Capitolo 7

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"Carl!" Lo vedo mentre sta per uscire dal blocco C e lo fermo. "Dove stai andando?"

"Non dire niente alla mamma."

"Dove stai andando?" Chiedo di nuovo.

"Voglio cercare l'infermeria. Hershel ha bisogno di bende, e antibiotici. Io voglio rendermi utile."

Lo guardo per un secondo prima di parlare.

"Andiamo insieme."

Carl annuisce e riapre la porta. Siamo di nuovo catapultati nell'oscurità, ma quest'ala della prigione è nettamente meno affollata dell'altra. Abbattiamo due soli zombie, prima di trovare la porta. Il bambino posa il borsone aperto sul tavolo e inizia a rovistare sui bancali e negli armadietti, imitato da me.

"Che cosa è successo a Hershel?"

Mi volto verso di lui, che però non mi sta guardando.

"In che senso? È stato morso."

"Ma... Come ha fatto? Non eravate insieme?"

"Maggie e Glenn si sono persi. Li stavamo cercando ed io ed Hershel abbiamo sentito la voce di Meg." Alzo le spalle. "C'era uno zombie a terra, non l'abbiamo visto."

"Ma non avevi detto che non bisogna mai allontanarsi da soli?"

"Sì, l'ho detto." Finiamo di riempire il borsone. "Carl. Pensi che sia colpa mia?"

Il bambino mi guarda per un attimo prima di prendere il borsone e tornare da dove siamo venuti.

"Carl, aspettami."

"Avreste dovuto fare più attenzione." Si volta verso di me, furioso. "Hershel è l'unico che può fare nascere il bambino. Se lui muore..." Sospira, senza continuare la frase. "Ritorniamo."

"Ehy!" Lo fermo, prendendolo per la spalla, che lui strattona dalla mia presa. "Hershel non morirà. Allontanarsi dagli altri è stato uno sbaglio, ma quello che è successo è stato un incidente. Tuo padre gli ha salvato la vita, e lui si risveglierà" Gli prendo il borsone dalle mani, mettendomelo in spalla. "E ora andiamo."

...


Quando torniamo al blocco Carl è dietro di me. Sembra aver capito che quello che ha detto è stato cattivo, ma ancora non mi ha chiesto scusa. Non ho bisogno delle sue scuse in ogni caso, ma ha già cambiato atteggiamento rispetto a prima. Quando Glenn ci vede arrivare, aggrotta la fronte.

"Non stavate sistemando il cibo?"

"Il cibo è sugli scaffali." Entro nella cella di Hershel, posando il borsone a terra. "Abbiamo fatto di meglio."

Carl entra subito dopo di me, sorridendo. Carol e Lori rovistano subito nel borsone, iniziando a medicare Hershel come si deve.

"Dove l'hai presa?" Lori mi chiede, ma è Carl a risponderle.

"Nell'infermeria. Non c'era rimasto molto ma ho preso tutto."

"Sei andato da solo?" Lori sembra infuriarsi.

"Sono andata io con lui." Appoggio la mano al ferro del letto a castello. "La strada era pulita."

"Sei impazzita?!" La donna mi fulmina con lo sguardo. "Non hai pensato di chiedermelo prima?!"

"Mamma, è stato facile. Abbiamo abbattuto solo due zombie." Carl tenta di difendermi, ma Lori sembra arrabbiarsi sempre più.

"Hershel è stato ferito mentre era con tutto il gruppo! E voi due ve ne scorrazzate per la prigione come se niente fosse?! Chi ti ha dato il permesso di portare in giro mio figlio senza prima chiedermelo?"

"Ci servivano delle bende e le abbiamo prese!"

"Ed io lo apprezzo molto, ma..."

"Allora lasciami in pace!" Carl urla a sua madre.

"Carl!" Beth lo ferma. "E' tua madre, non puoi parlarle così!"

Carl si ferma, ma quando Lori cerca di calmarlo scappa lungo il corridoio. La donna alza lo sguardo sul mio, ma decido di uscire dalla stanza senza dire niente. Può pensare quello che vuole. Tutti loro posso pensare quello che vogliono.

Questo perché non ti importa niente di loro. E sai perché? Perché il tuo posto non è lì. Il tuo posto è con me.

Mi sdraio sul letto mio e di Daryl e chiudo gli occhi.

Vieni da me, Julie. Ti scongiuro, vieni da me.

Mi volto su un fianco, cercando di bloccare qualsiasi rumore, dentro e fuori la mia testa. Questa giornata di merda dovrà finire prima o poi.

...


Vengo svegliata dalle urla di Beth, che chiedono aiuto per suo padre. Scendo velocemente le scale, e nella stanza trovo le due sorelle in preda alle lacrime, mentre Lori sta controllando il battito di Hershel.

"Cosa succede?" Chiedo, avvicinandomi all'uomo.

"Non respira più." Lori mi guarda. "Sai fare la CPR?"

