23. Lo Spettro

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Kether sorseggiò il vino, sentendosi sempre peggio

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Kether sorseggiò il vino, sentendosi sempre peggio. La testa le doleva e avvertiva un acuto senso di nausea. Faceva caldo in quella stanza, e mentre fissava il conte Aimon si rese conto che qualcosa non andava. Il conte indossava un farsetto di lana, con una pesante giacca e pantaloni di velluto, ma non sembrava affatto risentirne, nonostante la temperatura mite. Sbatté le palpebre, confusa, posando lo sguardo sulla coppa di vino, rosso come sangue, che stringeva tra le mani. Un residuo di polvere nera galleggiava sul fondo del bicchiere.

Il vino era drogato. Quella consapevolezza la colse all'improvviso, squarciando i veli che avvolgevano la sua mente. Come aveva potuto essere così ingenua? Improvvisamente sentì la presenza del conte accanto a sé. L'uomo la fece alzare e il suo corpo si mosse, come guidato da una propria volontà, e la ragazza non riuscì a opporre alcuna resistenza quando lui la cinse con le braccia.

«Sei bellissima, Kether» osservò, facendo scorrere la punta del naso sulla sua spalla. «Hai un profumo delizioso. Un bocconcino come te non l'assaggiavo da almeno cento anni». Così dicendo Aimon snudò i canini, estremamente pronunciati, e Kether rabbrividì nonostante il torpore indotto dalla droga. Era scampata ai lupi per diventare il pasto di un vampiro?! Pensò a Miky. Cosa ne era stato di lei? Avrebbe voluto correre a cercarla, ma era immobilizzata. L'uomo inclinò il viso per morderla alla base del collo, ma quando le sue labbra furono ad appena un centimetro dalla sua pelle, Kether si riscosse, rendendosi conto che stringeva ancora in mano il bicchiere di cristallo, e con tutta la forza che le era rimasta glielo frantumò sulla testa.

Il vampiro gridò, azzannando l'aria assieme a un'estremità del nastro che la ragazza portava legato al collo, e mollò la presa sulla sua vittima. Kether ne approfittò per allontanarsi, strisciando carponi sul pavimento, ma Aimon l'afferrò per il collo, schiacciandola col suo peso. Vide il suo morso farsi sempre più vicino, e poté sentire l'alito che puzzava del sangue di tutte le sue vittime. All'ultimo istante, però, il volto del vampiro parve deformarsi e schizzare via, seguito immediatamente dal corpo, e la ragazza si sentì sgravata da un peso. Con la vista annebbiata, vide Miky chinarsi su di lei, e alle sue spalle un'alta figura che le sembrò di riconoscere, ma pensò si trattasse di un'allucinazione dovuta alla droga.

Lui non poteva essere lì. L'immagine però non scomparve, anzi si avvicinò, e i suoi tratti, prima sfocati, le apparvero in tutta la loro nitida bellezza. Cole!  Cole era venuto a salvarla. Questa consapevolezza le diede nuova forza e riuscì faticosamente a parlare.

«Droga, nel vino... vampiro!» balbettò, poi si accasciò fra le braccia di Miky.

Intanto il conte Aimon si era rialzato e fissava con orrore il sangue che gli colava dal labbro spaccato, macchiando i guanti immacolati.

«Il mio sangue!» esclamò. «Nessuno di voi resterà in vita ora che l'avete visto!» Cadde in ginocchio e il suo corpo prese a mutare rapidamente. Le dita si raggrinzirono, mentre le orecchie diventavano appuntite e pelose, e dappertutto lo ricopriva una folta pelliccia. Davanti agli occhi dei presenti stava ora un gigantesco lupo dal manto nero come la notte.

Il Cavaliere Alato (Disponibile in versone Ebook)Where stories live. Discover now