Bedruthan Steps

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Il mese stava volgendo al termine, ancora quattro giorni e si sarebbe voltata un'altra pagina del calendario: ma c'era ancora qualcosa da fare, in quelle ultime calde e serene giornate di luglio. Qualcosa che Freddie stava progettando da qualche tempo, e che finalmente avrebbe potuto mettere in atto. In realtà non ne aveva ancora fatto parola con nessuno, ma era sicuro che la sua idea sarebbe piaciuta a tutti: doveva essere una sorpresa, una sorpresa geniale. E sarebbe stata indimenticabile fin dall'inizio.

- Tutti svegli, signore e signori, è mattina inoltrata!! Il sole splende e non aspetta nessuno, giù dal letto, bradipi letargici, e salutate questa magnifica giornata!! – Freddie urlò saltellando in lungo e in largo per il cottage, spalancando una dopo l'altra le porte delle camere e battendo le mani.

- Tutti svegli, tutti svegl... ops! – si interruppe sgranando gli occhi. - Scusate. La prossima volta mettiti qualcosa oltre le mutande, Brian... - commentò sarcastico, trovandosi di fronte a una disorientata coppia di innamorati che, pur essendo per metà sotto le lenzuola, doveva aver dormito poco quella notte.

- Ma che cavolo... - Clementine si lamentò tirandosi il lenzuolo quasi fin sotto il naso, arrossendo violentemente, mentre Brian, con aria indignata, si limitava a lanciare un cuscino dritto verso Freddie, che tuttavia era già schizzato fuori dalla stanza lasciando la porta aperta. Il cuscino terminò la sua parabola andando a finire in mezzo al corridoio.

- Sveglia, fanciulle, sveglia cavalieri!! – Freddie riprese a urlare mettendo le mani davanti alla bocca come un megafono per amplificare il suono.

- È un incubo, dimmi che è un incubo... - Clementine mugolò coprendosi il volto con le mani.

- Oh, sì. Un incubo divenuto realtà. – rispose Brian alzando gli occhi al cielo con un sospiro, prima di alzarsi.

Nel frattempo John, svegliato dal gran trambusto, si era alzato dal divano (che naturalmente era toccato a lui) e aveva cominciato a salire le scale verso il piano di sopra, quando fu raggelato, lì sul secondo gradino, dall'urlo proveniente da un'altra camera: - Fuori di qui, mostro!! –

John guardò in su, e vide Freddie precipitarsi come una furia giù per le scale, ridendo e schiamazzando, inseguito a poca distanza da Roger, ancora stordito e assonnato: – Solo la tua mente malata può partorire l'idea di svegliarmi proprio il giorno del... - il biondo ringhiò passando davanti al bassista senza nemmeno accorgersi della sua presenza, ma si bloccò non appena Freddie, paratosi davanti a una tavola imbandita per la colazione, esclamò con tutta la sua possente voce e il suo più solare sorriso: - DEL TUO COMPLEANNO!! Tanti auguri, Roger!! – e mostrò con gesto teatrale una magnifica torta al centro della tavola.

- Eh? – fu la sola cosa che Roger seppe rispondere, ma il sorriso di Freddie non accennava a smorzarsi. – Ti... ti sei ricordato... del mio compleanno? – domandò incredulo e quasi incerto se far prevalere la gioia per la sorpresa o la rabbia per essere stato svegliato.

- E come potevo dimenticarmene? – l'altro rispose di rimando. – Io non mi dimentico mai, caro mio! – disse tutto fiero e raggiante, quindi, sporgendosi dalle scale, gridò: - Neanche del tuo, Mr pigiama! –

- Freddie! Porca miseria! – Brian protestò dal piano di sopra, quindi fece capolino, completamente vestito, dalla sommità della rampa e aggiunse, scrutando il moro con uno sguardo severo: - Non so se ringraziarti o tirarti il collo. –

- Beh, se scegli la prima non posso che dirti "Ma prego, tesoro, di nulla"; se scegli la seconda allora dovrete vedervela voi il resto della tournée senza un cantante. – e con le braccia conserte, fissò Brian con aria irriverente di sfida.

Hurry, put your troubles in a suitcase!Donde viven las historias. Descúbrelo ahora