"Premi sul petto." Annuisce, e al conto di dieci stringo il naso di Hershel e abbasso la sua mascella aprendogli la bocca e respirando ossigeno al suo interno. Ripetiamo la stessa operazione un paio di volte, ma la terza volta l'uomo si risveglia di soprassalto, alzandosi verso di me.

"Julie, attenta!" Lori mi tira indietro, convinta che Hershel si sia trasformato. Quando però guardiamo il suo volto e ci accorgiamo che è ancora umano tiriamo un sospiro di sollievo. Lori ride abbracciandomi ed io faccio lo stesso.

"E' vivo..." Guardo Beth, ancora scossa da quello che ha visto, e la stringo fra le braccia. "E' vivo tesoro, va tutto bene..."

"Oddio... Oddio, Julie, l'hai salvato... L'avete salvato!" La ragazza piange sulla mia spalla mentre Avi tace nella mia testa.

...


Quando Daryl, Rick e T-dog rientrano nel blocco siamo ancora tutti intorno al letto di Hershel. Il primo a parlare è Carl.

"Hershel non respirava più. Mamma e Julie l'hanno salvato."

Rick mi guarda annuendo in segno di gratitudine, mentre Daryl posa una mano sul mio braccio ed io gli sorrido debolmente. Sono ancora incazzata con lui, ma in questo momento non ho voglia di discutere. Io, lui e Carl restiamo fuori dalla cella, mentre Rick entra, osservando l'uomo più da vicino. Dopo qualche minuto, Hershel inizia ad aprire gli occhi.
Rick sgancia le manette che lo tenevano legato al letto per precauzione ed Hershel gli stringe la mano.

È il primo vero miracolo che vedo avverarsi da un sacco di tempo. Prendo la mano di Daryl, che stringe la mia nella sua prima che Lori si allontani e Rick la segua.

...

"Allora?" Chiedo, quando Daryl si sdraia nel letto accanto a me. "Cosa è successo?"

"Tre morti. Rick ha ucciso lo spagnolo. Aveva cercato di farlo fuori."

"E gli altri due?" Poso la testa sul suo petto, e lui mi circonda le spalle.

"Sono tipi a posto. Li abbiamo portati fino al blocco D."

"Bene..." Chiudo gli occhi per un attimo prima di riaprirli nella penombra della stanza. "Daryl?"

"mmh?"

"La voce che sento nella testa... Le allucinazioni..." Prendo fiato prima di parlare di nuovo. "E' Avi." Daryl si congela, spostando il braccio dalle mie spalle. "Vuole che io me ne vada, che vada a cercare lui e che abbandoni voi. Non so come fermarlo."

L'uomo al mio fianco si schiarisce la gola prima di parlare.

"Hai intenzione di ascoltarlo?"

"No." Rispondo cercando il suo sguardo con il mio. "No. Voi siete la mia famiglia ora e Avi appartiene a un'altra vita. Solo che quando mi sembra di non sentirlo più, di essere... non lo so, guarita? Qualcosa va storto e sembra che lui sia sempre pronto a dare la colpa a me."

"Questo mondo fa schifo," Daryl parla sottovoce, ma con intenzione. "la colpa non è di nessuno. Smettila di colpevolizzarti per ogni cosa. Siamo tutti vivi anche grazie a te."

"Non so come farlo smettere. Ho provato a ignorare la sua voce e ho iniziato a vedere il suo fantasma." Il mio tono di voce è rassegnato, ma dopo qualche secondo Daryl parla di nuovo.

"Ieri notte non hai avuto incubi. Ieri sera mi hai detto che avevi la sensazione che sarebbe andato tutto a posto. Cosa è cambiato?"

"Non ne ho idea." Scuoto la testa. "Per un po' sembrava essere sparito tutto. Ma quando Hershel è stato morso..."

"Non sono uno strizzacervelli, Julie. Però secondo me devi smettere di pensare che la gente qui starebbe meglio senza di te. Non è così."

"Lo so, ma..."

"Sei parte di questo gruppo. Abbiamo bisogno di te, nessuno vuole che tu te ne vada. Io..." Prende fiato prima di continuare. "Io non voglio che tu vada via. Mettitelo bene in testa."

Non rispondo, quasi non respiro. È la prima volta che Daryl parla così esplicitamente del nostro rapporto, qualunque esso sia. Alzo il volto verso il suo con un sorriso incredulo che non credo l'uomo possa vedere nel buio della nostra cella, ma lui posa la mano sulla mia guancia, baciandomi con convinzione. Un brivido mi corre giù per la spina dorsale, e quando faccio scorrere la mano destra lungo il suo ventre, giù, verso i suoi boxer si ferma. Lo sento sghignazzare anche nell'oscurità.

"Vediamo di far capire a questo idiota nella tua testa che è ora di smammare."

Rido con lui, accogliendolo sopra di me.

This sorrowful life.Where stories live. Discover now