gray noise

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Frank non era sicuro di voler andare a lavoro. Sapeva che avrebbe potuto chiamare Bob e dirgli che non stava bene, ma non voleva minare la sua routine, anche se non si trovava al massimo delle sue capacità mentali e fisiche.

Aveva dormito pochissimo quella notte e quando Gerard aveva cominciato a scrivergli a prima mattina, stranamente, lui era già sveglio.

Non avrebbe voluto reagire così ma voleva arrivare a quel punto e ci era riuscito. Aveva passato ore e ore a pensare a quale poteva essere la cosa più giusta da fare e non aveva trovato altra soluzione se non quella che gli aveva suggerito Bob.

Frank doveva assolutamente vederlo perché, e l'aveva sempre un po' saputo, provava qualcosa per Gerard. Non era sicuro che quel qualcosa sarebbe potuto evolversi in una relazione, dopo che si fossero incontrati, ma anche una semplice amicizia gli sarebbe bastata se poteva sentirlo ancora più vicino.

Aveva confessato i suoi sentimenti al ragazzo e non se ne vergognava, né provava il terrore di non essere corrisposto. Se Gerard non provava niente per lui, Frank avrebbe fatto in modo di farsi amare, ce l'avrebbe messa tutta.

Era sempre stato così, il rifiuto non lo spaventava. O forse solo un po', ma non si sarebbe fatto abbattere da un semplice "no", avrebbe fatto di tutto per fargli cambiare idea.

Non aveva ricevuto nessun altro messaggio da Gerard, perciò aveva deciso di prepararsi ed avviarsi a lavoro. Arrivò al negozio che la saracinesca era ancora aperta a metà e, sgattaiolando all'interno, fece prendere un colpo a Bob che non si aspettava di vederlo arrivare in orario.

‹‹ Ho fatto quello che mi hai detto. ›› gli disse, cominciando a sistemare i CD di prova nei lettori, pulendo le cuffie collegate ad essi con un po' di disinfettante. Non lo aveva guardato e continuava a muoversi in automatico, come se stesse parlando di qualcosa sulla quale si sentiva tranquillo, seppur così non fosse.

‹‹ Sei arrivato in orario? ›› chiese Bob, spostando l'attenzione dalla pila di CD di Revolution Radio che stava sistemando in vetrina per concentrarsi su Frank, guardandolo strano. Lui rise appena, scuotendo il capo.

‹‹ Ho scritto a Gerard, il fatto dell'incontro. G-gli ho detto che dobbiamo vederci, non mi importa cosa ha da fare, sennò non gli scriverò più. ›› raccontò, stringendosi nelle spalle.

‹‹ Oh. ›› emise l'altro, tacendo per un po'. ‹‹ Hai fatto la cosa giusta, Frank. ››

‹‹ Lo so. ›› fece, e fra i due calò nuovamente il silenzio. ‹‹ Lo spero. ›› sussurrò, ma fu certo che Bob non l'avesse sentito.

***

frnk🐶: domani?

not-the-only-way👻: sì, va bene

not-the-only-way👻: da starbucks

frnk🐶: certo

frnk🐶: ti prometto che andrà tutto bene

frnk🐶: mi conosci

not-the-only-way👻: lo so

not-the-only-way👻: ma sai come sono fatto

not-the-only-way👻: mi spaventano un sacco di cose

frnk🐶: non ti rapirò, gerard

frnk🐶: se è questo ciò di cui hai paura

not-the-only-way👻: simpatico

frnk🐶: sono serio però

frnk🐶: quando ti dico

frnk🐶: che andrà tutto bene

not-the-only-way👻 sta scrivendo...

frnk🐶: ed è inutile

frnk🐶: qualunque cose pessimista stai scrivendo

frnk🐶: non farlo

frnk🐶: ho detto che andrà tutto bene

frnk🐶: e non cambierò idea

not-the-only-way👻: okay

not-the-only-way👻: ti voglio bene, frankie

frnk🐶: anche io

frnk🐶: non c'è niente da temere

frnk🐶: ci sarò io

frnk🐶: come ci sono sempre stato

frnk🐶: solo io e te

not-the-only-way👻: solo io e te

not-the-only-way👻: okay

Frank sorrise. Era ritornato a casa da lavoro, Bob gli aveva concesso di andarsene prima dicendogli che tanto non serviva a nulla lì visto che la voglia di lavorare non ce l'aveva mai, ma sapeva che era il suo modo di dargli che doveva andarsi a riposare un po'.

Le occhiaie violacee non dovevano essere un bello spettacolo, ed ora che aveva parlato con Gerard e si trovava sotto una pila di coperte nel suo letto, cominciava a sentire le palpebre pesanti e gli occhi minacciavano di chiudersi.

Non se ne rese conto ma scivolò presto in un sonno tranquillo, dimenticandosi di tutti i pensieri che lo avevano tenuto sveglio la notte precedente.

Era ancora preoccupato.

Si sentiva in colpa.

Ma, allo stesso tempo, non vedeva l'ora.

Aveva paura di star forzando Gerard in qualcosa che lo avrebbe fatto sentire male, perché Frank sapeva del suo piccolo problema d'ansia, ma sapeva anche che non era niente di insuperabile. Avrebbe fatto di tutto per metterlo a suo agio e, se non ce l'avesse fatta, comunque con il tempo si sarebbe risolto tutto. Frank era troppo testardo per farsi spaventare da un primo incontro andato male. Adesso che sapeva chiaramente cosa gli passava per la testa, quali erano le sue intenzioni, si poteva dire pronto a tutto nel portarle a termine.

Sperava solo, nel profondo, di non spingere Gerard al limite.

Ci avrebbe fatto attenzione, se l'era ripetuto mille volte. Alla fine era arrivato alla conclusione che era inutile continuare a pensarci, il primo passo era incontrarlo, il resto si sarebbe deciso dopo.

Per adesso aveva raggiunto una piccola vittoria e gli bastava così.

Gerard gli aveva mandato un messaggio quel pomeriggio, dicendo che andava bene, e Frank aveva iniziato letteralmente a saltare di gioia. Finalmente aveva il numero di cellulare di Gerard. Sapeva di aver messo fretta al ragazzo, ma non poteva far in modo che il tempo lo distraesse dal suo obiettivo.

Quella volta era quella buona. Se lo sentiva.

in touch :: frerardWhere stories live. Discover now