Capitolo 45💕

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"Posso?"
Chiese cortesemente Jace, all'entrata.

"Si entra, fai pure"
Dico non curante, posando le chiavi sul mobile vicino l'ingresso. Dopodiché, mi dirigo in cucina, prendendo il necessario per preparare della cioccolata calda.

"Carina, o almeno per quello che ho visto"
Afferma sul ciglio della porta della stanza, poggiando la testa sullo stipite, posando lo sguardo su di me.

"Sai che così sei molto bella, rappresenti lo stereotipo della moglie perfetta"
Dal suo sguardo sognante, posso solo immaginare che sto viaggiando con la mente e che al momento si trovi verso l'infinito e oltre.
Molto oltre.

Aspetta un momento, com'è riuscito a passare dalla casa, al matrimonio, a moglie.
Cosa mi sono persa?

Sento le mie guance rosse.
"Em... credo di doverti ringraziare?!
Insomma, dipende che cosa intendi tu per moglie perfetta e soprattutto dovresti specificare, se non eliminare il termine 'stereotipo'.
Tranne che non sia in vena di affrontare un'orda di donne furiose, o abbastanza civili da affrontare un discorso con te"
Non sapevo che dire e ho fatto uscire una serie di parole.
Fa un sorrisino, deve aver colto il mio imbarazzo, si siede su una sedia.

Ma brava e dove si sarebbe dovuto sedere, a terra?
Signore dammi la forza!

Simpatica.

Grazie amore, lo so.

"I tuoi fratelli?
Non erano tornati?"
Domanda fissando il liquido color cioccolato, che stavo versato all'interno della tazza bianca con pois di vari colori.

"Si, ma non per restare.
Vengono quando possono.
Max lavora all'estero, Luca fuori città.
Sfortunatamente non vanno d'accordo con i miei, anzi, i nostri genitori, perciò non vengono spesso.
Però, qualche giorno fa, mi hanno promesso che torneranno"
Lo dico più a me stessa che a lui, cosa gliene può fregare Jace, bastava un semplice "sono ritornati a casa loro".
Colpa mia e della mia linguaccia, gli ho raccontato più del dovuto.

Come sempre.
Ma tu perché non te ne vai!
E perdermi questa?
Mai!

"E tu?"
Gli porgo la tazza fumante.
Si sta interessando a me, ma non come le altre volte.
Vuole sapere qualcosa sulla mia vita privata.

"Io cosa?"
Domando sendendomi accanto a lui, girando la sedia per essere faccia a faccia.

"Con i tuoi, vai d'accordo?"
Chiede un momento prima di avvicinare la tazza alle sue labbra.

Io si, non mi hanno fatto mancare mai nulla.
Errore!
Loro non ci sono mai quando ne hai bisogno, hanno sempre preferito il lavoro.
Sono buoni solamente per i voti e per quando ti devono dare la paghetta.

Smettila!
Di questo ne ho già parlato, loro amano il loro lavoro.
Come la famiglia, mi rendo conto che devono rinunciare a qualcosa se vogliono continuare a pieno.

Luca e Max, sicuramente avranno fatto questo ragionamento e a loro non andava bene.
Hanno molto più carattere di me, l'hanno usata per farsi sentire e fare capire che non sarebbero andati avanti in quelle condizioni.
Forse tuttora non accettano queste condizioni.

"Si, perché dovrei fargli pesare il loro amore per il loro lavoro"
Rispondo sincera.
Mi sento in questo momento sicura, tranquilla, posso fidarmi.
Riesco a dialogare con Jace, come se fosse un vecchio amico.

"Perché, solitamente, i genitori devono trovare un equilibrio tra lavoro e famiglia, a prescindere del lavoro che fanno.
Sono consapevole che trovare questo equilibrio non sia facile.
Tuttavia, ti sembra giusto che tu ora rimanga da sola a casa?"

Equilibrio.

"Ma per me non è niente, ci sono abituata"
Cerco di difenderli, di sembrar il più naturale possibile.
Eppure ricordo molto bene, le prime notti sola.
Ogni singolo rumore mi faceva tremare di paura e scenari terribili si facevano largo tra la mia mente.

"E questo ti pare normale?
Che tu sia abituata a questo?"
Mi guarda negli occhi, come se stesse  cercando da sé la risposta.
Questo suo modo di fare, mi costringe ad abbassare lo sguardo.

"Si!
Ognuno di noi deve fare dei sacrifici e se è questo quello che devo fare, per renderli felici e sereni.
Va bene!"
Rispondo sicura.
Cercando di mettere un punto, a questo discorso.

"Scusa.
Forse non dovevo"
Dispiaciuto?!

No, lui è un marziano.
È mille volte più plausibile di qualsiasi altra ipotesi.

"No, è normale, sei curioso e dobbiamo conoscerci meglio, no?"
Faccio finta, non sia successo niente.

"Ora fammi una domanda tu"
Chiede, poggiando le mani sotto il mento.
So che si aspetta una bella domanda.
Poggia la tazza vuota sul tavolo.

Io colgo l'occasione di posare la mia tazza vuota nel lavandino, per temporeggiare.
Voglio fargli una domanda seria e non sprecare questa opportunità.

"Cosa ti piace della tua vita?"

Sei la mia rovinaWhere stories live. Discover now