::13

81 9 0
                                    

•Calum's pov•

Dopo quella mattina sembrava essere tornato tutto normale, eravamo di nuovo i Calum e Luke che a undici anni giocavano a rincorrersi nel parco vicino a casa, che avevano dormito insieme in una tenda fatta di coperte, sedie e cuscini un'infinità di volte e l'essere di nuovo quei Calum e Luke  non comprendeva baciarsi o qualsiasi altra cosa sforasse dell'essere solamente amici.

Questa cosa mi stava facendo letteralmente diventare matto, era come se tutt'a un tratto avessi cominciato a vedere Luke in modo diverso.

Quel maledetto biondino era obiettivamente bello, non c'era che dire, e l'avevo sempre saputo ma da quando mi aveva baciato per la prima volta non riuscivo ad evitare di soffermarmi ad osservarlo e di notare particolari a cui non avevo mai fatto caso prima, come a quanto fosse bello quando sorrideva mettendo la lingua tra i denti, o a come i suoi occhi cambiassero colore in base alla luce, o a quanto fosse carino e innocente quando arrossiva per nulla. Si, stavo davvero diventando pazzo.

Le vacanze di Natale si stavano avvicinando ed eravamo sommersi da verifiche e interrogazioni per la chiusura del quadrimestre così passavo i pomeriggi in cui non avevo allenamento a studiare chiuso in camera e, se avevamo da studiare per la stessa materia, Luke si fermava da me o io da lui.

Avevo appena finito una verifica di geografia e stavo uscendo dall'aula perso a pensare alle tre interrogazioni che mi aspettavano quando Michael, della squadra di calcio, mi si parò davanti con un sorriso smagliante e dei biglietti in mano.

— Ehy Hood, giovedì c'è do una festa per Natale a casa mia. Non te la puoi perdere, ci sarà tutta la squadra. Ah, e porta qualche ragazza carina.— mi fece l'occhiolino e mi lasciò uno dei biglietti prima di voltarsi e scomparire tra la folla nel corridoio.

Infilai il biglietto in tasca, non avevo molta voglia di andare a quella festa, sarebbero stati tutti più grandi di me e l'unico con cui avevo fatto amicizia della squadra era Mike, che in ogni caso sarebbe stato impegnato a limonarsi con la ragazza di turno.

Già mi immaginavo come sarebbe andata la serata: io in un angolino da solo con un bicchiere in mano pieno di roba che non avrei bevuto. No grazie.

Mi incamminai verso la classe di matematica con passo strascicato, che rappresentava tutta la mia voglia di fare lezione.

Quella mattina non avevo nessuna lezione con Luke, così ci eravamo dati appuntamento al bar all'inizio dell'intervallo.

Dopo la lezione mi stavo dirigendo lì quando un paio di ragazzi del team di calcio mi fermarono.

— Hood, ci stiamo organizzando per la festa a casa di Michael, puoi portare qualcosa da bere?— mi chiese il più alto dei due che riconobbi come Jonathan.

— Veramente non ci sarò alla festa—

— Okay, non hai capito, è la festa della squadra, ci saremo tutti, tu compreso se ci tieni a rimanere nel team.— poi mi diede una pacca sulla spalla e se ne andò con un ghigno seguito a ruota dall'altro ragazzo.

Fui tentato di gridargli dietro che in ogni caso non avrei portato nulla dato che ero minorenne, ma evitai, si erano già allontanati.

Decisi di lasciar perdere il pensiero della festa per il momento e mi affrettai verso il bar dato che mi rimanevano solo più sette dei miseri dieci minuti che ci erano concessi come intervallo.

Luke era lì ad aspettarmi, biondo e snello nella divisa della scuola, appoggiato allo stipite della porta del bar con gli occhi bassi a fissare le sue scarpe consumate come al solito.

Un sorriso spontaneo mi incurvò le labbra non appena lo vidi e una forza invisibile e sconosciuta sembrava volermi spingere a corrergli incontro e abbracciarlo senza un apparente motivo. Mi trattenni a stento e cercai di mantenere un passo normale mentre mi avvicinavo.

Lui non si accorse di me finché non gli fui davanti, il solito sbadato...

Quando alzò lo sguardo su di me mi sorrise mettendo la lingua tra i denti, tipico.

— Usciamo? Questo posto mi toglie il fiato, c'è troppa gente.— mi chiese e senza aspettare una mia risposta cominciò a camminare lungo il corridoio, sapeva benissimo che avrei acconsentito.

Lo seguii fino alla porta che dava sul piccolo cortile sul retro che, al contrario di quello principale, era sempre deserto. Proprio per questo era il posto preferito di Luke che aveva quasi la fobia dei contatti fisici e della folla.

Uscimmo e ci sedemmo sull'unica panchina mezza scassata che c'era.

Luke aprì il sacchetto che aveva in mano e di cui non mi ero accorto fino ad allora e ne tirò fuori due ciambelle ricoperte di una lucida glassa rosa.

— Le ho prese al bar, mentre ti aspettavo— spiegò porgendomene una con un sorriso.

Lo ringraziai e addentai il dolce.

Diedi uno sguardo all'orologio, ci restavano ancora cinque minuti.

— Uhm, Luke?— lo richiamai quando mi tornò alla mente la festa di Michael.

— Si?—

— Stavo pensando: giovedì c'è una festa per natale a cui è invitata tutta la squadra e mi hanno praticamente detto che sono obbligato ad andarci, verresti con me?—

Lui mi guardò storto come per dire "sai benissimo che non verrò ad una festa sovraffollata di idioti".

— Okay, okay. Ho capito. Ma sappi che se non ci vieni tu io non ci vado, e se io non ci vado sarò fuori dalla squadra e diventerò un emarginato nel modo più assoluto.— gli risposi con un ghigno.

Stavo giocando sporco e lo sapevo benissimo, Luke teneva troppo a me per permettere che mi venisse tolto il calcio, una delle poche cose che mi rendeva davvero felice.

— Sei un grandissimo bastardo ricattatore. Lo sai, vero?—

Io ridacchiai in risposta ma Luke sembrò essersela presa davvero, si alzò appallottolando il sacchetto di carta marrone che prima conteneva le ciambelle e lo buttò nel cestino all'angolo prima di rientrare nell'edificio.

— Ma non potevo trovarmi qualcuno con un umore un po' più stabile? Dio mio.— chiesi a me stesso sospirando.

Mi alzai anch'io dato ormai mancavano solo più due minuti alla fine dell'intervallo, finii la ciambella in due morsi e raggiunsi la mia classe.

Ero certo che con Luke avrei chiarito il pomeriggio stesso così riposi la faccenda in un angolo della mia mente assieme al pensiero della festa e mi preparai all'inizio della lezione con un sonoro sbuffo.

S/A
I miei spazi autrice sono sempre io che mi scuso per il ritardo, quindi si, scusatemi per il solito ritardo :)
spero il capitolo vi piaccia, se vi va lasciate un commento e una stellina
bye
-blueyespenguin🐧

Who am I? »cake //itaWhere stories live. Discover now