CAPITOLO 9 - I

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Anno 512 dallaFondazione, autunno

Dopo agosto, la situazione a Chrie peggiorò ulteriormente. Della spedizione del Re nessuno ebbe più notizie, e nemmeno si prese la briga di indagare. Con il collasso del traffico mercantile sul Lago delle Stelle, anche quei pochi abitanti che ancora avevano resistito decisero di cercare fortuna altrove, e Chrie si trasformò in un pozzo nero di prostitute e delinquenti. Di conseguenza, più nessun mercante risalì la valle del Maw e gli abitanti dovettero cominciare ad accontentarsi di ciò che era possibile procurarsi localmente. Fortunatamente, mele, cavoli e patate crescevano in abbondanza, tanto negli orti quanto selvatiche nei prati, ma era troppo tardi per provare a seminare grano o orzo, e così anche l'avena necessaria per la produzione dello skye fu sacrificata ai bisogni dell'alimentazione.

Poco prima di soween, Andras Conn salì al poggio dei Falchi con il calesse ed un'espressione corrucciata sul viso. Fece un cenno a Matias, che stava ricavando nuovi ciocchi per il camino da un tronco e lo precedette all'interno del cottage spalancando la porta con un po' troppa energia.

Enyd stava allattando, e il rumore le strappò un grido di sorpresa ed un movimento brusco. Il bambino si staccò dal seno e si mise immediatamente a strillare a pieni polmoni mentre Enyd lo carezzava per calmarlo e provava a riaccostarlo. Loth cresceva bello e sano, ma Enyd pareva soffrire la tensione causata dalle improvvise difficoltà che la valle intera stava attraversando ed era nervosa e irritabile.

Conn si scusò con Enyd e andò a sedersi accanto al camino in cui un blocco di torba bruciava emanando un tepore umido e il caratteristico odore vagamente sulfureo.

Matias entrò in casa poco dopo, andando subito a rintuzzare il fuoco. – Che c'è, papà? Mi sembri agitato.

– Che intenzioni avete? – domandò senza preamboli.

– Per cosa?

– Per l'inverno. Non ho nessuna intenzione di permettervi di stare qui.

– Noi... – accennò Matias alzando automaticamente gli occhi su Enyd, che lo guardava con occhi cerchiati di stanchezza e tensione. – Non lo so.

Già ad ottobre il freddo era difficile da tenere a bada, nonostante il grande camino, e la stanza non era sufficientemente grande per accogliere anche le scorte di cibo necessario per superare la stagione delle nevi. Poi c'era Enyd...

Dele aveva passato praticamente l'intero mese di settembre al cottage, aiutando Enyd col bambino, dispensando i suoi consigli ed il suo amore, ma all'inizio di ottobre era stata costretta a malincuore a diradare le visite. Loth mangiava con energia, ma dormiva poco e piangeva molto, e la ragazza sopportava male i suoi strilli. Per tenerlo buono aveva preso a tenerlo attaccato al seno anche quanto non era necessario e quel continuo succhiare le aveva provocato delle piccole, dolorose ferite attorno ai capezzoli. Questo comportamento aveva fatto infuriare Dele, e le cose erano ulteriormente peggiorate quando Enyd aveva iniziato a usare il miele per alleviare il dolore che le provocavano.

– Sei diventata scema? – aveva sbottato Dele la prima volta che l'aveva scoperta. – Non solo non te lo toglierai più dal seno, ma gli farai venire i denti marci prima ancora che gli siano cresciuti.

– Ma mi fanno male... il miele almeno non le fa infettare.

Dele aveva grugnito e lasciato cadere il discorso, ma ogni volta che la vedeva con il bambino attaccato al seno le rivolgeva un'occhiataccia, puntualmente ricambiata. Matias aveva l'impressione che, a volte, Enyd lasciasse il bambino attaccato al seno più per fare dispetto a sua madre che per una reale necessità.

Una volta rimasta sola, anche il compito di preparare i pasti era ricaduto completamente su di lei, ed Enyd lo svolgeva svogliatamente, cucinando piatti semplici e privi di sapore, e mangiando poco e senza appetito. Come risultato, era deperita rapidamente, da longilinea era diventata ossuta e la pelle aveva assunto un colorito malsano e pallido, nonostante passasse all'aperto buona parte della sua giornata. Dele, quando era al cottage, passava la metà del tempo a guardarla in silenzio e l'altra metà a sgridarla per i suoi comportamenti insensati e le due donne finivano immancabilmente per litigare quando erano insieme e piangere quando erano sole.

