Il "Tu" è verso il riflesso. Non verso di te, Caro Lettore.

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Ho iniziato articoli. Seri. E capitoli e poemi.

Ma ora nulla terrà su nulla. Né leggi né opzioni o impostazioni. Non ho voglia di far decifrare il pensare, oggi. 



C'è stata Musica a trovarmi. Si è fatta sentire lanciandomi delle bretelle ed un assolo addosso mentre rotolavo tra un letto e una nuvola. Ho le palpebre pesanti e le dita stanche di tagliare e incollare clavicembali distorti vestendo ancora da concerto. E aspetto. 

Cosa aspetto?

Il collasso. Aspetto di cadere morta su me stessa, accartocciandomi come una fisarmonica. Si bemolle. La Joplin è morta fracassandosi il cranio contro uno spigolo, mi pare.  - Credo di essere in uno stato feltroso, ecco perché ho bevuto dell'infuso di mela fatto in casa. Le vene delle mie mani pulsano infastidite. Perché mai dovrebbero rilassarsi dopo aver fatto uno slalom nella piazza del mercato? Anche quel chitarrista non portava il pane a casa sua.

I quadri dipingono silenzi meditativi. Immergersi nell'arte per nuotare in mente aperta. Nessuna risposta. C'è qualcuno là? Qui? Qualcuno? 

Sayonara. Ciò ciò san è morta come anni dopo la mia protagonista. Si sa che il caso detta il creare del momento. Improvvisazione. - Ti incontro scendendo le scale mentre tu rovini con un appendiabiti che fuoriesce dalla testa. Sei viva? Ciao. - Avevo pensato al sangue e al silenzio e trasformai la penna in piuma. Solletico. Si può morire ridendo, sai? Soffocamento. Cambierà molto? Dipende da peso e volume. 

Non avrei dovuto, non dovevo, non devo... Mai, mai, mai, mai. Ora è tardi, hai già il veto infranto nella tua mente. Trattieniti, se non c'è certezza, altrimenti è inutile rimandare e peggiorare il tutto. Sfracellati al suolo e poi dimmi se Antigone è simpatica. Meglio i suicidi a lungo termine? Ok, chiedi al Dio appena rinato. 

Ogni tanto il mio cuore batte un ritmo sincopato. E allora divento un uccello non specificato e indosso una camicia enorme immaginaria. - Apro la finestra in piccoli squarci per non far entrare piccioni a curiosare.- E scarpe giuste e motivi ondeggianti. E le siepi non son più forbici. E le tortore hanno un canto distorto come il peggior tamarro delle case popolari, ossia lo spaccino che sedeva in fondo alla classe e si credeva boss.

Dioniso beve e Dionaso sniffa. Che battuta del cavolfiore impanato e decomposto. Non ho forza di imprecare perché lo specchio mi sbeffeggia.

Dio denaro benedica gli States. Oh, che bell'uomo che si sono cavati dai pori occlusi da illusioni. 

Un giorno duellerò con la mia pelle e l'inchiostro. Forse tra poco? Mah. Posso distorcere alieni mangianti frutta in fughe. Bello. Entusiasmante.

L'estasi creativa ispira pensieri immensi. Tanto da essere folli. Come una tragedia su Panino. Bello. Meraviglioso. Entusiasmante. Dovrei dormire per recuperare forze spese in una buca, ma sono qui a far nulla per distrarmi mentre attendo non so cosa. Ormai...

Perché sono qui? Su questa Terra, dico. Perché?

Oh. 

Arriva.



Si cade dalle scale ascoltando sincopi infrastrutturali. Modulando timbri sottili e gravi quanto tombe scavate con le unghie nel marmo vivo quanto terra e soffocante carne dilaniata. 

Soltanto perché ho perso una chiave non vuol dire che non debba poter entrare in... -Quando cadrà la luna? 

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Binari sul NullaWhere stories live. Discover now