorno, poi corse in cucina.

Era in ritardo. Le altre ragazze erano già affaccendate tra il tavolo ed il forno, e al suo ingresso le rivolsero solo pochi, rapidi cenni di saluto. Avevano tutte occhi assonnati e movimenti impacciati, e tutte sembravano ansiose di portare a termine il lavoro, compiere il rito e tornarsene a letto a dormire ancora un po'.

Se non altro, nelle vicinanze del forno acceso c'era un bel calduccio. Enyd gettò da parte il maglione, indossò un grembiule, prelevò lo zucchero fine dal vaso con una tazza e lo versò in una ciotola, poi tagliò la giusta quantità di burro dal panetto.

Tiara la fermò prima che potesse proseguire. – Sono finite le bacche di cuile – la informò. Era la più vecchia del gruppo, ma nonostante i suoi diciassette anni e due enormi occhi celesti che illuminavano un viso più che grazioso non aveva ancora trovato un pretendente. Le voci più maligne affermavano che non gradisse la compagnia maschile, e sebbene questo fatto non fosse mai stato provato, era il sospetto che fioriva sulle labbra un po' di tutti. Spesso la si vedeva lanciare strane occhiate alle altre ragazze, ma nessuna era mai stata oggetto di attenzioni particolari, e quello era rimasto solo un pettegolezzo.

– Come finite? Oh no... ma nessuno ha controllato, ieri?

– Le avranno prese per le coliche di Jolla – rispose Kiri, la rotondetta figlia quattordicenne della sarta del teach.

Loth - Parte Prima: TerraWhere stories live. Discover now