In tutto questo, Matias cercava di dare quanto più aiuto possibile, ma sentiva Enyd sempre più lontana, concentrata unicamente sul bambino, e qualche volta si era lasciato scappare qualche parola di troppo, scatenando dolorose liti.

– Non lo so – ripeté a suo padre rintuzzando i ciocchi di torba.

– Bene, allora te lo dirò io. Scenderete al teach con me, questa sera stessa. Passeremo la notte di soween insieme, e poi abiterete con noi.

– Mio padre non lo permetterà – disse meccanicamente Enyd accarezzando il capo di Loth, che succhiava al suo seno con energia.

– Con tuo padre ho già parlato – replicò Conn. – Oghun Maclea sarà pure testardo, ma non è stupido. C'è poco cibo, e non ha senso rischiare la vita abitando quassù. Saremo già abbastanza isolati nei teach. Persino i tuoi fratelli scenderanno dalle montagne per passare l'inverno in un posto civile, e voi verrete a stare da me. – Il tono non ammetteva repliche, e per lunghi momenti non ce ne furono.

Matias prese un gran respiro e raggiunse Enyd in fondo alla stanza. Mentre parlavano, Enyd non alzò mai gli occhi sul marito, tenendoli fissi sul piccolo attaccato al seno, ma la decisione non era così difficile da prendere.

– Va bene, papà. Faremo come vuoi tu, ma dopo soween. Per noi è un giorno importante e vorremmo trascorrerlo come una famiglia, non come parte di una comunità. Scenderemo all'Henge per conto nostro, da qui, e poi torneremo al teach con voi, la mattina dopo.

Conn soppesò la proposta per qualche attimo, poi annuì. – I debiti vanno pagati – disse, poi se ne andò senza aggiungere altro.

*

Enyd, una volta che la prospettiva di trascorrere l'inverno al cottage aveva perso consistenza, era un po' rifiorita. Era meno irritabile, le era tornato l'appetito ed era riuscita anche a concedersi all'amore di Matias come non succedeva da tempo.

All'alba della vigilia di soween, dopo aver cambiato ed allattato Loth invece di tenerselo tra le braccia, aveva fatto forza su se stessa per rimetterlo a dormire nella sua culla. Cercando di non svegliare Matias si era alzata ed era uscita nella bruma. L'erba fradicia di rugiada splendeva come un tappeto di diamanti nella prima luce del sole, ma non c'era un alito di vento e il silenzio della valle era quasi assoluto. Incurante del freddo si era sfilata la camicia da notte, si era lavata alla gora e, nuda e fresca, era tornata ad infilarsi sotto le coperte. Matias si era svegliato coi suoi baci sulle labbra e le sue carezze sotto la camicia, e aveva riscoperto la sua dolcezza con un piacere del tutto nuovo.– È quasi passato un anno – le sussurrò Matias col viso tuffato tra i capelli profumati d'erba.

– Ed è solo il primo – rispose lei accoccolandosi ancora più stretta contro di lui. Aveva quasi dimenticato quanto era piacevole la forza che emanava da quel corpo, quanto consolante era il calore che le trasmetteva, e ci si aggrappò in cerca di certezze.

Matias scambiò la sua stretta per una nuova richiesta e fece scivolare le dita sul seno, ma lei lo fermò. – No, Mat. Stringimi e basta. – Nei giorni della solitudine una nube minacciosa si era ammassata ai margini della sua consapevolezza, e Matias era l'unica difesa che le era rimasta. Voleva sentirsi al sicuro tra le sue braccia, credere che le cose di ogni giorno, ora così faticose e piene di dubbi ed incognite, sarebbero state infine semplici e naturali. Amava la casa in cui vivevano, amava il suo bambino ed amava il suo uomo, ma tutto questo amore sembrava esaurirla in un modo che non avrebbe mai pensato possibile. In quel momento, calda e rilassata dopo l'amore, sentiva che l'unica cosa di cui aveva bisogno in quel momento era l'energia che il corpo di Matias, steso accanto al suo, le trasmetteva.

Insieme ce l'avrebbero fatta.


Loth - Parte Prima: TerraWhere stories live. Discover now