Capitolo 16

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"C'è la mamma a casa piccola?" domanda Adam, dirigendosi verso il salotto dove la bambina si è messa a giocare.

"Chi è Emily?" domanda una ragazza sulla ventina, di colore con addosso una felpa del liceo del quartiere, lo stesso che ha frequentato Anne, e un paio di leggins neri.

"Siamo gli agenti Rusek e Hopkins dell'Intelligence" incomincia Adam, interrotto subito dalla donna, che si chiama Sarah.

"Che cosa ha fatto questa volta il mio ragazzo?" domanda lei furiosa.

"Ci dispiace Sarah, ma Jared" rispondo e la donna manda via la bambina e cade con le ginocchia a terra, tra le lacrime. 

Adam la aiuta ad alzarsi e a sedersi nel divano trasandato del salotto.

"Ci dispiace molto per la sua perdita, ma dobbiamo farle alcune domande su Jared" dice Adam, sedutosi accanto alla donna, mentre io davanti a loro. Prendo il mio taccuino e incomincio a scrivere le risposte della donna.

"Sai se per caso Jared faceva lo spacciatore?" 

"Mi aveva detto che un suo amico, che prima faceva parte di una gang, di cui non mi ricordo il nome, gli aveva offerto un modo facile per fare tanti soldi in poco tempo, e lui ha accettato e io ho appoggiato la scelta, visto che siamo entrambi senza lavoro e i nostri genitori sono in carcere. Lo stava facendo per dare una vita migliore ad Emily, lo faceva per lei. Ora me lo hanno ammazzato e io non so come andare avanti! Chi ha ucciso il mio Jared?"dice la donna, con le mani al volto e piangendo.

"Speravamo ce lo dicesse àlei. Ha avuto delle divergenze con qualcuno nell'ultimo periodo?" 

"Due giorni fa stava parlando, anzi litigando, con una persona, penso l'amico che gli ha offerto il lavoro, e gli diceva che stavano facendo una cazzata mettendosi nel traffico della sua vecchia gang perché era gente pericolosa e lui se ne voleva tirare fuori, ma io gli ho detto di no e di farlo per Emily e per la nostra famiglia. Oddio! l'ho fato uccidere io !" 

"Non è colpa tua Sarah. Ti va di venire in centrale per una dichiarazione?" domando o, chiudendo il taccuino. La donna fa cenno di si con la testa e, con la bambina, andiamo in centrale e fa la sua dichiarazione a Jay.

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Sono passate due settimane ma dell'amico di Jared e della sua vecchia gang nessuna traccia, almeno fino ad oggi.

Arrivo i Centrale e sto decisamente peggio dell'ultima volta: ho avuto la nausea per tutta la notte e non ho chiuso occhio. Per giunta, ho ricevuto una telefonata da Jackson, mio 'fratello', dove mi diceva che sarebbe tornato in serata e che ora era a Berlino con i suoi commilitoni. M ha chiesto se potevamo vederci e io ho detto di si, anche se non ero molto entusiasta, ma non volevo deluderlo anche perché gli voglio bene nonostante tutto.

Appena metto piede nel reparto dell'Intelligence, corro in bagno e vomito l'anima, letteralmente.
Sto davvero uno schifo, ma non voglio andare a casa; sento che oggi ci sarà una svolta enorme sul caso Kinney e voglio esserci.

Uscita dal bagno mi vedo Hank venirmi incontro.

"Tutto bene Valerie?" domanda, preoccupato "è da un po' che sei ridotta uno straccio. Se vuoi puoi andare a casa a riposarti" conclude il Sergente.

"Sto bene. Mi ha fatto male la cena ieri sera. Rimango" dico, inventando una balla. Non è per questo, sto così da New York, ma non voglio farlo preoccupare.

"Ho trovato un indirizzo dell'amico si Jared. Si chiama Fred Truman, in arte Thriller. Ho mandato l'indirizzo sui telefoni" dice Mouse, dopo aver corso come un pazzo dal Garage a qui.

"Hopkins, Rusek e Halstead andate a parlare con Truman" dice Voight e io e i miei colleghi andiamo in macchina.

"Guida tu Val" dice Adam, sedendosi nel sedile posteriore.

Metto in moto la macchina ma dopo neanche cinque minuti di tragitto, accosto la macchina e scendo per vomitare. Strano, non mi è mai successo per due volte nel giro di un'ora. Mi sto preoccupando.

"Tutto bene partner?" domanda Rusek, mettendomi una mano sulla schiena.

"Sì Adam. Puoi guidare tu?" domando io, sedendomi al suo posto.

La macchina riparte e dopo dieci minuti arriviamo a destinazione.

Una casa davvero fatiscente, con le tegole del tetto che cadono e con le persiane quasi del tutto staccate.

Scendiamo dalla macchina e notiamo la porta della casa semiaperta e quindi tiriamo fuori le nostre pistole.

"Polizia di Chicago!" urla Jay, sfondando la porta.

"Sta scappando dal retro! Lo seguo io!" urlo ai miei colleghi correndo nella stessa direzione di Fred.

"Fermati Fred!" gli urlo. Lui gira la testa ma continua a correre.

Non riesco più a stargli dietro. È troppo veloce e non riesco più a reggermi in piedi. La testa mi gira, ma non mi fermo. Devo prendere Fred a tutti i costi.

Pochi istanti dopo, Adam lo blocca con la macchina e pure Jay, che aveva preso una scorciatoia.

Mi appoggio ad un palo perché la testa gira sempre di più come una trottola. Poi il buio.

CHICAGO 2Where stories live. Discover now